Molise

Anche la maggioranza di Toma vuole il ritiro del Pos. La battaglia è politica, all’orizzonte le elezioni anticipate

Iorio, Micone, Cefaratti e Romagnolo, consiglieri di maggioranza, annunciano una conferenza stampa sabato mattina durante la quale chiederanno formalmente il ritiro del Piano Sanità al governatore-commissario, che ha già detto di non poterlo ritirare. La battaglia si sposta sul piano politico, senza escludere una sfiducia a Toma. Ma su questo la decisione dei partiti.

Quattro consiglieri di maggioranza chiedono il ritiro del Piano Operativo Sanitario (Pos) che il governatore e commissario ad acta Donato Toma ha inviato a Roma e che tuttora è aperto per le osservazioni. Domani Michele Iorio, Aida Romagnuolo, Salvatore Micone e Gianluca Cefaratti in una apposita conferenza stampa diranno che così come è stato redatto lo strumento che riorganizza la rete degli ospedali, delle emergenze-urgenze e dei presidi periferici, sancendo la chiusura di alcuni reparti, proprio non va.

“E’ mancato il confronto con le parti in causa, dunque ha registrato un metodo di mancata condivisione, senza considerare che per tutta la campagna elettorale non abbiamo fatto altro che ripetere quanto strategica e fondamentale sia la programmazione sanitaria per il Molise. Ora non è che si possa far finta di nulla e soprassedere”. A parlare è Salvatore Micone, non uno qualunque visto che si tratta del presidente del Consiglio regionale. “La sanità – aggiunge anticipando il succo dei temi che domani saranno illustrati alla stampa locale – è il primo punto della nostra agenda, e di sicuro non si può accettare un Pos che ignora il Consiglio regionale“.

Salvatore Micone

“Al commissario Toma – conclude – chiederemo il ritiro del Pos”. Donato Toma però, messo alle strette da decine di istanze simili e critiche che gli sono piombate addosso nel corso della settimana, ha già fatto sapere – e lo ha ribadito oggi – che il Pos non può essere ritirato “perchè non è stato nemmeno adottato”.

“Da qualche giorno il piano è a disposizione sul sito della Regione per eventuali osservazioni degli stakeholders” ha detto Toma. In sintesi: “Non si può revocare un atto amministrativo che ancora non esiste”. Non è sufficiente a evitare che la richiesta di 4 consiglieri di maggioranza- per ora – si esaurisca così, perché è del tutto evidente, nello scenario attuale, che l’aspetto squisitamente tecnico è superato dall’aspetto politico, come ha già fatto capire qualche giorno fa Michele Iorio dicendosi pronto – se Toma non dovesse ritirare il Pos – a firmare la sfiducia al Governatore.

Le elezioni anticipate in Molise, mero chiacchiericcio rilanciato nella immediatezza delle Politiche e sollecitato dalla posizione marginale dello stesso Toma rispetto al suo partito (Forza Italia), cominciano ad acquistare una maggiore concretezza, soprattutto per chi suggerisce che Gianluca Cefaratti, uno dei 4 consiglieri usciti allo scoperto, è molto vicino all’europarlamentare Aldo Patriciello, re della sanità privata in Molise e finora tra i maggiori referenti di Forza Italia, lo stesso partito di Toma al cui interno è cominciata una maretta per la leadership.

La mancata elezione a Roma della coordinatrice Annaelsa Tartaglione e le dichiarazioni filoputiniane di Silvio Berlusconi, con il conseguente imbarazzo che hanno causato, non agevolano la soluzione del dibattito interno. Salvatore Micone, in quota Udc (che conta un rappresentante eletto nella circoscrizione del Molise, il big Lorenzo Cesa), spiega che “la questione della sanità non coincide con la questione delle elezioni regionali del Molise, che non sono le elezioni mie o di altri consiglieri ma appartengono ai partiti, alle coalizioni, e chi fa politica non può prescindere da questo”.

La sintesi è che una eventuale sfiducia al governatore della Regione non sarà il risultato dei mal di pancia innescati dal Pos, semmai una decisione pianificata sui tavoli nazionali.

“Di una cosa sono sicuro – aggiunge Micone – ed è questa: ora che abbiamo un Governo (giuramento nelle prossime ore, ndr) – i partiti passeranno allo step successivo valutando anche come affrontare le elezioni regionali che si svolgeranno in Italia nel 2023, e parliamo di Lazio, Lombardia e Molise“. L’anticipo delle elezioni in Lazio, dove l’attuale governatore Zingaretti è prossimo alle dimissioni per incompatibilità, potrebbe favorire un effetto traino per quanto riguarda il Molise? E’ una domanda più diffusa, negli ambienti, di quanto si possa immaginare.

“E’ prematuro parlarne – taglia corto Micone, il presidente del Consiglio regionale -. Noi per il momento difendiamo questo aspetto importantissimo del diritto alla cura, e le criticità relative alla sanità restano il primo punto. Non possiamo rimangiarci quanto detto in campagna elettorale e di conseguenza chiediamo a Toma di ritirare il piano sanitario”.

Michele Iorio

Se è vero che i partiti contano, è anche vero che il partito che in questo momento conta di più è Fratelli d’Italia, che è lo stesso partito di Michele Iorio, il quale in una recente intervista è stato fin troppo chiaro: “Se Toma insiste e non ritira il nuovo programma operativo sanitario predisposto dalla struttura commissariale, al cui vertice c’è lui, sono pronto a presentare, se avrò i numeri, la mozione di sfiducia“.

Il centrodestra è in subbuglio, consapevole che perdere la battaglia sulla sanità sui territori significa perdere le elezioni. Anche la Giunta di Venafro, targata centro-destra e guidata dal sindaco Alfredo Ricci, ha deciso di avviare una battaglia giudiziaria contro la Asrem. “Ho già avuto modo di esprimermi al riguardo – così il primo cittadino Ricci – giudicando tale ipotesi di Piano apparentemente neutra per il SS. Rosario, perché non toglie ma neanche aggiunge i servizi necessari. In particolare, penso a un presidio per le urgenze, che abbiamo sempre rivendicato come necessario e di cui tuttora non vi è traccia. Per questo non ci sentiamo tranquilli. Insieme agli altri Sindaci che con me fanno parte del comitato esecutivo della conferenza dei Sindaci, nei giorni abbiamo chiesto che questa proposta di Piano venga ritirata in quanto non è stata oggetto del confronto promesso e non dà rassicurazioni sulle prospettive di tutela del diritto alla salute”.

In realtà l’Amministrazione di Venafro è andata anche oltre, deliberando nella Giunta di ieri sera di proporre ricorso al Tar Molise contro l’Asrem per “ottenere l’attivazione di tutti quei servizi che negli anni sono stati previsti presso il SS. Rosario e che, tuttavia, non sono mai stati avviati in maniera continuativa”.
“Mi riferisco – prosegue il sindaco Ricci – alla riabilitazione extraospedaliera a ciclo continuo, con 10 posti letto per riabilitazione estensiva e 10 posti letto per riabilitazione di mantenimento, alla R.S.A. con 40 posti letto a media intensità per anziani e al centro con 10 posti letto ad alta intensità per demenza, oltre a tutti i servizi ambulatoriali e rilevanti per la medicina territoriale”.

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