La testimonianza

Un sindaco fra i primi vaccinati del Molise. “È l’unica arma per riprenderci le nostre vite”

Paolo Cirulli, primo cittadino di Tavenna e di professione infermiere 118, ha ricevuto lunedì scorso il vaccino anti covid, fra i primi in Molise. “Ma dobbiamo continuare a tenere alta la guardia”

Quasi un anno fa i primi casi, poi sempre di più. Fino ad oggi, quando la maggior parte delle chiamate al 118 sono proprio per sospetti positivi al Sars-Cov-2 o trasporto di malati di Covid-19. Paolo Cirulli, 47 anni, di professione infermiere del 118 alla postazione di Montenero di Bisaccia, lo sa bene. La sua vita, come quella di tanti, è cambiata radicalmente. Ma per lui la battaglia contro il virus non è solo sul posto di lavoro ma anche in Comune a Tavenna, comunità di 600 anime o poco più, di cui è sindaco dalla primavera del 2019.

 

Sindaco, lei è fra i primi molisani a ricevere il vaccino Pfizer anti covid-19. Come si sente?

“Bene, è andato tutto per il meglio. Sono stato vaccinato lunedì scorso al San Timoteo, ci hanno tenuto in osservazione per 15 minuti dopo l’iniezione, per verificare se ci fossero reazioni allergiche. Ma a distanza di un giorno posso dire di non aver avuto alcuna particolare reazione. Ora attendiamo di fare il richiamo, fra tre settimane”.

Dal punto di vista emotivo invece come ha affrontato questo traguardo?

“Con uno sguardo proiettato al futuro, nella speranza che tutto questo possa finire prima possibile”.

Lei lavora sull’ambulanza del 118. Quando si dice la prima linea nella battaglia contro il covid.

“Sì, dal febbraio scorso il nostro lavoro si è un po’ trasformato. Se prima andavamo a soccorrere le persone in pericolo di vita, piano piano abbiamo avuto sempre più chiamare per sospetto covid o per malati covid. Ma di certo non vanno trascurate le altre patologie che ci sono sempre”.

Molti suoi colleghi si sono ammalati in questo periodo.

“Sì, praticamente in ogni postazione c’è stato qualcuno che ha contratto il virus. Certo poi non si può mai dire con certezza se il contagio è avvenuto sul posto di lavoro o altrove”.

C’è un po’ di paura quando si sale sull’ambulanza per un soccorso Covid?

“Il timore del contagio c’è sempre, perché dobbiamo tutelarci noi e dobbiamo tutelare le nostre famiglie, curando sempre il paziente. Per fortuna adottiamo tutte le precauzioni. All’inizio è stato un po’ inaspettato per tutti, ma adesso è diverso”.

Cambia qualcosa adesso che voi operatori sanitari state ricevendo il vaccino?

“Più o meno è lo stesso, nel senso che bisogna continuare a stare attenti, evitare comportamenti sbagliati. La guardia deve rimanere alta per tutti”.

Tavenna è stato uno dei paesi che ha subito le conseguenze della seconda ondata, con un focolaio nella casa di riposo e tre decessi. Com’è la situazione al momento?

“Sicuramente in questi giorni c’è un cauto ottimismo. Si stanno pian piano negativizzando i positivi, attendiamo i risultati degli ultimi tamponi, ma al momento tutti i positivi sono asintomatici”.

La speranza è quella di tornare a essere un territorio ‘libero’ dal coronavirus.

“Esatto, mi auguro torneremo presto a zero contagi come quattro o cinque settimane fa”.

Considerando anche l’età media elevata di paesi come quello che lei amministra, l’altra speranza riguarda i vaccini in tempi rapidi.

“Sì, adesso è il turno degli operatori sanitari, poi toccherà agli anziani. La speranza è che tutta la popolazione possa essere vaccinata presto”.

Cosa vuole dire a chi ha dei dubbi?

“L’obbligatorietà non c’è ma il mio consiglio è quello di vaccinarsi. È l’unica arma che abbiamo per riprenderci le nostre vite”.

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