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Attesa spasmodica per la sentenza del Tar: i Lupi vogliono la riammissione in C

Domani, 2 agosto, i giudici amministrativi si riuniscono in camera di consiglio: si punta a cancellare le bocciature subite dalla giustizia sportiva. La piazza attende un verdetto decisivo per il futuro dei Lupi.

Ore cariche di ansia al termine di un mese davvero difficile per il calcio campobassano. Certo, qualcuno dirà che si parla di sport e utilizzare termini esagerati non sarebbe giusto. Vero, salvo accorgersi che in questa regione il ‘pallone’ campobassano può fare – e lo stava facendo – da traino a una serie di altre attività collaterali. A livello sociale, turistico, lavorativo. Anche questo non si può negare.

Ecco perché l’eventuale nuova bocciatura sarebbe vissuta come una mazzata pesante. Domani, 2 agosto, i giudici del Tar Lazio si riuniscono in camera di consiglio per “la trattazione collegiale della domanda cautelare”. In parole povere? L’organo di giustizia amministrativa deciderà se confermare o meno la sospensiva concessa con quella che tecnicamente viene definita l’istanza cautelare monocratica. Istanza che ha già prodotto un primo effetto concreto: ha di fatto congelato i ripescaggi e la formulazione di gironi e calendari nel campionato di Lega Pro.

La società rossoblù è rappresentata e difesa dagli avvocati Cesare Di Cintio e Federica Ferrari e ha inoltrato ricorso al Tribunale amministrativo dopo aver subito tre bocciature dalla giustizia sportiva. Un’azione portata contro il Coni e la Figc che hanno dato parete negativo l’8 e il 18 luglio. L’obiettivo è proprio “l’annullamento del dispositivo del 18 luglio 2022 e delle motivazioni pubblicate il 26 dal Collegio di Garanzia dello Sport presso il Coni oltre che di ogni atto presupposto, connesso e/o consequenziale comunque lesivo per la società ricorrente”.

Ricordiamo che i Lupi sono stati estromessi dalla serie C, o meglio non ammessi, perché risultano non pagate delle rate dell’Iva risalenti al 2019, al 2020 e al 2021 per un totale di 94mila euro. Su questo, la proprietà ha sempre portato avanti la propria tesi: “Non abbiamo potuto estinguere il debito perché gli avvisi bonari non sono ancora stati trasformati in cartelle esattoriali”. Ecco perché ora si chiede l’accertamento di illegittimità ed annullamento del manuale delle Licenze Nazionali del 27 aprile 2022 nonché di tutte le norme federali nella parte non in cui non è prevista una disciplina specifica e/o transitoria per regolamentare a livello sportivo gli avvisi di accertamento tributario e le cartelle esattoriali, riguardanti periodi di imposta in cui la società militava nel campionato dilettantistico di Serie D”.

E ancora, “di tutte le eventuali ulteriori norme federali che prevedano la perdita del titolo sportivo e lo svincolo d’autorità dei tesserati come conseguenza automatica o anche indiretta del provvedimento di diniego di ammissione al relativo Campionato nonché per la condanna al risarcimento di tutti i danni patrimoniali consequenziali subiti e subendi dalla società S.S. Città di Campobasso s.r.l. nonché dei danni non patrimoniali che saranno provati incorso di causa per effetto della mancata ammissione della società ricorrente al Campionato Lega Pro stagione sportiva 2022/2023”.

Cosa potrà succedere? Gli scenari sono due, o meglio tre. Il primo, che è quello che tutti i tifosi si augurano, è che il Tar conceda la sospensiva e di fatto riammetta il Campobasso in serie C. Il secondo, quello più nefasto, nel caso in cui arrivasse un’altra bocciatura. E il terzo, se il Tribunale dovesse decidere di far disputare alla squadra una categoria inferiore a determinate condizioni. Difficile ma non impossibile.

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