Il punto

Regionali, coalizioni nel caos: a destra e sinistra si rischia la rottura

A quaranta giorni dalla presentazione delle liste e a poco più di due mesi dal voto per le Regionali le coalizioni non hanno ancora fatto sintesi sui candidati governatori. Tra consiglieri insofferenti per ragioni di campanile, appelli ai big nazionali e autocandidature, il rischio di una rottura resta alto.

Mancano poco più di due mesi alle elezioni regionali del Molise. Destra e sinistra brancolano nel buio, il toto nomi impazza ed è tutto un susseguirsi di tavoli e riunioni da cui l’unica cosa che ci si aspetta, il nome del candidato presidente, non viene fuori.

Una fase di stallo e grande incertezza accomuna le coalizioni che non hanno ancora trovato una intesa su quelli che sono forse i due nomi più accreditati per la sfida dei prossimi 25 e 26 giugno: Luca Brunese e Domenico Iannacone. Il rischio di rottura è molto alto ed è confermato anche dalle parole di alcuni consiglieri regionali come Salvatore Micone e Andrea Di Lucente. I due hanno fatto appello ai partiti nazionali – non riconoscendo, in definitiva, alcuna autorità ai coordinatori regionali – affinché “al Molise venga riconosciuto il rispetto che merita per poter essere acoltato nelle sue esigenze”.

Andrea Di Lucente foto Consiglio regionale

Il clima stantio che si respira al tavolo del centrodestra è la ragione – palesemente espressa – per la quale i consiglieri si rivolgono ai big della coalizione. Come pure “le voci di possibili candidati ‘non politici’ e ‘non molisani’ che a loro dire avrebbe creato “non pochi imbarazzi tra gli amministratori e i cittadini del Molise”.

Il riferimento, neppure tanto velato, è al rettore dell’Università per il quale l’impegno in politica sarebbe qualcosa di inedito con l’aggravante – se di aggravante si può parlare – di non essere nato in Molise.

Ma al di là di discutibili questioni di campanile, resta il fatto – questo sì inequivocabile – che a quaranta giorni dalla presentazione delle liste il candidato non c’è ancora “e si fanno inutili chiacchiere al tavolo della coalizione. Nessuna regione – dicono i consiglieri – si è vista violentare così, con scelte imposte da fuori regione. Le persone che stanno parlando adesso non vivono il territorio e non ne comprendono le istanze, mettendo in serio pericolo il rapporto tra politica e cittadini. Il Molise non ha bisogno né di papi stranieri, né di persone che non lo conoscono bene”.

Da qui il loro appello ai partiti nazionali: “E’ necessario che convochino con urgenza un tavolo che possa ascoltare una rappresentanza di consiglieri regionali e di sindaci, i due presidenti delle Province e i parlamentari molisani. E’ un incontro che dovrà avvenire con celerità così da condurci all’individuazione di un candidato presidente che sia il risultato della sintesi tra le diverse proposte emerse all’interno del Molise e dalla sua politica”.

andrea greco

Che l’aria si stia facendo irrespirabile lo ha fatto trapelare anche il capogruppo del M5S, Andrea Greco, in un post pubblicato ieri pomeriggio. Il consigliere, che solo qualche giorno fa aveva fatto un passo di lato in nome di una sintesi che, evidentemente, non è stata ancora trovata, ha messo a disposizione il suo nome “per guidare una coalizione che riporti normalità, legalità e cura per la cosa pubblica nel nostro amato Molise”.

Anche Greco insiste che sia controproducente temporeggiare “altrimenti – scrive – la differenza con chi ci ha preceduto non esisterebbe, ed è questa la mia più grande preoccupazione”.

Il nodo da sciogliere resta, a suo dire, quello di chi non riconosce “il ruolo centrale del MoVimento in una coalizione progressista, un fatto che dobbiamo assolutamente risolvere”.

Il riferimento è al Pd col quale il M5S sta interloquendo da tempo sul candidato governatore che potrebbe essere il giornalista Domenico Iannacone. Nome che – non è un mistero – non entusiasma Greco e una parte dei 5 Stelle. “I cittadini hanno il sacrosanto diritto di scegliere alla guida della Regione, non entità astratte o personaggi noti, ma dei manifesti umani di valori che abbiano dato prova nelle istituzioni di battersi a tutela dei diritti dei molisani; diversamente, verrebbe completamente distrutto il concetto di merito che il Molise vuole trasmettere ai posteri”.

Fatto l’identikit ecco cosa dice di sé: “Alle porte dei 38 anni, ho il dovere morale e civico di mettere tutto l’impegno possibile nel cambiare il corso della storia di questa Regione, altrimenti destinata al fallimento. Proporrò, quindi, il mio nome tra quelli dei candidati alla guida della coalizione. Dopo 12 anni di attivismo politico e 10 di lavoro serio nelle istituzioni, sui dossier più importanti per i cittadini molisani, e dopo aver dimostrato rispetto del ruolo, impegno e visione per questa Regione, mi è difficile comprendere per quale motivo, insieme ai colleghi, dovrei ‘farmi da parte’ a vantaggio di chi non può conoscere la macchina regionale perché non ha mai trascorso un solo giorno nelle istituzioni e magari non vive nemmeno più in Molise, ma soprattutto non sappiamo che idea ha della gestione di comparti fondamentali, come sanità e trasporti.

Alla luce di queste considerazioni, c’è prima di ogni altra opzione chi ha dimostrato impegno nelle istituzioni e merita di essere il candidato presidente del fronte progressista, il MoVimento ha il dovere di indicarlo. E se qualcuno ritiene che questo non sia giusto, dovrà spiegarlo ai cittadini.

Non è a noi che si deve rispetto, ma ai molisani che ci esprimono fiducia da anni e vogliono che la coalizione sia guidata da un’espressione chiara del MoVimento, che non significa umiliare gli alleati. Tutt’altro. Significa offrire più possibilità di vittoria a un fronte che deve guardare verso un’unica direzione e che nel rispetto di tutti deve incontrarsi sui temi. Se in maniera seria e serena i partiti e i movimenti civici al tavolo non riusciranno a trovare una soluzione, è chiaro che questa dovrà necessariamente essere facilitata da Roma, ma, a quel punto, il messaggio sarebbe già una mezza sconfitta”.

Il tempo stringe anche per l’associazione politico-culturale ‘Molise al Centro’ che invita la politica molisana “a condividere anche con i movimenti civici, espressioni di quella parte di società civile che non si sente più rappresentata dai partiti tradizionali, la scelta del candidato presidente alle prossime elezioni per il rinnovo del consiglio regionale”.

Ma le richieste dei civici, per quanto legittime, sembrano l’ultima preoccupazione dei partiti in questo momento.

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