L'allarme dei geologi

Sisma e sicurezza: “Viviamo in case a rischio ma spendiamo 30mila euro per un’auto”

Piani regolatori inadeguati, cementificazione selvaggia, inadempienze della politica, scarsa cultura della prevenzione. L'Ordine dei geologi lancia un monito: "Poi accadono le tragedie. E solo allora si parla di prevenzione”. La loro battaglia nel Molise delle frane e dei terremoti: "Qui è stato smantellato - sottolinea il presidente Giancarlo De Lisio - l'ufficio del servizio geologico e sismico. Dunque, il territorio non è più sorvegliato come una volta".

“Si possono spendere 30mila euro per un’automobile e poi non adeguare sismicamente la propria abitazione?”. E ancora: “Perché in una regione come il Molise, la Regione ha nella propria pianta organica 3 geologi e la Provincia di Campobasso uno solo?”. Non solo: “Quasi tutti i Comuni hanno piani di protezione civile fallimentari” e poi “si continua a costruire senza sapere cosa ci sia sotto i nostri piedi, le norme tecniche delle costruzioni sono un problema”.

E’ un quadro nerissimo quello tracciato dai massimi esponenti dell’Ordine dei geologi del Molise. Una terra altamente sismica, con il 100% dei Comuni a rischio idrogeologico. Ritardi, inadempienze della politica, scarsa cultura della prevenzione e cittadini poco informati. Ecco perché poi “accadono le tragedie. E solo allora si parla di prevenzione”.

Sedici anni dopo San Giuliano di Puglia c’è un secondo ‘cratere’, un’altra zona ferita profondamente dalla scossa di magnitudo 5.2 del 16 agosto scorso. Circa 3 mesi dopo il sisma del 25 aprile. Due terremoti che “hanno la stessa area epicentrale – spiega Giancarlo De Lisio, presidente dell’Ordine dei geologi molisani nell’intervista video rilasciata a Primonumero – e dal punto di vista ipocentrale si sta ipotizzando che sia lo stesso sistema di faglie”. Ma “non è la stessa faglia di San Giuliano di Puglia, questa è più a nord. Ma sono accomunate dal meccanismo focale”.

Per fortuna non ci sono stati i morti provocati dal sisma del 31 ottobre 2002. Ma con gli stessi problemi: paesi e viabilità da ricostruire quasi daccapo.

“In un Paese geomorfologicamente giovane come l’Italia non si può non fare prevenzione. Abbiamo un’ottima Protezione civile, ma facciamo troppo poco per prevenire i disastri, mettere in sicurezza il territorio e salvaguardare la vita umana”, il monito che il presidente nazionale dell’Ordine dei geologi Francesco Peduto ha lanciato questa mattina – 28 agosto – da Campobasso.

“Viviamo in un Paese dove, secondo le statistiche, durante un terremoto si hanno ancora tra il 20 e il 50% delle vittime per comportamenti errati delle stesse persone”. E poi “l’Italia presenta il 70% delle frane di tutta Europa. Ma a parte le dichiarazioni che i politici fanno all’indomani di un disastro, poi non si fa nulla”.

Eppure frane e terremoti hanno costi altissimi, non solo in termini di vittime. Secondo alcune stime, ogni anno in Italia si spendono 3 miliardi per intervenire sui danni provocati da danni e alluvioni. “In Molise e nel resto d’Italia – la sua riflessione – abbiamo un patrimonio edilizio vetusto, costruito tra gli anni Settanta e Ottanta, quando il territorio non era ancora classificato come sismico, quando si costruiva senza l’ausilio del geologo e dunque sapere le problematiche del territorio”.

A Palata, ad esempio, dopo il sisma del 16 agosto è parzialmente inagibile la caserma dei Carabinieri. E poi in basso Molise – a Guglionesi e Montecilfone, ma anche nei centri vicini all’epicentro – ci sono centinaia di persone che vivono nelle tende e che forse nelle loro case non potranno più rientrare.

“E’ importante la conoscenza e la consapevolezza – dice ancora Peduto – perchè anche il cittadino può decidere prima di comprare l’auto e spendere 30mila euro di pensare prima a mettere in sicurezza la propria abitazione”.

De Lisio e Angelone Geologi

Eppure spesso avviene proprio il contrario. In un territorio già così ferito “non si può costruire a ridosso di una frana o realizzare una scuola in una zona franosa”, rimarca Domenico Angelone, consigliere nazionale dell’Ordine dei geologi. Così come “è paradossale che una scossa di magnitudo 5.2 come quella dello scorso 16 agosto abbia provocato tanti danni. “I piani regolatori dei Comuni – insiste – non sono adeguati alle reali problematiche, né in linea con gli studi di microzonazione sismica e con il piano di assetto idrogeologico. E così le città si espandono sugli alvei dei fiumi o sulle fondovalli”.

Quella dei geologi è una lezione a 360 gradi. “Abitazioni e infrastrutture devono essere adeguate sismicamente, dobbiamo incidere sulla qualità del costruito. La prevenzione – la chiosa finale di De Lisio – è l’unica arma. Purtroppo in Molise la scorsa amministrazione (guidata da Paolo di Laura Frattura, ndr) ha smantellato l’ufficio del servizio geologico e sismico. Dunque, il territorio non è più sorvegliato come una volta e non c’è più il pronto intervento effettuato proprio dal personale di questo ufficio”. Al nuovo governo chiedono quindi un cambio di passo: “Servono i fatti”.

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