Dopo la cassazione

Sentenza consiglieri surrogati: “Molisani oltraggiati. Chi ha sbagliato deve pagare di tasca propria”

Il consigliere comunale della Lega a Campobasso Alberto Tramontano contro Toma: "Il centrodestra non ricandidi chi si è reso colpevole di atti privi di dignità e moralità”.

Ma dopo tutto quello che è successo, chi paga? Risposta scontata: noi cittadini. Però le responsabilità sono evidenti. Della classe politica regionale per prima e non solo della maggioranza, visto che la legge venne votata da 18 consiglieri su 21 (solo Facciolla, Fanelli e Iorio votarono No). Ma viene anche da chiedersi perché ci siano voluti tre gradi di giudizio per arrivare a una sentenza lampante. Eppure nessuno pagherà. La sentenza della Cassazione che ha dichiarato illegittima la legge – o meglio la sua applicazione retroattiva – sulla surroga dei consiglieri risultati primi dei non eletti però non può passare come nulla fosse.

Oggi è il consigliere comunale di Campobasso Alberto Tramontano, esponente della Lega, a prendere la parola pubblicamente criticando con asprezza il presidente Toma. “La Corte costituzionale e il Molise. Elezioni regionali del Molise 2018. Chi si candida lo fa conoscendo bene il meccanismo: i consiglieri regionali nominati assessori sono sospesi dal ruolo di consigliere e subentrano a loro i primi dei non eletti. Meccanismo semplice, conosciuto e attuato. Ad un certo punto, durante l’attuale consiliatura regionale, il consiglio regionale decide che non è più così.

La norma sulla surroga viene abolita e i consiglieri regionali che ne hanno beneficiato vengono cacciati dal consiglio regionale del Molise, dall’oggi al domani. Una decisione politica oscena, cinica, priva di ogni giustificazione, di ogni morale.

Decisione attuata da una classe politica che andrebbe spazzata via. La politica in Molise è morta. E conosciamo i nomi degli assassini.

La Corte costituzionale, nei giorni scorsi, interviene e con una sentenza limpida e imbarazzante per la sua semplicità ripristina una condizione di diritto in modo inequivocabile. E il Presidente Toma che fa? Chiede scusa per aver ancora una volta posto la nostra terra in una condizione di biasimo e commiserazione?

Chiede scusa ai diretti interessati per aver nuociuto alla loro carriera politica, alle loro aspettative, alla serenità della loro vita personale e familiare? Non fa nulla di tutto ciò. Si meraviglia e si rammarica perché ha sentito dai diretti interessati “dichiarazioni belligeranti”.

Si aspettava, forse, l’acuto Presidente Toma un inchino, un ringraziamento, un dono speciale da parte di consiglieri eletti dai molisani e cacciati con una operazione di palazzo?

Il popolo molisano merita tutto ciò? Merita di subire l’onta di essere rappresentato in questo modo? Merita di essere calpestato, non considerato, umiliato, mal condotto e continuamente oltraggiato?”

Giorgetti Tramontano

Ma al tempo stesso il consigliere leghista mette in guardia il centrodestra dal riproporre ancora i nomi di chi si è macchiato di quella legge incappando in un errore imbarazzante. “Un consiglio non richiesto ai vertici del centrodestra, se ancora conservano un briciolo di dignità e lungimiranza: non ricandidate chi si è reso colpevole di tali atti privi di dignità e moralità”.

Infine Tramontano interpreta il pensiero di tanti molisani che oggi chiedono che a pagare sia chi ha sbagliato. Pagare nel vero senso della parola, di tasca propria. “E attendiamo ora che la giustizia ordinaria e la Corte dei conti individuino ogni singola responsabilità e che facciano pagare ai responsabili gli effetti economici e morali delle loro azioni”.

 

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