Campobasso

Impianto ossigeno malfunzionante e obsoleto, Procura nomina 2 periti. Blitz del Nas al Cardarelli

Si indaga sulla relazione tra l'impianto di ossigeno fatiscente, costruito oltre 15 anni fa e in stato di deterioramento, e le morti al quinto piano dell'ospedale, dove è stato ricavato il reparto di sub intensiva dedicato al covid-19 e dove sono in funzione contemporaneamente decine e decine di Cpap. Il Procuratore capo Nicola D'Angelo ha nominato un medico e un ingegnere clinico per una relazione tecnica, mentre i Nas hanno acquisito documentazione e stanno proseguendo nelle verifiche.

L’impianto di ossigeno del Cardarelli all’attenzione della Procura della Repubblica di Campobasso, che ha ordinato una perizia tecnica per accertare l’eventuale malfunzionamento delle condotte. I tubi che trasportano ossigeno salvavita sono in fase di sostituzione soltanto adesso, a un anno di distanza dall’inizio della pandemia e in seguito a una determina del responsabile della manutenzione ospedaliera, che ha disposto di affidare a una ditta i lavori per la nuova montante di gas medicinale al servizio dell’ospedale.

L’impianto attuale è, secondo le parole dello stesso dirigente,  “malfunzionante e obsoleto”.

Pazienti morti soffocati, una determina ammette: “L’impianto di ossigeno al Cardarelli è vecchio e non è sicuro”

 

Esiste una relazione tra l’impianto di ossigeno fatiscente, costruito oltre 15 anni fa e in stato di deterioramento, e le morti al quinto piano dell’ospedale, dove è stato ricavato il reparto di sub intensiva dedicato al covid-19 e dove sono in funzione contemporaneamente decine e decine di Cpap?

È una domanda alla quale il procuratore capo Nicola D’Angelo vuole dare una risposta. Il giallo dell’impianto di ossigeno è stato inserito nella inchiesta su sanità e gestione emergenziale pandemica in Molise, la stessa indagine nella quale risulta iscritto sul registro degli indagati Angelo Giustini, ex commissario ad acta.

Ieri i carabinieri del Nucleo Anti Sofisticazione coordinati dal luogotenente Mario Di Vito hanno acquisito in ospedale tutta la documentazione tecnica, affiancati dai due periti nominati dalla Procura, un medico e un ingegnere clinico ai quali è stato assegnato il compito di relazionare sull’impianto, sulla sua capacità, sulla sua sicurezza.

Quanto ossigeno può erogare la montante di gas medicinali che risale la struttura di Contrada Tappino fino al quinto piano? Per quante maschere e caschi di ventilazione può bastare?

Sulle vicenda, lo ricordiamo, sono stati presentati anche degli esposti fra cui quello di Maria Teresa Lombardi il cui papà è deceduto nel reparto di malattie infettive il 9 novembre. Il signor Lombardi aveva 80 anni e nel telefonino restituito alla famiglia dopo il decesso ci sono immagini strazianti e denunce video dell’uomo, che lamentava di non riuscire a respirare perché la maschera non funzionava bene.

“Mio padre si lamentava che la maschera non funzionava, che l’ossigeno non arrivava” ha riferito Maria Teresa, il cui caso è stato raccontato anche da televisioni nazionali.

Il 18 febbraio scorso una ammissione inequivocabile di carenze dell’impianto è arrivata attraverso il provvedimento numero 24 del responsabile Unità Operativa complessa tecnico manutentivo Asrem. “La recrudescenza dell’emergenza covid – si legge testualmente – sta obbligando presso l’ospedale Cardarelli di Campobasso il ricovero di numerosissimi pazienti affetti da coronavirus che necessitano di cure ospedaliere ed in particolare di somministrazione di ossigeno. Pazienti che – si legge ancora – sono in forte difficoltà respiratoria e per i quali è necessario l’utilizzo delle semplici mascherine per l’erogazione di ossigeno o nei casi più gravi l’utilizzo della ventilazione meccanica a pressione positiva continua, più comunemente conosciuta come Cpap, che è in grado di fornire una pressione positiva costante rispetto alla pressione atmosferica”.

Ora tocca agli inquirenti verificare la corrispondenza tra le denunce e l’effettivo insufficienza della montante di ossigeno rispetto alle esigenze dei ricoverati con il covid. I carabinieri del Nas torneranno al Cardarelli a breve per proseguire le verifiche e ispezionare i macchinari di trattamento in ospedale.

 

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