La sentenza

Riorganizzazione ospedali, la Corte costituzionale boccia la ‘Legge Iorio’: è illegittima

Il provvedimento voluto dall'ex governatore era stato votato anche da Aida Romagnuolo e dall'assessore Mena Calenda (centrodestra) e tutte le opposizioni, mentre la maggioranza si era astenuta

La Corte Costituzionale ha dichiarato l’illegittimità costituzionale della Legge della Regione Molise approvata lo scorso 23 giugno 2022 sull’organizzazione della rete ospedaliera e di emergenza, contenenti le linee guida. La Legge era stata proposta dal consigliere di Fratelli d’Italia Michele Iorio e approvata coi voti delle minoranze e da centrodestra lo stesso Iorio, Aida Romagnuolo e l’assessore al Sociale Filomena Calenda. Il gruppo di maggioranza si era astenuto e più di qualcuno, compreso il presidente Toma, aveva profetizzato l’incostituzionalità della Legge. I fatti gli hanno dato ragione.

La sentenza della Corte Costituzionale è stata depositata ieri 14 febbraio ma la decisione era già stata presa il 10 gennaio scorso. L’impugnazione del Consiglio dei ministri era arrivata invece con Draghi premier, il 5 agosto 2022.

All’epoca il Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro degli Affari Regionali Mariastella Gelmini, aveva impugnato l’intero testo della legge, ritenendo ci fosse una violazione dell’articolo 117 (terzo comma), in materia di coordinamento di finanza pubblica, oltre che dell’articolo 120 della Costituzione Italiana.

La legge che aveva preso il nome di Legge Iorio, prevedeva tra le altre cose che l’ospedale Cardarelli di Campobasso fosse un Dea di secondo livello, integrato col Gemelli Molise ed hub regionale per il tempestivo trattamento delle patologie ordinarie e tempo-dipendenti (centro Hub regionale). Il San Timoteo a Termoli e il Veneziale a Isernia erano stati individuati come centri spoke (presidi ospedalieri territoriali), mentre il Caracciolo di Agnone presidio di zona disagiata. Al Santissimo Rosario di Venafro e al Vietri di Larino sarebbero dovuti rimanere il primo soccorso, la medicina per lungodegenza e la riabilitazione ospedaliera, le Case della Salute.

Nella sentenza, la Corte Costituzionale non ha solo evidenziato che la legge entra in contrasto con il piano di rientro del disavanzo sanitario molisano ma in un certo senso ha bacchettato la Regione, incapace di uscire da un commissariamento che dura dal 2009.

“Da ultimo, questa Corte non può esimersi dal rilevare l’anomalia di un commissariamento della sanità regionale che si protrae da oltre tredici anni (si ricorda che la nomina del primo commissario ad acta risale al 24 luglio 2009), senza che gli obiettivi per cui è stato predisposto siano stati raggiunti, con tutte le ripercussioni che esso determina sulla forma di governo regionale, sui livelli essenziali delle prestazioni sanitarie e sull’equilibrio finanziario della sanità”.

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