Non si conoscono con precisione i motivi che hanno spinto E.F., netturbino di 54 anni in servizio presso la Teramo Ambiente, a sfoderare un coltello a serramanico e a piantarlo nel torace di L.C., 60 anni. Ma, sulla base delle prime ricostruzioni, dietro il gesto ci sarebbero vecchie ruggini tra i due, conoscenti e, fino a poco tempo fa, vicini di casa.
Il fattaccio è accaduto intorno alle 7 e 30 di oggi, giovedì 22 novembre, in via Udine. Qui abita la vittima e qui abitava anche l’aggressore fino a quando non ha ottenuto una casa popolare in via India.
Lo spazzino era a quell’ora in servizio nel quartiere con il mezzo della ditta che fa la raccolta rifiuti e la differenziata a Termoli. Pare si siano incontrati per caso, in strada, e sia scoppiato un litigio. Parole grosse, urla, insulti reciproci. Poi il coltello. Con la lama il 54enne ha ferito l’altro, causandogli lesioni agli organi interni e in particolare a un polmone. Inizialmente il quadro clinico non sembrava troppo grave, ma gli accertamenti hanno invece stabilito un danno importante. L.C. quindi è stato trasferito nella tarda mattinata a Campobasso, nel reparto di chirurgia toracica che a Termoli manca, dove sarà operato d’urgenza.
L’altro invece è stato portato prima in caserma e poi in carcere. L’accusa a suo carico è tentato omicidio. L’arresto è avvenuto poco dopo l’episodio, per il quale sono arrivati sul posto 118 e ambulanza della Misericordia, chiamati dai vicini. Una telefonata al 112 ha innescato l’allarme, e ben tre pattuglie coordinate dal Maggiore che comanda la Compagnia di Termoli Fabio Ficuciello hanno avviato una caccia all’uomo frenetica, battendo la zona.
Il netturbino, che nel frattempo aveva cercato di allontanarsi fuggendo a piedi e lasciando il mezzo della Team col quale stava lavorando, è stato rintracciato, identificato e portato in caserma. Qualche ora più tardi, dopo i controlli dei militari che hanno anche fatto delle perquisizioni, il trasferimento nel penitenziario di Larino.
L’arma è stata ritrovata dai carabinieri in strada, nascosta in un cespuglio dove era stata gettata dall’aggressore. Le indagini continuano.
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