I problemi del lavoro

Sindacati in piazza per proroga del blocco licenziamenti. Il Pd lancia l’allarme: “600 molisani rischiano il lavoro”

Nel giorno della manifestazione di piazza dei sindacati, il capogruppo dem Micaela Fanelli fa il punto: "Circa il 15% circa degli attuali cassintegrati potrà andare incontro a un licenziamento nella nostra regione"

A Roma è il giorno della grande manifestazione di Cgil, Cisl e Uil che chiedono la proroga del blocco dei licenziamenti almeno fino al 31 ottobre. E al Governo Draghi hanno chiesto impegni a tutela dei posti di lavoro. La pandemia infatti ha provocato una grave crisi economica e un’emorragia di posti di lavoro.

Senza la proroga del blocco dei licenziamenti, migliaia di lavoratori perderebbero una fondamentale forma di sussidio al reddito. Tutto mentre la ripresa economica “ancora non si concretizza”, argomenta la consigliera regionale del Pd Micaela Fanelli che fornisce alcuni dati sull’emergenza lavoro nel nostro Paese.

Secondo l’Ufficio Parlamentare di Bilancio a rischio ci sarebbero 130mila posti di lavoro. Oltre 500mila sia per Bankitalia che per le organizzazioni sindacali che, ipotizzano, si possa arrivare a circa 2 milioni di lavoratori.

“In tutti i casi – osserva il capogruppo dem in Consiglio regionale – parliamo di numeri elevati che devono allarmare e indurre a poter operare una profonda riflessione sull’impatto negativo che rischierebbe di divenire drammatico in contesti economici e sociali come quello molisano”.

In Molise, secondo i dati Inps, ricorda Micaela Fanelli, “i percettori di Naspi (l’indennità mensile di disoccupazione, ndr) sono 20.481; 2.447 quelli che percepiscono il pagamento diretto della Cassa integrazione straordinaria, 1.517 per la Cassa integrazione in deroga. Alla luce di questi numeri e considerando che la maggior parte delle piccole e medie imprese, anche con lo sblocco dei licenziamenti non procederanno ad attivare procedure di licenziamento per non privarsi della manodopera qualificata e, premesso che i numeri sono frutto di elaborazioni e stime fatte sulle ore di CIG richieste e non su quelle effettivamente utilizzate, si può ragionevolmente stimare che un 15% circa degli attuali cassintegrati potrà andare incontro a un licenziamento. Un numero che, indicativamente, in Molise si aggirerebbe intorno alle 600 unità”.

In pratica sarebbe l’ennesimo colpo per un tessuto economico fragile.

Micaela Fanelli parla di una “stima prudenziale ma realistica e preoccupante per il territorio molisano, già messo a dura prova sul fronte dell’occupazione, i cui dati, ad oggi, fotografano una situazione che mai si è registrata in Molise. Il numero elevatissimo di NASPI, ovvero di disoccupazioni attualmente pagate dall’INPS, è ai massimi storici.
Parliamo di poco meno di 21mila persone, per l’esattezza 20.481 percettori. Si tratta di persone che hanno una disoccupazione della durata massima di 2 anni, quindi una parte fa riferimento anche al periodo pre-pandemia. È un allarme sociale fortissimo su cui non è possibile tacere e a cui, ora, si aggiunge una nuova preoccupazione.
Fino a quando il sistema regionale del lavoro può reggere una simile condizione? Senza politiche attive del lavoro cosa sarà di chi ad oggi percepisce l’indennità mensile di disoccupazione? Per loro quale futuro?2.

La consigliera regionale quindi incalza anche il governo regionale: “Chiediamo un impegno serio, concreto e reale per tutti coloro che in Molise hanno perso il lavoro. Un impegno immediato per ridare un futuro a giovani, meno giovani e famiglie. In Molise la politica sia vicina ai bisogni di lavoratori e imprenditori. Il Molise scelga il lavoro come perno su cui fondare una ripresa capace davvero di ridurre le disuguaglianze sociali e territoriali2.

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