Università & sanità

Assistenza sanitaria, didattica e ricerca “in ospedali pubblici e privati”: protocollo Regione-Unimol per studenti di Medicina

Sarà valido fino al 2025 l'accordo che ha ricevuto l'ok dei Ministeri. "L'integrazione tra le attività - ha spiegato il governatore-commissario Toma - si realizzano nei presidi ospedalieri pubblici, in primis al Cardarelli, ma anche nelle strutture accreditate". Il rettore Brunese: "Protocollo strategico che consentirà la partecipazione nel sistema sanitario del Molise e aprire nuove scuole di specializzazione, unica possibilità per lo sviluppo della sanità regionale ".

Mentre gli specializzandi si confermano sempre più presenti nelle corsie degli ospedali, nonchè personale insostituibile per tamponare la carenza degli organici (lo scorso 24 ottobre l’Asrem ne ha assunti sei nell’ambito del concorso per la Pediatria ma ancora non basta), Regione Molise e Università rinnovano il protocollo che, fino al 2025, consentirà agli studenti della Facoltà di Medicina di svolgere attività didattica, ricerca e assistenza sanitaria all’interno degli ospedali molisani. Oltre ai laureandi e ai neo laureati, l’intesa coinvolge anche docenti e ricercatori.

Il ‘Cardarelli’ di Campobasso, che sorge a pochissimi metri dalla stessa Facoltà di Medicina, sarà il centro di riferimento – hub – dell’Ateneo nell’ambito del ‘Protocollo d’intesa per la disciplina dell’integrazione tra le attività didattiche, scientifiche e assistenziali‘ firmato ieri pomeriggio (3 novembre) dal governatore-commissario Donato Toma e dal rettore Luca Brunese.

Non solo l’ospedale del capoluogo però. Le attività assistenziali necessarie alla didattica e alla ricerca dei ragazzi che frequentano il Dipartimento di Medicina e Scienze della Salute “Vincenzo Tiberio” potranno essere svolte anche in altri presìdi regionali, come “il San Timoteo di Termoli e il Veneziale di Isernia – sottolinea Toma – ma anche le strutture private accreditate con il sistema sanitario regionale”. L’obiettivo è “attuare più efficaci modelli assistenziali e di prevenzione attraverso la formazione e la ricerca”. Al contempo “i docenti e i ricercatori del Dipartimento di Medicina ‘Vincenzo Tiberio’ potranno eventualmente integrare le attività di didattica e di ricerca con quelle assistenziali anche presso strutture private accreditate con il Servizio sanitario regionale, solo per quei settori per i quali sia verificata l’assenza di disponibilità di strutture assistenziali all’interno dell’Asrem. Tali attività assistenziali non avranno costi aggiuntivi né per il Servizio sanitario regionale né per l’Università” perchè saranno “a carico del Ministero dell’Università”.

Il protocollo prevede al tempo stesso che “l’Università svolgerà presso l’Asrem attività assistenziale attraverso il personale docente” che sarà inserito nell’attività assistenziale su decisione, d’intesa con il rettore, del direttore generale dell’Asrem Oreste Florenzano, assente però alla conferenza stampa di ieri pomeriggio pure essendo un tassello importante di questo ‘processo’.

Donato Toma e Luca Brunese

Questo protocollo, che ha ricevuto il placet dei Ministeri affiancanti, è inserito nella Programmazione operativa sanitaria”, le parole del governatore-commissario Donato Toma. “Inoltre rinnoviamo un partenariato stretto nel 2011 e che ci consentirà di lavorare insieme fino al 2025“. Il presidente mette in luce le peculiarità di un accordo che “permetterà di migliorare l’offerta sanitaria e valorizzare il nostro Ateneo”.

Tuttavia per far girare il ‘motore’ a pieno ritmo è fondamentale l’ampliamento dei corsi di specializzazione offerti dall’Università per gli studenti di Medicina: sei quelli attivati finora. “Il mio sogno è attivarne dieci entro la fine del mio mandato perchè ci consentiranno di attirare un numero superiore di ragazzi”, rimarca il rettore Brunese che riconosce l’importanza dell’intesa con la Regione. “Questo è un protocollo strategico, pone le basi per la messa in sicurezza dei corsi di laurea della Facoltà di Medicina che registrano 120 iscritti all’anno, di cui il 45% da fuori regione. Una risposta importante da parte dei non molisani. Il nostro sogno è attivare il corso di specializzazione per medici anestesisti“. Ossia personale ‘introvabile’ e di cui le strutture sanitarie regionali hanno fortemente bisogno.

Il Protocollo apre, inoltre, una vera porta per le scuole di specializzazione, oggi unica vera possibilità per lo sviluppo della sanità regionale”, aggiunge Brunese oggi alla guida di un’Ateneo che festeggia i 40 anni e si avvia al mezzo secolo di vita. “Nei quattro anni di attività della scuola per il percorso di specializzazione attraverso le borse di studio – spiega il Rettore – i medici, già disponibili per il servizio sanitario regionale, sono pagati dal Ministero dell’Università e non dall’Azienda sanitaria, altro aspetto rilevante”.

Poi insiste: “Noi dobbiamo consentire ai neo laureati di svolgere il percorso all’interno della nostra rete ospedaliera. L’anno scorso venti medici hanno iniziato questo percorso. Il nostro obiettivo è 50 medici all’anno a regime. Non credo sia un obiettivo impossibile avere per 5-6 anni 200 medici pagati dal Ministero dell’Università che svolgono il percorso di specializzazione nelle nostre strutture sanitarie”. Sarebbe una svolta anche per gli ospedali molisani, il cui personale ‘stringe i denti’ per garantire il servizio ai cittadini.

Intanto resta un altro obiettivo di lungo termine la nascita del Policlinico universitario, uno dei sogni del governatore Toma. Che rispondendo alle domande dei giornalisti sottolinea: “E’ un obiettivo possibile solo dopo l’uscita dal commissariamento”.

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