Le conseguenze della pandemia/3

Le consegne a domicilio e un boom che non c’é: “Il delivery può salvare la ristorazione ma il Molise deve digitalizzarsi”sondaggio

Sempre più persone utilizzano i servizi a domicilio di ‘TiportoTermoli’ e Goldeat ma l’incremento non è sostanzioso come altrove: “Senza lockdown lavoriamo meglio”

Una volta c’era Pizza Taxi. Ti veniva voglia di due pezzi di margherita, chiamavi la pizzeria e in pochi minuti avevi la cena sulla tavola. Oggi a Termoli si può ordinare molto di più: dagli spaghetti alle vongole agli hamburger, dalla spesa vera e propria alla scorta di farmaci. È il settore delle consegne a domicilio, o delivery, come molti preferiscono chiamarlo. Mentre in tutta Italia sta conoscendo un boom dovuto anche alla pandemia, in Molise non è propriamente lo stesso, forse perché le novità fanno sempre un po’ di fatica ad attecchire da noi. Come confermano i titolari di ‘Ti Porto Termoli’ e ‘GoldEat’, due servizi di consegna a domicilio nati negli ultimi anni a Termoli e dedicati esclusivamente alla città adriatica.

GoldEat esiste dal 2016 ed è esclusivamente dedicata al mondo della ristorazione, mentre Ti Porto Termoli è stata sviluppata successivamente allargando i propri servizi ad altro. “Ristoranti, pizzeria, farmacia, supermercati, c’è anche un negozio di ottica – dice il titolare -. All’estero questi servizi sono consolidati, qui un po’ meno”. Son oltre 40 le attività registrate sulla App scaricabile su smartphone e tablet dove poter ordinare la spesa o una cena a base di sushi.

Ma chi pensa a un boom vissuto col lockdown è fuori strada. “Quel periodo ha aiutato lo sviluppo del digitale in generale, ma il Paese non era preparato a questa situazione. Noi come servizio – affermano i gestori dell’App – nasciamo ben prima. Abbiamo avuto i nostri problemi all’inizio del lockdown perché non si sapeva bene come muoversi. Oggi fra dispositivi di sicurezza e accortezze siamo molto più tranquilli”.

Goldeat ha qualche in più, il che fa dire al responsabile del servizio che “lo scontrino medio in questi anni è sceso. Se una famiglia prima ordinava pizze, patatine e coca cola, oggi si limita alle pizze. Purtroppo anche i locali hanno aumentato i prezzi e molti scelgono di restare aperti solo a pranzo senza fare delivery la sera. Il numero di ordini invece è stabile, perché comunque Termoli è una realtà piccola e la differenza spesso la fa il nome del locale. Voglio dire che le persone ordinano cibo da asporto in un locale specifico e senza quello preferiscono non ordinare nulla”.

Ti Porto Termoli invece assicura che “non è una questione di percentuale che è cresciuta, quanto di concentrazione”. Il titolare rivela che “a volte è capitato anche a me di dover andare a fare delle consegne. Siamo arrivati ad avere 8 ragazzi come rider, mente oggi ne abbiamo 6. Forse potremmo avere bisogno di qualcuno a breve”.

Quello dei rider è un argomento scottante. “Ma noi li abbiamo sempre pagati a ore e non a cottimo, oltre al rimborso benzina. Purtroppo però molti mollano, dicono che è faticoso e non ce la fanno. Intendiamoci, non è il lavoro dei sogni, però si tratta di andare in auto a fare consegne”. Così oggi praticamente tutti i dipendenti sono “ragazzi che studiano e vogliono guadagnare qualcosa”. E gli orari? “Solitamente dalle 19 alle 22 di sera e un’oretta a pranzo”.

GoldEat è più ‘fai da te’, con un giovane che si occupa della gestione degli ordini e delle consegne, anche perché al momento le attività registrate sono meno di dieci. Sarà anche per il fatto che di giorno i locali sono aperti, ma per il pranzo le richieste sono molte meno rispetto alla cena.

tiportotermoli box consegna domicilio

“Senza restrizioni si lavorava molto meglio – sostengono da Tpt -. Ci si organizzava molto meglio, perché sapevi prima quante consegne c’erano da fare. Adesso tutti vogliono prenotare allo stesso orario, specialmente il sabato sera, ma bisogna capire che una pizzeria, tanto per fare un esempio, ha un solo forno e non può sfornare più di un tot di pizze”. Così non è raro prendersi sfoghi e improperi di tutti i tipi. “È molto stressante, ma certe situazioni le capisco. C’è gente che non può uscire e ha queste reazioni”.

Per GoldEat questo periodo andrebbe sfruttato meglio. “I locali devono capire che è il momento di digitalizzarsi. Non vogliono spendere per un’App di delivery? Benissimo, allora aprano una pagina Facebook e prendano ordini su Messenger. Così magari invece di licenziare il cameriere, possono mandarlo a fare consegne”.

Importante sarebbe quindi adeguarsi all’epoca che viviamo. “La digitalizzazione è fondamentale per migliorare la gestione delle risorse umane e per offrire un servizio migliore al cliente. In questo modo si evitano anche assembramenti di gente che viene a ordinare direttamente nel locale. Il delivery può salvare la ristorazione in questo periodo, perché può consentire di mantenere posti di lavoro che altrimenti sono”.

E poi un appello anche ai clienti. “Non facciamo come quest’estate che ci siamo dimenticati del virus. Occorre rispettare le regole, quindi state a casa che l’aperitivo e la cena possiamo portarveli noi”.

Se nel dopo pandemia il settore si consoliderà o verrà messo in soffitta, le opinioni sono discordanti. “A Termoli – dicono da GoldEat – rischia di essere dimenticato. Viviamo in una bella città, il tempo è quasi sempre bello. Basta vedere cos’è successo quest’estate, a tutti piace uscire. Probabilmente resterà come supporto quando fa freddo. Noi dal nostro canto vorremmo fare di più ma onestamente siamo molto condizionati dai vari Dpcm. A ogni decreto siamo col cuore in gola”.

Ti Porto Termoli invece fissa un obiettivo futuro: “Offrire servizi a domicilio a 360 gradi, vogliamo diventare una total delivery. Oggi la risorsa maggiore non è il denaro, bensì il tempo”.

 

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