L'intervista

Mena Calenda da Isernia, nessun imbarazzo: “Io assessora? Non ci vedo nulla di strano, mi ha scelto la maggioranza”

Parla la consigliera regionale eletta con la Lega che è stata nominata assessora. Ieri Mena Calenda era pronta a far cadere il governo regionale, dopo poche ore di trattativa l'annuncio della sua promozione nell'esecutivo. "Non ci vedo nulla di strano, difenderò meglio le donne e le persone fragili in questo modo e poi non l'ho deciso io ma la maggioranza tutta".

Con il suo voto in aula la prossima settimana avrebbe potuto far cadere il governo regionale di centrodestra. Poche ore dopo aver firmato la mozione di sfiducia assieme a Pd, M5S e altri due dissidenti della maggioranza (Michele Iorio e Aida Romagnuolo) Filomena (per gli amici Mena) Calenda è stata promossa assessora nella squadra di Donato Toma al posto dell’esterno Michele Marone.

Questi i fatti di una giornata incandescente apostrofata come un mercimonio dall’opinione pubblica e del tutto priva di commenti da parte della maggioranza.

Maggioranza isterica, Toma fa fuori Michele Marone e nomina assessore Filomena Calenda che ritira la sfiducia

Cosa è successo in quella manciata di ore tra la firma sulla mozione di sfiducia e l’annunciata nomina ad assessore? Lo abbiamo chiesto alla diretta interessata che ha così risposto.

“Per capirlo bisogna partire dal 22 aprile 2018 quando partecipando alle elezioni Donato Toma, supportato dai vari partiti, è stato eletto presidente della Regione Molise. Da allora è iniziato un dialogo con le forze della coalizione che avevano reso possibile la sua vittoria e tra queste c’eravamo anche noi della Lega, partito di cui Aida Romagnuolo e io eravamo rispettivamente prima e seconda eletta. Poi, molti lo ricorderanno, per un capriccio di Matteo Salvini in giunta è entrato Luigi Mazzuto come esterno. Tornando alla mozione di sfiducia che io ho sottoscritto, ci tengo a precisare che era un gesto che andava fatto perché questo è solo il primo passo per un chiarimento politico. Nominarmi non era certo in mio potere, è stata tutta la maggioranza a puntare sulla mia persona”

D’accordo, ma lei capisce bene che la tempistica è stata quantomeno sospetta.

“Certo, comprendo benissimo, ma la tempistica ve la dovrebbe raccontare anche chi oggi ha ruoli particolari a livello di minoranze, i cui comportamenti non vengono mai stigmatizzati”.

Continua a non rispondermi: io vorrei sapere cosa le ha fatto cambiare idea. Lei si rende perfettamente conto che il suo voto sarebbe stato determinate a far cadere il governo di Toma e non si meraviglierà di certo che tutta l’operazione venga percepita dall’esterno come un mercimonio, un baratto.

“Ho rispetto anche per chi critica e comprendo bene tutta la polemica sulla mia persona sui social. Ma vorrei fosse chiaro che non ho reclamato io il posto di assessore, la scelta è venuta fuori dalla maggioranza. Io sono stata eletta, non sono una esterna (il riferimento è a Michele Marone, sostituito con un colpo di spugna, ndr). E poi sono convinta che nel momento in cui si riveste un ruolo più importante si è anche più in grado di incidere su tutti quei problemi che mi sono stati evidenziati nel mio ruolo di consigliere regionale dalle persone più fragili che oggi come ieri mi chiedono di intervenire. Pensiamo ai non autosufficienti e a tutti i miei cavalli di battaglia…”

Ecco, a proposito di cavalli di battaglia, lei ieri ha ribadito che sarà la voce di ogni donna e che la sua presenza in giunta assicurerà – parole sue – la giusta sensibilità ai temi più delicati. Ma non pensa che questo scambio, anche se lei non lo chiama così, sia proprio la negazione di quei valori di parità e uguaglianza che lei dice di difendere?

“Senta ma lei la stessa intervista l’ha fatta anche all’assessore Marone?”

No, ma che c’entra?

“Se io fossi in lei oggi mi interrogherei di più sul fatto che un eletto prende il posto di un nominato. Comunque guardi, capisco tutto e penso che da un terremoto politico come questo possano nascere cose buone. Questo è solo il primo atto politico di un’azione che con la maggioranza e con la squadra di governo potremo portare avanti con convinzione per il bene del Molise”.

Con la maggioranza e anche con la minoranza con la quale fino a ieri ha lavorato a stretto contatto.

“Ma certo, anche con la minoranza”.

Sì però scusi se insisto ma lei non mi ha ancora detto perché ha cambiato idea su Toma.

“Senta, se insiste e ribadisce questo concetto se la scriva lei questa intervista! Datemi il tempo di iniziare questo nuovo percorso con azioni concrete e poi mi giudicherete. Io oggi dico che non ci vedo nulla di strano in questa nomina che mi è stata conferita dalla maggioranza”.

Però lei nei confronti della sua maggioranza è sempre stata la spina nel fianco. Ora che farà?

“Continuerò ad esserlo, ci mancherebbe, l’ho detto anche ieri che sarò la sentinella dell’esecutivo. Non ho la bacchetta magica ma posso garantire che mi impegnerò per portare avanti le battaglie che ho iniziato 20 anni fa. Oggi ho uno strumento in più per poterle rendere concrete. Va bene criticare ma il momento è molto delicato, le chiacchiere ci sono in abbondanza ma ora basta, non ho altro da aggiungere”.

Una cosa ancora: ha intenzione di candidarsi a sindaco di Isernia?

“No, come potrei? Sosterrò chi vorrà candidarsi , sono una donna normale mica una donna bionica. La mattina mi sveglio per lavorare e cercare di fare”.

Fare cosa?

“Sono pronta a risolvere tutte quelle istanze che mi sono state presentate da consigliere. Darò risposte a chi ha problematiche, proverò a essere di supporto con quella voce che è sempre stata la mia. Sono certa che tra due o tre mesi potremo vedere i primi frutti”.

L’ultima cosa: chi l’ha chiamata per dirle che sarebbe stata nominata assessora?

“Nessuno mi ha chiamato, c’è stato un confronto con la maggioranza a cui Toma non ha partecipato”.

Sì ma chi ha fatto da pontiere?

“Gli interlocutori sono stati tutti i miei colleghi di maggioranza”.

Tutti compatti insomma?

“Tutti e 11 o 10”.

Tranne Marone, a questo punto…

“Eh ma Marone era esterno non può votare, anzi approfitto per ringraziarlo del lavoro estenuante che ha svolto con competenza e professionalità”.

Ha chiesto qualche delega in particolare? Ci dobbiamo aspettare un rimpasto o prenderà in automatico quelle di Marone?

“Non ho chiesto deleghe ma mi piacerebbe lavorare sulle politiche sociali dove ho un minimo di competenza”.

Beh, allora buon lavoro alla neo assessora Filomena Calenda. E viva le donne in politica!

 

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