Nel reparto dei bambini

Pediatria: due soli posti letto al Cardarelli causa Covid. Mancano i medici e il concorso per reclutarli rischia il flop

Nell'ambito della riorganizzazione dei reparti la Pediatria del Cardarelli è stata spostata al quinto piano con due soli posti letto per la cura dei bambini. Intanto il direttore sanitario Virginia Scafarto annuncia il concorso per i dirigenti medici "al fine di potenziare l'unità operativa". La prova si svolgerà oggi al Vietri di Larino ma c'è il rischio che la selezione vada deserta e che i vincitori non vengano assunti per l'assenza di convenzioni con le università in cui specializzarsi.

E’ stato spostato al quinto piano dell’ospedale Cardarelli di Campobasso il reparto di Pediatria. Solamente due i posti letto attualmente disponibili per i bambini che dovessero avere necessità di un ricovero. “Pochi, certo – conferma dietro l’anonimato chi in quella unità operativa ci lavora – ma sempre meglio di niente. E comunque è preferibile all’ipotesi Veneziele di Isernia dove era stata ventilata la possibilità di trasferire la Pediatria nell’ambito della riorganizzazione Covid”.

L’ospedale pentro è stato scartato anche perché avere una terapia intensiva neonatale nello stesso nosocomio gioca a favore di eventuali piccoli pazienti e fa stare più tranquille le loro famiglie.

In questi mesi l’hub di contrada Tappino – sulla carta unico ospedale Covid per il Molise – ha subito diversi stravolgimenti per cercare posti letto, riservare percorsi e aree dedicate esclusivamente alla cura dei malati col virus Sars CoV-2. Separare la gestione dell’infezione dalle cure ordinarie è stato un obiettivo che ha inevitabilmente ridotto gli spazi nei cosiddetti reparti tradizionali.

Come, per l’appunto, quello di Pediatria che al pari di tante altre unità operative soffre anche per una atavica carenza di medici. Ma ora c’è una buona notizia: “Il 15 dicembre – fa sapere il direttore sanitario Virginia Scafarto – ci sarà il concorso per dirigenti medici volto a potenziare l’unità operativa di Pediatria”.

Le prove (scritto e orale) si svolgeranno oggi all’ospedale Vietri. Circa sessanta gli aspiranti dottori per gli otto posti da dirigente medico in Pediatria con competenza in Neonatologia. Tra loro, che arrivano per lo più dalla vicina Campania, la stragrande maggioranza sono medici specializzandi e solo una piccolissima percentuale ha già terminato il percorso di specializzazione.

Cosa significa tutto questo in termini pratici vale la pena spiegarlo perché da questa differenza (specializzandi e specializzati) dipenderà l’esito del concorso e il materiale arrivo dei dottori nei reparti dei bambini di Isernia, Termoli e Campobasso.

Gli specializzandi sono quelli che, dopo il concorso, continueranno a studiare e dare esami all’università ma verranno anche impiegati in reparto nelle more del perfezionamento del loro titolo. Per svolgere la parte teorica, però, serve una facoltà di Medicina che abbia la specializzazione in Pediatria  e Neonatologia. E all’Unimol questo non c’è.

“Ed è proprio questo il punto! Bisognerebbe stipulare delle convenzioni in modo da non far scappare i vincitori di concorso in altre regioni. Ma da come mi risulta ce n’è una soltanto con l’università Vanvitelli di Caserta”. A parlare così è il consigliere regionale Angelo Primiani (M5S) che già a luglio scorso aveva parlato della carenza di pediatri e neonatologi e dei concorsi lumaca in riferimento alla procedura per l’assunzione di dirigenti medici.

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“Proprio per le lungaggini burocratiche causate dalla mancanza di convenzioni con altre università che non sia quella molisana la volta scorsa due medici specializzandi che avevano vinto il concorso non hanno più firmato il contratto”.

Alla fine i due hanno potuto indossare il camice ma alla Asl di Potenza dove sono andati a lavorare lasciando in affanno un reparto importantissimo guidato da anni dal dottor Vincenzo Santilli. Il primario, o meglio, il facente funzioni di primario, è in realtà inquadrato come dirigente medico anche se prende decisioni e si addossa responsabilità enormi da anni come fosse il primario della Pediatria e della Neonatologia (a Campobasso, Termoli e Iserrnia). E questo accade perché l’Asrem non fa un concorso per primari.

Il consigliere Primiani non è l’unico a temere che questo concorso non andrà a buon fine. Anche se con motivazioni diverse il direttore sanitario dell’Asrem Virginia Scafarto ha paura di una scarsa partecipazione. “Domande ne sono arrivate – dice con un filo di amarezza – ma chissà se parteciperanno, noi ce lo auguriamo anche per Termoli e Isernia. Per fortuna in questo periodo il reparto di Campobasso riesce a rispondere ai bisogni dei pazienti anche con due soli posti letto, i ricoveri sono rari, si tratta più che altri di consulenze da pronto soccorso e codici a bassa gravità”.

Forse avere come sede della prova Campobasso e non Larino avrebbe agevolato i medici-studenti che giungono in Molise dalla Campania nel bel mezzo di una pandemia che non è certamente un incentivo a spostarsi. Soprattutto considerando la scarsa efficienza dei nostri trasporti pubblici. E anche avvertirli per tempo avrebbe aiutato visto che fino pochissimi giorni fa non c’era neppure certezza di una data per la prova. Senza contare che si tratta dello stesso concorso di fine novembre annullato per un difetto di convocazione: in pratica all’Asrem si erano dimenticati di avvisare tutti che c’era l’esame e così hanno dovuto rifare tutto daccapo.

Intanto oggi a Larino è il giorno della prova. Si vedrà.

 

 

 

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