Il Consiglio dei Ministri ha impugnato ieri (5 agosto) la legge della Regione Molise “Organizzazione della rete ospedaliera e di emergenza – Linee guida” in quanto “talune disposizioni in materia sanitaria, ponendosi in contrasto con la normativa statale, violano gli articoli 117, terzo comma, e 120 della Costituzione”. Queste le motivazioni rese note nel comunicato ufficiale diramato da Palazzo Chigi per spiegare perchè il Governo, su proposta del ministro Mariastella Gelmini e al termine della seduta per approvare il Decreto Aiuti bis, ha deciso di rivolgersi alla Corte costituzionale contro il provvedimento sulla sanità approvato dal Consiglio regionale del Molise lo scorso 14 giugno.
Parliamo di quella che era stata ribattezzata ‘legge Iorio’ approvata dall’assemblea legislativa del Molise lo scorso 14 giugno: quel giorno le opposizioni (Pd e M5S) hanno sostenuto e votato a favore della proposta firmata dai dissidenti del centrodestra Michele Iorio e Aida Romagnuolo, oltre all’assessore regionale al Sociale Filomena Calenda.
La legge, approvata in assenza del governatore-commissario ad acta Donato Toma, prevedeva un dea di secondo livello al Cardarelli di Campobasso, integrato col Gemelli Molise ed hub regionale per il tempestivo trattamento delle patologie ordinarie e tempo-dipendenti (centro Hub regionale). Il San Timoteo e il Veneziale venivano individuati come centri spoke (presidi ospedalieri territoriali), il Caracciolo di Agnone presidio di zona disagiata. Al Santissimo Rosario di Venafro e al Vietri di Larino restano il primo soccorso, la medicina per lungodegenza e la riabilitazione ospedaliera, le Case della Salute.
Subito dopo l’approvazione lo stesso Toma aveva ‘profetizzato’ l’impugnativa della legge da parte del Consiglio dei ministri. Cosa che poi di fatto è accaduta.
(foto pagina Facebook Presidenza Consiglio dei Ministri)
commenta