Si è avvalso della facoltà di non rispondere davanti al procuratore capo Nicola D’Angelo che questa mattina alle 10 lo ha incontrato per l’interrogatorio di garanzia. L’ex commissario ad acta Angelo Giustini ha preferito rimandare la sua versione dei fatti – fatti che lo vedono indagato per omissione in atti d’ufficio e abuso d’ufficio – a una memoria difensiva.
“Servono altri giorni anche a noi per approfondire, ci siamo riservati di depositare un dossier a chiarimento di tutti gli aspetti in dettaglio” il commento di Danilo Leva, che difende il generale della Guardia di Finanza in congedo insieme con il collega Giuseppe Stellato.
Angelo Giustini è indagato per omissioni e ritardi dalla Procura di Campobasso, che lo ritiene responsabile di una gravissima situazione di disservizio sanitario nella emergenza covid e nella gestione dei malati.
Nelle carte dell’inchiesta ci sono il progetto del centro covid mai realizzato a Larino, che secondo la Procura sarebbe stato un “Lazzaretto”, le mancate attuazioni per la programmazione dell’emergenza e, fra le altre cose, la nomina senza averne facoltà di Oreste Florenzano commissario al suo posto.
Un raggio di azione, quello dei magistrati del capoluogo, molto ampio, che potrebbe spaziare anche ad altre figure apicali nella gestione pandemica in Molise.
Nei giorni scorsi Angelo Giustini aveva deciso di dimettersi dall’incarico di commissario e aveva sommariamente ricostruito una sorta di contro-denuncia nella lettera presentata al presidente Draghi, ai ministri della Economia Franco e della Salute Speranza, oltre che al generale Figliuolo, commissario straordinario per l’emergenza. Boicottaggio da parte della Asrem e indifferenza da parte del Ministero nei confronti delle richieste fatte: queste le sottolineature di Angelo Giustini che, corredate di carte e dettagli, confluiranno anche nella memoria difensiva che verrà presentata entro alcuni giorni per mano dei suoi legali
Giustini: “Io boicottato dall’Asrem e ignorato dal Ministero”. Attesa per il successore
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