Termoli

Vibac, lavoratori verso lo stato di agitazione nazionale. Venerdì vertice con l’azienda

Il coordinamento sindacale decide una linea comune per arrivare al Mise: oltre ai 126 licenziamenti a Termoli prosegue la cassa integrazione dell'azienda anche in Basilicata

Si va verso lo stato di agitazione nazionale per la vicenda del licenziamento di 126 dipendenti della Vibac di Termoli. Nella giornata di martedì 7 marzo si è tenuto in modalità telematica il coordinamento sindacale Femca-Cisl, Uiltec e Filctem-Cgil a livello nazionale per fare il punto della situazione sui vari stabilimenti Vibac sparsi in Italia.

Oltre alla questione di Termoli, dove la settimana scorsa l’azienda che produce nastri adesivi ha comunicato ai sindacati l’invio di 126 lettere di licenziamento mentre è tuttora in vigore la cassa integrazione che va avanti da circa 14 mesi, anche altri stabilimenti hanno riferito di avere diversi problemi. In particolare lo stabilimento Vibac in Basilicata si trova nel terzo periodo consecutivo di cassa integrazione mentre anche a L’Aquila sono emerse altre difficoltà.

Protesta vibac presidio

Il coordinamento ha quindi deciso che rappresenterà la situazione in un eventuale tavolo da proporre al Ministero dello Sviluppo Economico mentre venerdì 10 marzo potrebbe essere il giorno decisivo, visto che è in programma una riunione con l’azienda, dopo la quale i sindacati potrebbero portare avanti uno stato di agitazione nazionale a partire dai prossimi giorni. “È stato inoltre stabilito – fa sapere Massimiliano Recinella della Filcams Cisl – il tavolo permanente del Coordinamento che verrà riproposto nei prossimi giorni sempre in via telematica”.

Intanto giovedì pomeriggio 9 marzo i sindacati verranno ricevuti in municipio dal sindaco di Termoli Francesco Roberti, così com’era successo un anno fa, nel tentativo di trovare il giusto approccio per tentare di salvare i posti di lavoro a rischio.

 

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