L'abolizione della surroga

Cacciato dal Consiglio, la verità di Tedeschi: “Stavo riaprendo l’ospedale di Venafro e me l’hanno fatta pagare”

L'ex consigliere regionale dei Popolari racconta la sua versione dei fatti: "Ho pagato il mio impegno per la sanità pubblica e l'idea del Reddito di Residenza che ha scatenato grandi invidie"

Fatto fuori da chi contrasta la sanità pubblica per aver cercato di riaprire l’ospedale di Venafro. L’ex consigliere regionale Antonio Tedeschi non fa nomi ma fornisce i motivi che secondo lui hanno portato Toma e i suoi a estrometterlo dal Consiglio regionale, fino a impedirne il reintegro martedì scorso tramite le dimissioni dell’ex assessore Vincenzo Niro. E poi un altro motivo, legato al progetto del Reddito di residenza che Tedeschi aveva lanciato e che stava per concretizzarsi salvo poi finire in soffitta quando lo stesso Tedeschi è stato cacciato dal Consiglio regionale per via dell’abolizione del meccanismo della surroga.

In una lunga nota, Tedeschi ripercorre le tappe della sua esperienza politica degli ultimi cinque anni e fa capire di volersi ricandidare. “Il popolo molisano sta assistendo a un finale di legislatura a dir poco surreale. Siamo di fronte alla frantumazione di una maggioranza che per cinque anni si è data battaglia politica tralasciando completamente i problemi delle persone. Sono peggiorati i trasporti, la sanità è ridotta all’osso, siamo arrivati al punto di avere paura di curarci nei nostri ospedali, i livelli essenziali non sono garantiti, una forte disoccupazione, il confronto con il territorio è stato nullo creando un divario ancora maggiore tra eletti e elettori e continuiamo a essere spettatori di un triste spettacolo che ogni giorno si consuma nei palazzi istituzionali.

Nell’ultima settimana ci sono state ben due dimissioni nella giunta, come se queste avessero un senso civico e di rispetto nei confronti della popolazione: una di queste ha riguardato me personalmente e non posso astenermi nel commentarla per dovere nei confronti dei miei elettori che mi hanno sostenuto e del resto dei molisani che pretendono chiarezza. Quest’ultimo atto, quindi, sancisce in maniera definitiva e palese la strategia partita tre anni fa e conclusasi adesso con questa farsa”.

Tedeschi esplica quindi quelli che sarebbero i motivi della sua esclusione. “La mia esperienza in consiglio regionale è durata circa due anni nei quali ho portato avanti alcune delle istanze per le quali mi ero candidato: la sanità e il problema dello spopolamento delle aree interne. Mi soffermo solo su queste in particolare tralasciando le altre. Ci tengo particolarmente a sottolineare che ero riuscito a far siglare un accordo di confine che avrebbe consentito la vera riapertura dell’ospedale di Venafro. Ben 40 comuni della Campania (il d.g. della Salute della Campania aveva firmato per conto della regione l’assenso all’accordo) e del Molise avevano aderito all’iniziativa di ripristinare il SS. Rosario e renderlo funzionale ai bisogni delle persone. Parlo del periodo di aprile 2020 quando ho presentato ai cittadini il progetto inserito nel Programma Operativo e proposto nel Piano Operativo Sanitario 2019 – 2021, proposto dall’allora commissario ad acta Angelo Giustini (protocollo n° 42534/2020). Si prevedeva la riattivazione del Pronto Soccorso, di un reparto di Medicina interna, Chirurgia Generale, Ortopedia e Traumatologia, Anestesia e Radiologia per un totale di 70 posti letto ordinari e 16 diurni con un collegamento funzionale con l’ospedale di Isernia e l’inserimento, quindi, nella rete ospedaliera regionale e della rete emergenza-urgenza. Eravamo ad un passo dalla riapertura e da lì sono iniziate le manovre per estromettermi. Da quel momento il consigliere Antonio Tedeschi è diventato un problema a tal punto di piegare le leggi a proprio piacimento, calpestando qualsiasi etica politica (per usare un eufemismo) per ‘far fuori’ Antonio Tedeschi.

Altro punto fondamentale della mia attività politica è stata la proposta del reddito di residenza attiva, argomento questo che ha innescato una notevole risonanza mondiale alla nostra regione. Per mesi il Molise è balzato alla cronaca mondiale per questa mia idea: ne ha parlato la CNN, autorevoli giornali europei come The Guardian e prestigiose personalità della classe intellettuale nazionale. Famosa e con una grande eco è stata la mia intervista concessa a Rai News 24 nel settembre 2019.

Con il reddito di residenza attiva sono pervenuti oltre 600 progetti ideati da persone da ogni angolo del mondo disposte a trasferirsi nei nostri piccoli e meravigliosi borghi con popolazione fino a 2000 abitanti (quindi la maggior parte), con lo scopo di aprire in loco una qualsiasi attività (non concorrenziali a quelle già esistenti) e dare nuova linfa ai paesi e combattere la piaga dello spopolamento. Un’occasione senza precedenti sia in termini di visibilità che economici, per non parlare dal punto di vista sociale e culturale. Ad oggi la graduatoria del Reddito di residenza attiva è ferma al palo.

Se nel primo caso mi sono trovato accerchiato da esponenti politici che sono contro la sanità pubblica, nel secondo invece ho sentito sulla mia pelle l’invidia e la cattiveria per proposte genuine e utili alla nostra piccola regione. Mi sono trovato accerchiato e ‘pugnalato’ dalla maggioranza, la stessa che in questi anni ha prodotto solo battaglie intestine volte a regolare i conti tra fazioni. Il risultato è davanti a tutti: si abbandona la nave quando ormai è già affondata, salgono sulle scialuppe di salvataggio quando ormai si è andati già a picco. Sono state spese ingenti somme senza un minimo di competenza in vari settori e soprattutto senza risultati, il solito sperpero di denaro pubblico senza risolvere i veri problemi dei cittadini.  E questo è un dato di fatto. Ma ormai le pagine della storia del nostro piccolo Molise sono state scritte e sono indelebili.

Per questo rivendico le azioni che ho svolto in quel breve arco di tempo e che, mio malgrado, non sono riuscito a portare a termine perché fermato da giochi di partito e di potere, da una giustizia tardiva o addirittura da questioni personali delle quali io ero completamente ignaro”.

L’ex esponente dei Popolari sottolinea quindi la sua azione e si propone per una possibile nuova ricandidatura per le Regionali di giugno, anche se il quadro politico è attualmente molto confuso.

“Resta l’amarezza dell’opportunità persa ma resta anche la soddisfazione che, a distanza di tre anni, la verità è emersa, ribaltando e svelando la vera natura di quella scelta politica attuata per estromettermi dal consiglio regionale, ovvero che il principale problema era Antonio Tedeschi, un rappresentante che si è speso per la sanità pubblica e per il benessere collettivo. Ho appurato sulla mia persona che chi dimostra dedizione e impegno a tutela del territorio viene ostacolato, fermato e delegittimato. Un motivo in più per andare avanti, perché chi crede nelle proprie passioni non conosce limiti soprattutto quando nel viaggio non si è soli.

In conclusione, sento il dovere di ringraziare tutte le persone che mi sono state vicino in questi anni. In primis la mia famiglia e tutte le persone che credono in me e che si sentono rappresentate da una persona che nella vita si è rimboccato le maniche e si è fatto da solo, senza santi in paradiso ma solo con il sacrificio e con l’impegno, augurandomi che nel futuro prossimo si spezzi questa catena di potere che dura da troppi anni e che soffoca le speranze di tutti noi”.

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