Termoli - le indiscrezioni

Giunta Roberti, un puzzle complicato. 6 assessori, staff del sindaco e Cosib: partiti a confronto

Via agli incontri per la composizione dell'esecutivo. Roberti promette un confronto sereno" e lascia intendere che la Giunta avrà 6 assessori "e sarà in parte tecnica e in parte politica". Sono 6 le liste da accontentare, ma in ballo ci sono anche la presidenza del Consiglio (che potrebbe toccare alla Lega con Marone), il posto nel Nucleo Industriale e gli incarichi di staff. Remo Di Giandomenico principale candidato al ruolo di super consulente.

Subito al lavoro per nominare gli assessori e creare la Giunta. Francesco Roberti annuncia di voler iniziare i colloqui con eletti e partiti per la composizione di una squadra di governo cittadino “con quattro o sei assessori. Ci potranno essere sia tecnici che politici, e fra loro è possibile ci siano i più votati”. Così al termine della proclamazione che l’ha visto indossare la fascia tricolore per la prima volta in Comune, questo pomeriggio 13 giugno. Ed ecco circolare le prime indiscrezioni, con nomi che si rincorrono, scacchiere da riempire, voci che arrivano anche da Campobasso a rivendicare – non si sa con quale esito – qualche spazio di punta. 

Di sicuro non sarà un puzzle semplice da mettere insieme. I posti immediatamente disponibili, se come probabile dovesse essere una Giunta con sei assessori, sarebbero sette in tutto considerando la poltrona di presidente del Consiglio comunale, un ruolo molto istituzionale e di garanzia, con un potere decisionale praticamente nullo ma con una estrema visibilità.

Le liste che hanno sostenuto Roberti e l’hanno portato al successo elettorale sono sei. Impossibile pensare che la Lega, prima classificata in maggioranza, si accontenti di una sola casella. Sembra probabile che al Carroccio vada proprio la carica di presidente dell’assise, che sembra cucita addosso a Michele Marone, più votato dei salviniani con 440 preferenze. Sull’avocato Marone scommettono in molti, ma in questa fase non è detta l’ultima parola.

Annibale Ciarniello

Così come è difficile credere che almeno uno degli assessori non sarà espressione del partito di Mazzuto, l’assessore esterno del Governatore Toma, massimo referente di Salvini in Molise, contro il quale è pronta in Regione una mozione di sfiducia che al momento, per ragioni di opportunità politica, è stata archiviata. Ma che incombe, come la classica spada di Damocle.

L’uomo giusto potrebbe essere Annibale Ciarniello, coi suoi 431 voti, oppure Rita Colaci, che dalla sua ha il sesso, quello inteso come cromosomi che in politica si riflette nella cosiddetta quota rosa, obbligatoria ai sensi del rispetto della parità di genere. Francesco Roberti sa bene di non potere (e probabilmente di non volere) fare a meno delle donne nel suo futuro esecutivo. Dovrebbero essere almeno due, e  l’ex assessora provinciale Rita Colaci sembra avere buone chance di entrare in squadra.

Poi ci sono i Popolari di Vincenzo Niro, probabilmente coloro che hanno rappresentato l’ago della bilancia della competizione elettorale di maggio 2019. La lista numero 1 di quelle facenti capo all’assessore regionale Vincenzo Niro è andata oltre la doppia cifra percentuale di preferenze. Un assessorato è scontato, ma le caselle da occupare potrebbero essere anche due. Che Enzo Ferrazzano torni a ricoprire la carica di assessore sembra probabilità che nemmeno si quota alle scommesse, tanto è alta. Ma l’altro posto?

Enzo Ferrazzano

In bilico e molto aperta la casella del vicesindaco. Alla fine i Popolari potrebbero accontentarsi di un assessorato di peso (come i Lavori Pubblici) comprensivo di ruolo di vice. E sempre Ferrazzano sembra il più papabile. Ma non è possibile nemmeno tralasciare del tutto l’altra lista, che fa sempre riferimento a Niro e ai suoi, quella denominata Diritti e Libertà. Qui entrano in gioco Michele Barile, primo degli eletti forte di 320 preferenze, e il secondo Vincenzo Sabella, entrambi ex della maggioranza di Sbrocca. Molti però sono pronti a scommettere che un posto l’avrà il primo dei non eletti, vale a dire il presidente dell’Ordine degli psicologi del Molise, Nicola Malorni. Assessorato alle Politiche Sociali? Oppure, come si mormora già a palazzo, coordinatore dell’Ambito territoriale sociale, la cui presidenza è prerogativa del sindaco di Termoli in qualità di ente capofila, che individua poi il coordinatore? Un ruolo oggi rivestito da Antonio Russo, che è già pronto a fare le valigie.

Sempre restando in ambito di partiti, appare scontato che sia Forza Italia che Fratelli d’Italia possano ottenere almeno un seggio a testa in Giunta. Fra i forzisti il favorito dovrebbe essere il più votato, cioè Giuseppe Mottola ma non è da escludere che, considerando il fattore ‘quota rosa’, venga ripescata la prima dei non eletti che è Fernanda De Guglielmo, già assessora con Di Brino sindaco.

Proprio le quotazioni di Di Brino, unico della maggioranza a marcare visita nel giorno della proclamazione, sembrano in ribasso per l’esecutivo. Sembra più probabile che Roberti, il quale non è mai andato tanto d’accordo con l’ex sindaco, scelga di avere al suo fianco un’altra donna, quella Silvana Ciciola che ha preso più voti di tutti con Fratelli d’Italia e che addirittura era stata indicata inizialmente dal partito di Giorgia Meloni per rivestire il ruolo di primo cittadino.

Silvana Ciciola

E poi c’è Siamo Termoli nel futuro, la lista civica che ha portato all’elezione di Nico Balice. Difficile che quest’ultimo accetti una eventuale proposta da assessore, e non è nemmeno scontato che un posto spetti all’ultima delle sei liste pro Roberti. In caso affermativo però il nome forte sarebbe quello del primo dei non eletti, vale a dire l’ex assessore Toni Spezzano.

Le caselle come detto sono limitate per i tanti papabili, ma non vanno dimenticati gli altri incarichi possibili. Dall’Ambito sociale, come già detto, all’ambitissimo posto nel Consorzio per lo Sviluppo Industriale, fino al Nucleo di valutazione alle varie commissioni consiliari: in tanti potrebbero avere una poltrona, anche se le poltrone non sono tutte uguali chiaramente.

Ma c’è anche chi non si è candidato e proprio per questa ragione c’è, e pure con un ruolo di protagonista. È il caso di Remo Di Giandomenico, organizzatore dietro le quinte della campagna elettorale di Roberti. L’ex sindaco ha ritirato la propria candidatura alla vigilia della presentazione delle liste in forza di un accordo che gli assegna, a giochi fatti (e vittoria guadagnata) un peso non trascurabile. Chi lo conosce è pronto a scommettere che possa avere un incarico in cui mettere a frutto la sua lunga esperienza, un posto di organizzazione e gestione degli uffici comunali. Insomma, un incarico da super consulente del Comune, un po’ il ruolo ricoperto da Donato Petrosino nell’Amministrazione Sbrocca. E non è da escludere che un posto spetti anche a Michele Cocomazzi, altro uomo molto vicino a Roberti nel percorso che l’ha portato a diventare sindaco. D’altra parte, tra poltrone all’interno dello staff del sindaco e posti da dirigente fiduciario in Municipio, si troverà il modo di accontentare tutti. A patto che le mire degli eletti e dei non eletti che hanno contribuito all’elezione di Roberti non siano eccessivamente pretenziose.

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