A capo del comitato che intende mettere un freno al proliferare degli impianti eolici e fotovoltaici in Molise c’è don Nicola Pietrantonio. Anziano sì, ma combattivo come sempre. “L’aspetto spirituale non è fuori dal mondo perché Gesù Cristo è venuto in questo mondo, non altrove. Siamo ospiti e custodi di questa terra” dice in un incontro davanti alla chiesa di Santa Maria degli Angeli di Termoli, a chi gli chiede il perché di questo gravoso impegno.
Che è quello di guidare un popolo poco reattivo e parecchio distratto a una battaglia che non è contro l’energia rinnovabile, bensì a favore di regole certe per tutti. “Non siamo contro la transizione energetica ed ecologica” chiarisce il parroco che da 55 anni guida i fedeli di Nuova Cliternia.
Il comitato infatti nasce non con l’intento di opporre un No a prescindere, bensì di stimolare il legislatore, in questo caso il Consiglio regionale, a ‘tappare i buchi’ del Piano energetico molisano. Il quale al momento non pone regole e vincoli preciso su dove e quali insediamenti possono essere realizzati.
“I Comuni e i sindaci sono sguarniti” commenta Mino Spagnoletti, imprenditore agricolo e anima del Comitato. “Non hanno il potere di contrastare queste richieste”. Quindi ne elenca alcune, perché non c’è soltanto il progetto ‘Eolico Campomarino’ consistente in 5 torri per una potenza totale di 30 megawatt fra Campomarino e Portocannone. “C’è una richiesta su 1200 ettari per il fotovoltaico a San Martino, compresi 20 al confine con Rotello e altri 300 a Campomarino”. Ma i territori interessati sono anche altri, da Petacciato a Montenero.
Richieste che oltretutto arrivano in una regione che ha già ampie fette di territorio occupate da torri eoliche e pannelli solari, oltre che da una Turbogas. Quindi la transizione energetica per il Molise è già avviata, per non dire completata, da un po’.
Solo che continuando così, è il pensiero che muove il Comitato, si rischia di occupare anche terreni coltivabili o con vincoli paesaggistici e potenzialmente attrattivi dal punto di vista turistico. “Confrontandomi con un imprenditore del fotovoltaico interessato al territorio – rivela Spagnoletti – è venuto fuori che loro non sono interessati per forza a terreni fertili”.
Quale potrebbe essere l’alternativa? “Non siamo tecnici per poterlo dire, cerchiamo di fare politica. È la politica a dover decidere”. Ma qualche idea c’è. “Ci sono cave dismesse, impianti industriali in disuso. Anche al Nucleo industriale di Termoli”. “Non è questo il luogo adatto” afferma Anna Saracino, già vice sindaco di Campomarino. “Dalla terra arrivano le eccellenze molisane”.
Don Nicola sintetizza così: “La campagna non può essere schiava della città. Facciamo questa battaglia per fare il bene della persona”.
Appuntamento fissato a giovedì 17 giugno alle 18 davanti alla scuola materna di Nuova Cliternia per un incontro dal quale il comitato si aspetta un impegno preciso e deciso da parte di chi parteciperà. Sono stati invitati i vertici regionali, oltre a consiglieri a Palazzo D’Aimmo e diversi sindaci del territorio.
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