Progetto sai

“Nuova” accoglienza a Termoli, confermati gli operatori ma con orari ridotti. Inaugurata la sede per i corsi di lingua

In via Polonia n. 16-18 è stata oggi inaugurata la sede della Medihospes dove i beneficiari del progetto di accoglienza e integrazione faranno lezioni di italiano. "Un punto di riferimento che mancava" dopo il cambio del gestore. Qualche 'intoppo' però ancora c'è, probabilmente dovuto al recente avvicendamento

L’occasione per scambiarsi – come da tradizione – gli auguri di Natale è coincisa con l’inaugurazione del nuovo ufficio in via Polonia del progetto Sai (sistema accoglienza integrazione) che ha preso ufficialmente il via il 1 ottobre a Termoli.

ufficio sai via polonia

Dopo che l’affidamento del servizio, con apposita gara, è passato dalle mani dell’Istituto Gesù e Maria (Caritas, per intenderci) alla Medihospes, il progetto di accoglienza (ex Sprar, ex Siproimi, ora Sai) ha vissuto oggi, 9 dicembre, un momento di condivisione tra i vari operatori dei diversi progetti gestiti sul territorio dalla cooperativa sociale. Palata, Santa Croce di Magliano, Montecilfone, Guglionesi, Larino, ora Termoli (per limitarci al Basso Molise perché altri sono a Riccia e Campolieto e, prima ancora, ve ne era uno ad Agnone).

Dell’avvicendamento alla gestione del progetto di accoglienza, il cui titolare è il Comune di Termoli, vi avevamo parlato nei mesi scorsi. Il progetto è partito ufficialmente il 1 ottobre, a seguito di un periodo in cui è stato prorogato l’affidamento all’ex gestore.

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Un cambio non esattamente facile, che ha avuto una serie di strascichi (dopo l’assegnazione il precedente gestore, che per pochissimi decimi di punteggio ha perso il bando, ha chiesto l’accesso agli atti) e alcune inevitabili conseguenze su operatori e beneficiari. “Abbiamo confermato tutti gli operatori inseriti nel precedente progetto” così Camillo Aceto, presidente (di Guglionesi) della Medihospes. In realtà qualcuno ha rinunciato per via del cambio del datore di lavoro (e delle mutate condizioni lavorative oltre che dei differenti metodi) e si è aperta in ogni caso una procedura coi sindacati per la tutela di chi invece ha confermato il proprio ruolo.

camillo aceto padre enzo ronzitti

Ad oggi gli operatori del progetto termolese sono 20, solo 3 sono nuovi acquisti. Alcuni degli operatori riconfermati lamentano però una riduzione dell’orario lavorativo. “A molti di noi da 38 ore settimanali si è passati a 22. Un part-time forzato, praticamente”, ci racconta uno di loro salvo poi dirci che è previsto un aumento di ore e dunque la speranza che ciò accada per alcuni di loro è concreta.

inaugurazione ufficio sai via polonia

Ad essere confermati sono stati anche gli 11 appartamenti, dislocati sul comune di Termoli, dove trovano accoglienza i complessivi (ad ora) 67 beneficiari. Persone (in alcuni casi famiglie con minori) provenienti da diversi Paesi, in particolare dall’Africa (Nigeria, Egitto ecc.) ma, di recente, anche dal tribolato Afghanistan. Come Abbas, 32 anni e arrivato 4 mesi fa in Italia con tutta la famiglia al seguito. Gli abbiamo chiesto come si trova e se gli piace il nostro Paese: “Bene, sono qui con mia moglie e i nostri 3 bambini, ho dei gemelli” ci spiega con un gran sorriso. Poi le parole che raccontano tutto il mondo di sofferenza dietro la scelta di partire. “I had no choice”.

ufficio sai via polonia

L’ufficio inaugurato oggi sarà una sorta di back office per gli operatori (specie quelli addetti alle funzioni più burocratiche) del progetto. Da una parte scrivanie dotate di pc per loro, dall’altra una stanza che fungerà da aula per le lezioni di italiano rivolte agli stranieri accolti.

padre enzo ronzitti

A benedire il nuovo locale – che costituisce un nuovo e atteso luogo di riferimento – padre Enzo Ronzitti. “Si benedicono le cose e le case perché vengano usate bene dalle persone. Il vostro lavoro – ha detto rivolto ai tanti operatori presenti – è quello di accorciare le distanze e, come ci ricorda sempre Papa Francesco, di rimettere al centro le persone”. Infine il monito, prima della preghiera: “Gli uomini e le donne per cui lavorate chiedono soprattutto accoglienza nel vostro cuore”.

Uno spazio che mancava, dunque, e che nei mesi immediatamente successivi al cambio di gestore non era stato – fino ad oggi appunto – attivato. Un vulnus di cui potrebbero aver risentito negativamente i beneficiari, spaesati anche a ragione di ciò. “A me hanno ridotto le ore – ci spiega un altro dipendente – ma domani c’è necessità di accompagnare una delle utenti a fare il tampone. Non sarò di turno ma ci andrò lo stesso, saranno ore di volontariato”.

inaugurazione ufficio sai via polonia

Non è mancata qualche polemica da parte dei proprietari delle abitazioni di cui il progetto si avvale. All’incontro odierno uno di questi si è presentato e ha chiesto spiegazioni, lamentando di non aver ricevuto tuttora alcun affitto. “Sono passati 3 mesi (in verità poco più di due dal 1 ottobre, ndr). A me dispiace e finora ho soprasseduto, ma se continua così dovrò sfrattare la povera famiglia che ospito”. I dirigenti della cooperativa smentiscono che queste situazioni siano diffuse. “Nel caso del signore c’è stata una svista amministrativa, peraltro i primi due mesi di caparra gli sono già stati versati, quindi di che ritardo parliamo?”. E rassicurano che eventuali ritardi nei pagamenti ai locatari delle abitazioni sono in qualche modo fisiologiche vista la natura del progetto (i soldi arrivano con uno sfasamento temporale e solo dietro rendicontazione) e la recente partenza. “Se c’è stato qualche ritardo è stato minimo e presto verrà sanato. La nostra priorità è andata al pagamento delle tasse e degli stipendi dei lavoratori”. E infine: “Non stiamo parlando di una piccola associazione: la Medihospes gestisce decine di progetti in tutta Italia”.

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