A lezione di libertà

L’Itis Marconi celebra il rispetto col film della Cortellesi. Sul finale esplode l’applauso di 350 uomini (che amano le donne)

L'istituto Tecnico Industriale di Campobasso ha affrontato i temi della violenza, della condizione femminile e dei diritti civili e politici, partecipando alla proiezione di "C'è ancora domani". Forte l'impatto sui ragazzi: "Prima l'angoscia, l'inquietudine, la rabbia per quanto una donna è costretta a subire. Poi, finalmente, il riscatto e la liberazione. Straordinario"

C’è ancora domani” di Paola Cortellesi non è solo il film dell’anno, campione di incassi, premio della critica. E’ piuttosto un’opera d’arte dalla potenza narrativa che arriva alla testa e al cuore.

Non lo dicono soltanto le donne che nella pellicola dell’attrice e regista romana hanno rivisto la costrizione della condizione femminile, lo dice anche il genere maschile. Lo dicono quegli uomini che le donne non le odiano ma “le amano e le rispettano” sottolineano alcuni degli oltre 350 studenti dell’Istituto Tecnico Industriale “Marconi” di Campobasso (scuola fra l’altro a prevalenza maschile) delle classi comprese fra il primo e il terzo anno. Martedì prossimo toccherà alle quarte e alle quinte.

Grazie alle docenti, questi ragazzi, hanno scelto di celebrare il “rispetto verso le donne” e la “condanna ad ogni forma di violenza” partecipando alla proiezione del film al cinema Maestoso. E il risultato è stato “inaspettato” ammettono le insegnanti. Perché “nessuno di loro ha spostato gli occhi dallo schermo. Tutti hanno seguito appassionandosi e commentando fra di loro”.

Sebbene ambientato nel secondo dopoguerra, il film si pone ad essere un’evocazione dell’attualità in cui il ruolo della donna è ancora subordinato idealmente e concretamente a una visione machista e impari. Ma, per fortuna, la nuova generazione viaggia su binari diversi: “Guardando il film, ho vissuto con angoscia la condizione femminile di quel periodo. Ma mi inquieta ancora di più leggere notizie che anche oggi raccontano di realtà simili. Vorrei che questo non accadesse più”. “Ma dobbiamo essere noi a cambiare le cose – interviene un compagno – Forse, anche se più piccoli, a quelli più grandi potremmo dare noi una bella lezione di rispetto”.

Nuove generazioni, che della donna indipendente non hanno alcuna paura “anzi, io non posso fare a meno del punto di vista delle mie compagne – racconta un altro studente – perché è sempre più ricco, più argomentato, più attento”.

E non sono soltanto parole di circostanza. Alla fine del film la sala è commossa, il riscatto della Cortellesi che rappresenta tutte le donne, gli studenti del Marconi lo celebrano con un lungo applauso al ritmo di “evviva la libertà”.

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