Operazione white beach

Cocaina dalla Puglia, 11 davanti al giudice: chiesti fino a 16 anni. Altri 18 scelgono il rito ordinario

Si tratta degli imputati che hanno scelto il rito abbreviato. In diciotto, invece, andranno a processo che si svolgerà al tribunale di Larino. Mano pesante del Pm: le pene richieste partono da un minimo di due anni fino ad un massimo di quasi 17 anni di reclusione

Operazione “White Beach”, in aula gli imputati che hanno scelto il rito abbreviato. Ieri – martedì 6 dicembre – il pm, Rita Carollo, ha eseguito la sua requisitoria e fatto le sue richieste per le pene a carico degli undici componenti di un’organizzazione che collaborava anche con personaggi della criminalità foggiana e in particolare sanseverese per il rifornimento della droga nella provincia di Campobasso.  Stando alle accuse avrebbero aggredito la zona della fascia costiera molisana per poi estendersi capillarmente nell’entroterra.

Le richieste di pena sono pesanti: si va dai 16 anni e 8 mesi di carcere chiesti per colui che è stato definito il ‘capo’ dell’organizzazione passando per la richiesta di dieci, nove e otto anni per gli altri fino a due anni e due anni e otto mesi.

Per altri 18 personaggi, coinvolti nell’indagine compiuta dai carabinieri del capoluogo molisano, si apre invece la strada del processo ordinario che si terrà a Larino, le cui date sono state calendarizzate: si comincia il prossimo 9 gennaio.

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Resta in piedi, dunque, l’accusa di associazione a delinquere finalizzata al narcotraffico. Capo d’imputazione che prevede pene fino a vent’anni di carcere.

Nell’aula del Palazzo di Giustizia di Campobasso, erano presenti molti avvocati pugliesi (visto che il numero maggiore di indagati è originario della provincia di Foggia)  e gli avvocati molisani Silvio Tolesino e Nicolino Cristofaro.

L’organizzazione – stando agli accertamenti – aveva sede a Campomarino Lido, nell’abitazione del principale indagato, vale a dire un incensurato di San Severo da molti anni residente in Molise. Quest’ultimo, con la collaborazione di alcuni familiari, confezionava le dosi per lo spaccio al dettaglio e selezionava il quantitativo destinato al rifornimento delle altre basi di spaccio che erano individuate a Termoli, Guglionesi, Sant’Elia a Pianisi e nella stessa Campomarino. Ma episodi di spaccio sono stati registrati anche a Portocannone e in alcuni quartieri di Campobasso.

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