Montagano & co.

Comunità montana, l’ex commissario Marinelli al governatore che lo ha silurato: “Accuse false, ne risponderai”

Lo storico commissario della Molise Centrale, mandato via da Roberti che ha riconfermato gli altri e sostituito Marinelli con Amoroso, si difende dalle accuse: "Falso che non avrei accantonato somme per la dismissione della discarica di Montagano in esaurimento, in bilancio ci sono quasi 2 milioni di euro, leggi gli atti prima di parlare".

“Frettolose, false, irrispettose”: bolla così le recenti dichiarazioni del governatore Francesco Roberti l’ex commissario della comunità montana Molise Centrale, Domenico Marinelli, sostituito a fine anno col sindaco di Petrella Tifernina dopo aver guidato quell’ente per dieci anni.

Diversi sono stati i consiglieri regionali che si sono schierati con l’avvocato Marinelli dopo l’ultimo decreto del presidente Roberti. L’ultimo, solo in ordine di tempo, è stato Vittorino Facciola che nel criticare la scelta di non aver riconfermato l’incarico solamente a uno dei quattro commissari montani ha parlato apertamente di “pagamento di pegni elettorali”. Al posto di Marinelli, infatti, Roberti ha voluto il sindaco di Petrella Tifernina Alessandro Amoroso che lo ha sostenuto alle scorse regionali (ha perso per un soffio il seggio in Consiglio) ed è legato al governatore da un rapporto di stima e amicizia.

Marinelli, invece, non solo è stato lontano dalle elezioni, ma è stato puntualmente riconfermato nel suo ruolo da tutti i predecessori di Roberti: Michele Iorio – sua la prima nomina a commissario – e poi Paolo Frattura (centrosinistra) e Donato Toma (centrodestra).

Vero è, come ha detto Roberti, che Marinelli non è mai riuscito a concludere l’iter di liquidazione della comunità montana. Ma neppure i colleghi delle altre comunità montane ancora in vita Pompilio Sciulli, Carlo Perrella e Giovancarmine Mancini lo hanno fatto.

“Ho fatto tutto ciò che andava fatto: ho alienato mobili ed immobili, ho continuato a pagare rate di mutui contratti prima del mio insediamento, ho risolto contenziosi, ecc.. L’unica cosa che, sempre analogamente agli altri commissari, non sono proprio riuscito a fare (e come avrei potuto?), è stata quella di risolvere il problema del personale dell’ente, problema che, come tutti i suoi predecessori hanno sempre ammesso, non poteva che essere risolto dalla Regione Molise, magari attraverso un ‘trasferimento’ presso i propri uffici, dove la carenza di personale è notoria. Non solo i suoi predecessori, ma anche i suoi assessori, i suoi consiglieri, l’apparato burocratico, i dipendenti, tutti sanno ed hanno affermato che la competenza, per la questione Personale, è della Regione”.

Ad confermare ciò che asserisce Marinelli, del resto, è stato recentemente anche l’assessore Andrea Di Lucente il quale, prima del decreto che ha silurato Marinelli lasciando immutati tutti i problemi delle comunità montane, si era detto dubbioso sul destino di questi dipendenti degli enti montani (circa una decina). Sempre Di Lucente nella passata legislatura aveva parlato di una necessità di riforma delle Comunità montane. Ma quella legge regionale non è stata mai partorita.

La ragione, forse più vera, di questa scelta che a tratti appare priva di reali motivazioni, è agganciata ai problemi che ci sono per la discarica di Montagano di cui Molise Centrale ne detiene la proprietà. Prossima alla saturazione secondo le stime del suo gestore Giovanni Giuliani era in attesa di essere ampliata. C’era persino il progetto in Regione quando governata Donata Toma, ma anche di quello non se n’è fatto nulla. Prima della fine del 2023 – e qui vale la pena ricordarlo – Giuliani ha minacciato di andarsene prima della naturale scadenza di contratto (una proroga, di una proroga, di una proroga vecchia ormai di anni). Poi è tornato sui suoi passi assicurando il servizio fino al 30 marzo 2024. Il ‘bubbone’ non è esploso ma poco ci è mancato. Cosa accadrà tra qualche mese non è dato saperlo: lavori in vista per allargare la buca dove sversare quell’indifferenziato che ancora conferiscono i 57 comuni del Molise centrale non sono previsti. Portare i rifiuti in altri impianti (che per il principio di prossimità potrebbe essere Tufo Colonico a Isernia o Guglionesi) potrebbe costare di più. Il Piano regionale dei rifiuti, scaduto da anni, non è stato mai aggiornato. Di Lucente dice che ci sta lavorando, sicuramente non ci hanno lavorato né Roberto Di Baggio (delegato da Toma al settore), né l’ex assessore all’Ambiente Nicola Cavaliere. 

“Lo scrivente – aggiunge Marinelli – ogni tre/sei mesi, come per legge ha relazionato alla Regione Molise ed ha pure dovuto ‘suggerire’ varie ipotesi e voi rappresentanti politici, sicuramente senza nemmeno leggerle le relazioni dei commissari, avete sempre pubblicamente affermato che stavate lavorando ad una apposita legge, ancora oggi lo dite, lo avete fatto anche in sede di audizione per l’approvazione del Bilancio, ci sono le registrazioni. L’accusa più grave (tanto grave, quanto falsa) è quella, però, che mi ha rivolto circa il ‘mancato accantonamento delle necessarie somme per la dismissione della discarica in esaurimento’. Su questa affermazione, di cui, sig. Presidente si assumerà tutte le responsabilità, ai lettori e agli addetti ai lavori dico che per la cosiddetta post gestione ho accantonato, come facilmente riscontrabile dal bilancio dell’ente, €. 1.944.000,00 (poco meno di 2 milioni di euro Presidente, sono numeri non… secondo me o secondo te): in pratica sarà garantita la raccolta del percolato e la manutenzione dei bacini dismessi, il controllo del biogas e delle acque, ecc., anche dopo la chiusura, per trent’anni. Sig. Presidente, anziché dire cose gravi ed infondate, legga gli atti e si informi. Le servirà per affrontare meglio i problemi, compreso quello, da me più volte formalmente sollevato, evidenziato e denunciato, dell’impianto di Montagano ed anche quello, più in generale, dell’estinzione delle Comunità Montane. Prima o poi i nodi arriveranno al pettine e lei non potrà continuare a raccontare sue fantasiose ricostruzioni”.   (AD)

 

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