Campobasso

Drug market, preso l’ultimo uomo. Si chiude il triangolo del traffico di coca

Si era rifugiato a Marcianise il 32enne albanese che aveva fiutato l’arrivo delle manette e si era dato alla fuga. Poche ore di evasione: i carabinieri del Tenente Felici lo hanno scovato e confinato ai domiciliari. Con il suo arresto demolite interamente le direttrici principali dello spaccio: San Severo, Campobasso, Caserta

Era l’unico che mancava all’appello. L’ultimo uomo: quello che da Succivo, in provincia di Caserta, si preoccupava di rifornire di coca purissima i ‘raffinatori’ campobassani.

Detto “l’albanese”, era lui il riferimento in Campania per acquistare droga che giunta nel capoluogo sarebbe stata tagliata, confezionata e spacciata.

Trentadue  anni, con precedenti specifici, aveva però fiutato l’odore delle manette e poco prima che i carabinieri bussassero alla sua porta si è dato alla fuga. E’ scappato a Marcianise, dove  – a casa di amici  – si è rifugiato in queste ultime ore pensando di farla franca.

Ma i militari del Nucleo operativo e radiomobile di Campobasso che – anche sui movimenti del 32enne albanese hanno lavorato a lungo per quasi un anno – sapevano bene dove prenderlo. E l’hanno beccato questa mattina.

conferenza Carabinieri drug market

Era proprio lì, a Marcianise,  e alla vista dell’uniforme non ha reagito. Arreso alla misura cautelare  –emessa dal Gip Veronica D’Avignone su richiesta della procura di Campobasso che ha affiancato i carabinieri del tenente Felici nello scrupoloso lavoro info-investigativo di questi ultimi mesi –  è stato confinato nella sua casa di Succivo in regime di arresti domiciliari.

Lui era l’ultimo tassello. L’ultima pedina di un puzzle complesso ed articolato che è stato smantellato da un’inchiesta definita “robusta” finanche dai legali degli indagati interrogati che dovranno provare a smontare le accuse che si richiamano al famoso articolo “74” del Dpr 309/1990: associazione a delinquere finalizzata allo spaccio. Significa che gli indagati rischiano dai 10 ai 20 anni di carcere.

Ma significa anche che per i criteri inequivocabili e scrupolosi che hanno adottato i carabinieri del Norm di Felici nel coordinare indagini così delicate, sarà difficile dimostrare il contrario di quanto raccontano i video, le confessioni, le intercettazioni, i pedinamenti, le perquisizioni.

Sarà complesso, se non impossibile,  demolire le prove di quei viaggi su direttrici che formano un triangolo ormai consolidato: Campobasso – San Severo – Caserta. E’ qui che si compra la coca.

Foto varie

In via Romagna, a Campobasso, invece si facevano le dosi. Una volta confezionate, si passava alla fase dello spaccio: ora in casa, ora lanciando finanche i sacchettini di cellophane dalla finestra.

I carabinieri hanno verbalizzato in meno di un anno almeno 1500 cessioni di cocaina. Insospettabili, giovanissimi, non sempre figli del ‘disagio’ che banalmente si crede ma un ‘cancro’ che riguarda ogni ceto sociale. E loro, le due famiglie a capo dell’organizzazione, su questo ‘cancro’ ci hanno creato un business rilevante. Avevano investito poche centinaia di euro per l’acquisto della roba pura si sono trovati a gestire migliaia di euro di utili, ammazzando il futuro di migliaia di giovani e speculando sulle lacrime versate da tante, troppe famiglie di Campobasso.

 

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