La replica

Assistenza migranti, operatori Medihospes a ‘Rifugio sicuro’: “Lavorerete con noi”

Le parole dei dipendenti della cooperativa che ha vinto il bando per il progetto Siproimi a Termoli

Gli operatori e le operatrici della cooperativa sociale Medihospes Onlus hanno scritto una lettera aperta ai colleghi di “Rifugio Sicuro”, che fanno parte della Fondazione Istituto Gesù e Maria di Termoli, dopo che questi ultimi avevano pubblicamente ammesso la loro amarezza per il fatto di aver perso dopo dieci anni il bando di gestione del servizio Siproimi ex Sprar proprio appannaggio della Medihospes.

“Siamo un gruppo di operatori e operatrici della Cooperativa Sociale Onlus che si è aggiudicata l’appalto per la gestione del Servizio di Accoglienza ed Integrazione dei migranti (Rete S.A.I., ex Siproimi ed ex Sprar) del Comune di Termoli. Molti di noi collaborano, in qualità di dipendenti a tempo indeterminato assunti nei vari profili professionali, da molti anni con la suddetta onlus” scrivono gli operatori nel tentativo, sottolineano, di tranquillizzare i colleghi e l’opinione pubblica.

“Prima di tutto perché sicuramente sarete voi a continuare a fornire tale servizio; a quanto ci risulta ci sono obblighi contrattuali in merito; “cui prodest” la lettera che avete scritto?

In secondo luogo, la Cooperativa Sociale Onlus che opera da oltre un decennio sui nostri territori ha sempre rispettato i contratti collettivi di lavoro ed ha utilizzato solo ed esclusivamente personale (operatori, assistenti sociali, mediatori linguistici, informatori legali, psicologi) che vivono in Molise e conoscono il territorio e quanto questo può offrire in termini di integrazione ed inclusione.

Ha acquisito anch’essa una notevole esperienza in loco avendo gestito, oltre ai progetti Sprar di Agnone, Larino e Poggio Sannita, anche diversi Centri di Accoglienza Straordinaria: “Le Dune” di Petacciato, “Xenia” di Ripabottoni, “Happy House” di Ripalimosani e, a tutt’oggi, “Il Tratturo” di Campolieto.

In questo impegno abbiamo avuto anche noi qualche piccolo risultato. La vittoria ai Mondiali di calcio dell’integrazione organizzata dalla Parrocchia dei SS. Pietro e Paolo nel 2018. I ragazzi inseriti nelle squadre locali di calcio. Il ragazzo che ha fatto carriera come pugile. I progetti realizzati con le amministrazioni comunali (in particolare, “L’Integrazione fa la Differenza” col Comune di Petacciato). La partecipazione alle rievocazioni storiche e le varie manifestazioni culturali organizzate direttamente: i “Tamburi della Pace”, “Riccia incontra l’Africa”, “Tutto il Mondo è Paese”, “La Croce di Lampedusa”, “Migrastorie – I Doni scambiati”. Dobbiamo continuare?

Non vogliamo difendere la Cooperativa; non ci compete e non ci interessa. Da un lato vogliamo difendere il nostro lavoro da attacchi pregiudiziali e, dall’altro, non vogliamo riempirci la bocca con paroloni, a volte, impropriamente utilizzati.

In merito al primo punto vogliamo dire che in questi anni abbiamo svolto il nostro lavoro con grandi sacrifici e difficoltà (probabilmente anche con molti errori) e non permetteremo a nessuno di svalutarlo e sminuirlo.

Per quanto riguarda il secondo aspetto, il nostro operare è stato debitamente accompagnato, sostenuto e, soprattutto, remunerato; la medesima cosa riteniamo sia accaduta anche per voi: probabilmente con meno sacrifici di quanti ne abbiamo potuti fare noi (pura congettura, la nostra), ma sicuramente dietro compensi e remunerazioni puntuali e regolari”.

La lettera aperta fa riferimento anche ‘commenti di qualche giornalista’. Piccolo inciso per gli operatori di Medihospes: se si intende rispondere a un articolo lo si fa mettendo nomi e cognomi, non con sguaiate allusioni. L’articolo di Primonumero non conteneva commenti, bensì era un approfondimento teso a rimarcare quali differenze potranno esserci con questo cambio in vista. Piaccia o meno il giornalismo è anche questo, e non il mero copia-incolla.

Leggi la lettera

leggi anche
giornata del migrante e del rifugiato
Il caso
Accoglienza senza l’obbligo del profitto: ora il Rifugio Sicuro a Termoli non è più lo stesso. Grossa società vince l’appalto per un soffio
rifugio sicuro libro caritas sprar
L'ospite
Il nostro “rifugio sicuro”
inaugurazione ufficio sai via polonia camillo aceto
Progetto sai
“Nuova” accoglienza a Termoli, confermati gli operatori ma con orari ridotti. Inaugurata la sede per i corsi di lingua
commenta