Sfregiata la statua di bronzo

Dopo il pennello di Cappella, i bambocci ubriachi spezzano il sigaro di Jac. Un testimone li ha visti

Si sono accaniti sulla statua di bronzo che ritrae a grandezza naturale Benito Jacovitti, fumettista di fama internazionale e simbolo della città. Sarebbero stati notati da un testimone attorno alle 11 e 30 di ieri sera. Al vaglio i filmati delle telecamere private posizionate in zona. La videosorveglianza pubblica purtroppo non è ancora in funzione.

La brutta sorpresa questa mattina presto. Il sigaro di Benito Jacovitti, creativo termolese al quale l’Amministrazione ha dedicato una delle tre statue di bronzo che adornano il Corso Nazionale, è stato spezzato. Tirato già con la forza dalle labbra dell’uomo immobile che, da qualche mese, disegna i suoi inimitabili fumetti sulla panchina in cui termolesi e turisti siedono volentieri per farsi scattare una fotografia in compagnia del disegnatore che ha contribuito a far circolare nel mondo il nome di Termoli.

Quella statua, posizionata la scorsa estate tra il Corso e via Frentana, è stato un tributo alla sua arte, alla sua originalità e alle sue doti. Benito Jacovitti, nato a Termoli il 19 marzo del 1923 e morto a Roma il 3 dicembre del 1997, è universalmente riconosciuto come uno dei maggiori fumettisti italiani,  autore di celebri personaggi come Cocco Bill e Cip l’arcipoliziotto, di romanzi grafici come il celebre Diario Vitt, edito dal 1949 e che fra gli anni Sessanta e Settanta arrivò a vendere decine di migliaia di copie. Insomma, un “mito” del quale i termolesi vanno giustamente orgogliosi.

O almeno, molti di loro. Perchè c’è anche chi, come i vandali della notte scorsa, magari non sa nemmeno chi sia Jacovitti. E quando l’ignoranza si abbina alla violenza, fosse anche quest’ultima diretta contro le statue invece che contro gli esseri viventi, si ottiene quel mix micidiale che si chiama stupidità.

Stupidi lo sono stati davvero, e non solo perchè hanno sfregiato un simbolo collettivo che ci ammirano tutti. Basti pensare che solo ieri sera il regista, produttore e attore Marco Caldoro, in città per accompagnare Flavio Bucci in vista della serata cinematografica al Sant’Antonio, ha scoperto per caso che Jacovitti è nato qua e ha voluto vedere la statua, accompagnato dal delegato alla Cultura Michele Macchiagodena. A quell’ora, tardo pomeriggio, era integra. Qualche ora più tardi invece l’atto teppista.

I “soliti” ignoti, che stavolta tanto ignoti non sarebbero, hanno staccato con forza il sigaro dalle labbra di Jac, usando probabilmente un cricchetto o una pietra. Non è facile infatti mettere a segno un danno del genere: bisogna accanirsi con decisione fino a spezzare il bronzo, materiale resistente per eccellenza.

L’episodio, che ha lasciato interdetta l’Amministrazione comunale e molti cittadini che oggi si sono trovati a passeggiare lungo Corso Nazionale, accade a poche settimane da un fatto analogo. La notte tra il 7 e l’8 dicembre è stata danneggiata la statua che ritrae Carlo Cappella, termolese illustre, posizionata solo qualche giorno prima alla fine del Corso Nazionale in direzione Borgo Vecchio. Era stato spezzato il pennello e sporcata la tavolozza cromatica che l’artista tiene in mano. “Ominicchi” e “imbecilli” li aveva appellati il sindaco Angelo Sbrocca, suggerendo che dietro non ci fosse un gesto mirato ma una banale prova di stupidità. Che stavolta potrebbe sfociare in una denuncia. Ci sarebbe infatti un testimone che ha visto, attorno alle 11 e 30 di ieri sera, tre ragazzini, di età fra i 15 e i 16 anni, aggirarsi in stato euforico attorno alla statua di Jac. I sospetti sono su di loro, e non è escluso che almeno in questo caso si possa risalire alle loro identità per una punizione esemplare e la denuncia penale.

Si stanno anche cercando filmati delle telecamere private posizionate in zona. I ragazzini sono scappati dopo la bravata e potrebbero essere stati ripresi da qualche sistema di videosorveglianza dei negozi attigui. Per quanto riguarda invece le telecamere del Progetto sicurezza di cui anche Termoli fa parte, queste ahimè non funzionano: impossibile quindi poter contare su questi video. I ritardi inspiegabili non hanno ancora fatto entrare in funzione una telecamera a Termoli, nè in centro nè in periferia.

Di sicuro è un danno ingente dal punto di vista economico. Riparare la statua di Jacovitti non è facile e bisogna rispedirla in fonderia per ottenere un risultato soddisfacente. Lo stesso percorso di restauro che dovrà subire la statua di Carlo Cappella. Ovviamente se i “bambocci” responsabili dello scempio saranno scoperti e individuati, saranno loro – attraverso mamma e papà – a sborsare il denaro necessario. Ce lo auguriamo tutti, e sarebbe il più efficace deterrente per il ripetersi di queste ragazzate irresponsabili.

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