Veleni a un mese dalle politiche

De Matteis guida la ‘rivolta’ dei malpancisti: “Candidati raccomandati nel centrodestra, non farò votare Cesa e Lotito”

L'ex presidente della Provincia di Campobasso, storico esponente del centrodestra e vicino alla candidatura alle Politiche del 25 settembre, rompe il silenzio e accusa la coalizione che ha puntato su due 'paracadutati': "Scelte delle segreterie sbagliate e queste decisioni non sono state osteggiate con la dovuta veemenza dai politici locali".

Alla fine nel centrodestra sono esplosi i malumori per la scelta di schierare Lorenzo Cesa e Claudio Lotito nei seggi ‘sicuri’ del Molise per Camera e Senato. A guidare la ‘rivolta’ dei dissidenti è Rosario de Matteis, 76 anni e storico esponente del centrodestra (anche se attualmente non ha alcuna tessera di partito), nonchè ex assessore della Giunta Iorio ed ex presidente della Provincia di Campobasso. “Non farò votare candidati che non sanno niente del Molise per le scelte sbagliate delle segreterie nazionali che non sono state osteggiate con la dovuta veemenza dai politici locali”, spiega con fermezza l’attuale sindaco di San Giuliano del Sannio, piccolo comune a pochi chilometri da Campobasso. Parole che pesano visto che la campagna elettorale sta per entrare nel vivo e al voto manca un mese.

Agli inizi di agosto, mentre a Roma si componeva lo scacchiere delle candidature, era trapelata anche la possibilità di una candidatura di Rosario De Matteis, la cui vicenda politica nel 2006 divenne un caso: il siciliano Enrico La Loggia scelse il seggio molisano non consentendo di fatto all’ex capo della Provincia di entrare in Parlamento.

L’ex assessore rompe il silenzio dopo il deposito delle liste in Corte d’Appello ed i primi responsi sulle ammissibilità delle candidature. Parla ai molisani De Matteis che ‘demolisce’ il centrodestra: “In base ai sondaggi, la coalizione di centrodestra resta favorita, ma, ripeto, i numeri e le statistiche non possono tener conto dei sentimenti, delle aspettative, delle esigenze e dell’amarezza ingenerata da decisioni infauste che vedono nel Molise candidati raccomandati. E sì perché non sussistono altri termini: gente che non conosce la nostra regione, la gente, gli amministratori, che viene catapultata qui, forte di seggi ritenuti blindati. Ebbene, il Molise ha dato spesso prova di essere in controtendenza, ha spesso dimostrato che la sacralità del campanile non si tocca”.

Il politico di San Giuliano del Sannio si tira fuori dai giochi: ai suoi elettori e ai suoi sostenitori non darà indicazioni di voto, come probabilmente faranno altri esponenti scontenti del centrodestra. “Da amministratore, senza nulla togliere ai candidati non molisani sui quali non mi esprimo – l’affondo di De Matteis – annuncio il mio distacco da questa tornata elettorale e chiedo ai molisani di protestare contro queste scelte romane, che calpestano la nostra identità, sono irrispettose del Molise e non rendono giustizia ad una terra già mortificata da troppe scelte non condivise dal territorio. Diamo una riscossa a questi sondaggi e dimostriamo che siamo in grado di rispedire al mittente queste scelte scellerate. Sveglia molisani, reagite a questi soprusi e valutate attentamente le giuste ed opportune contromisure.

Mi domando, dal 26 settembre, come possa un sindaco, un consigliere regionale, insomma come possa interagire un amministratore locale, con chi non conosce nulla sul Molise: problemi, tradizioni, peculiarità, storia, usi, costumi, esigenze. Mi domando cosa debba legiferare un parlamentare completamente scevro dal tessuto sociale che lo ha eletto. Mi chiedo come possa un parlamentare paracadutato in Molise, rappresentare un territorio che non conosce, e preferirà il luogo dove vive. E chi vi parla, ne ha contezza, credetemi”.

Dice di non provare rabbia o rancore, De Matteis si ribella però di fronte alle “mortificazioni per la sua gente e per la sua terra. Scelte delle segreterie sbagliate, decisioni non osteggiate con la dovuta veemenza dai politici locali, mi vedono lontano da questa campagna elettorale e disprezzare l’autorità romana che gioca a scacchi con la mia regione”. Quindi, conclude, che non sarà “complice di questo autolesionismo” nè “mi sarà mai addebitabile alcuna responsabilità in ordine alle scelte future che farà questa classe dirigente”.

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