Termoli

Specie rara di squalo al largo di Termoli. “E’ il segnale che in Adriatico sta cambiando qualcosa”

L'armatore del Cosimo Padre Carlo Di Candia racconta la pesca "eccezionale" di oggi e avverte: "E' il segnale che in Adriatico qualcosa sta cambiando, e noi che il mare lo viviamo ce ne stiamo accorgendo".

Uno squalo nell’Adriatico. “E’ il segnale che nel nostro mare sta cambiando qualcosa, noi pescatori ce ne stiamo accorgendo da un po’”. Carlo Di Candia è ancora in mare quando al telefono riusciamo a farci raccontare qualcosa sulla “pesca straordinaria” di oggi, 3 marzo 2022, al largo di Termoli.

Uno squalo nella rete del Cosimo Padre, sono rimasti tutti a bocca aperta.

“In effetti è insolito, molto strano. Non so proprio come abbia fatto un bestione di 200 chili, lungo due metri e mezzo, a finire nelle reti gettate dall’equipaggio del Cosimo Padre. In oltre 30 anni di pesca non mi è mai successa una cosa del genere anche se ricordo che più di trent’anni fa mio zio pescò uno squalo”.

Stessa specie di questo?

“Identica. E’ lo squalo capopiatto, caratterizzato da occhi di un verde brillante e senza pinna dorsale. Ma non è un predatore che vive nei nostri mari. Vive in acque molto più calde, tropicali. Se sta qua vuol dire che la temperatura del mare si è già modificata, riscaldandosi”.

La spia del cambiamento climatico?

“E non l’unica. Sono almeno dieci anni che il mare Adriatico ci fa delle sorprese. Per esempio adesso si trova il pesce serra, che prima non esisteva proprio da queste parti, il mare comincia a diventare pieno di gamberi rosa, che prima erano introvabili. E vale anche al contrario, perché gli scampi, che prima c’erano in abbondanza, adesso si trovano con sempre meno facilità”.

Dove lo avete pescato?

“A 13 miglia circa dalla costa, subito fuori dalla piattaforme petrolifere tra Termoli e Vasto. A una profondità di 100 metri”.

Era vivo? Dal video sembrava vivo.

“Era agonizzante, credo che quel movimento che abbiamo immortalato col telefonino fossero i suoi ultimi spasmi. Abbiamo provato a rianimarlo con una manichetta d’acqua ma non ci siamo riusciti”.

E che fine ha fatto?

“Lo abbiamo rigettato in acqua, non c’erano alternative”.

 

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