Dalle muffe agli antibiotici

Repubblica rende merito a un grande scienziato molisano del passato: “Fu Tiberio a scoprire la penicillina”

In uno speciale dedicato a Sepino, il noto giornale nazionale riporta d'attualità l'eccezionale scoperta a fine Ottocento del medico molisano che non ebbe fama né riconoscimenti ma anticipò di oltre 30 anni il premio Nobel Alexander Fleming

vincenzo tiberio scienziato titolo repubblica

Di Vincenzo Tiberio e della sua straordinaria scoperta avvenuta con circa 30 anni di anticipo rispetto a quella di Alexander Fleming, si parla periodicamente senza che il Molise faccia abbastanza per far conoscere a tutti la sua incredibile storia. Oggi è il noto quotidiano Repubblica, all’interno di uno speciale su Sepino composto di ben 4 articoli pubblicati on-line, a rimettere in evidenza la figura dello studioso molisano.

Si tratta del medico di Sepino nato nel 1869 e noto nella comunità scientifica perché nell’ultimo decennio dell’Ottocento scoprì delle muffe con capacità antibatteriche, una sorta di scoperta della penicillina avvenuta con netto anticipo rispetto a quanto poi pubblicato dal britannico Alexander Fleming, noto come il papà dei moderni antibiotici e insignito del premio Nobel per la Medicina in virtù di quella scoperta. Del suo caso Primonumero.it si è occupato spesso in passato cercando di far luce su una storia che pochi conoscono.

Il principio alla base del funzionamento di questi medicinali divenuti ormai di uso comune e incredibilmente importanti nella cura delle malattie infettive derivanti dai batteri si deve però a una scoperta di Vincenzo Tiberio, al quale negli scorsi anni l’Università del Molise ha intitolato il Dipartimento di Medicina e scienze della Salute.

Forse un po’ poco per uno scienziato che avrebbe meritato migliori fortune ma che invece in vita venne praticamente snobbato dalla comunità scientifica italiana e non divenne noto alle cronache come oggi ricorda l’articolo di Repubblica.

Il pezzo a firma di Cristina Nadotti gli rende merito già dal titolo ‘La penicillina scoperta a Sepino ma Vincenzo Tiberio è sconosciuto’ e ricorda come le osservazioni pubblicate da Tiberio siano del 1895 mentre quelle di Fleming del 1929.

“La storia del medico molisano – si legge su Repubblica – conferma una volta di più che non basta essere bravi scienziati: se non ci sono soldi e strutture adatte e veicolare i propri studi, si rischia l’anonimato”.

L’articolo ricorda come il medico molisano morì ad appena 45 anni per un infarto, e soltanto nel 1947 i suoi lavori vennero scoperti e pubblicati per rendere merito alla sua memoria. Oggi a Sepino, il paese di Altilia e dei suoi magnifici resti romani al centro di un’altra parte dello speciale reperibile on line, una lapide lo ricorda. In Italia invece sono quattro le strade a lui intitolate: a Campobasso, Roma, Napoli e Arzano.

lapide vincenzo tiberio sepino

Chissà che la pubblicazione odierna di Repubblica possa essere occasione per una maggiore conoscenza collettiva della scoperta di Vincenzo Tiberio e magari uno spunto per le istituzioni molisane al fine di rendere onore alla memoria di un grande scienziato del nostro passato.

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