I sindacati insorgono

Proteste contro la chiusura del presidio Polfer a Campobasso: “Non ci saranno risparmi”

La Federazione Silp Cgil - Uil Polizia contesta la proposta del Dipartimento della Pubblica Sicurezza che punta alla riorganizzazione degli uffici periferici della Polizia di Stato

Si levano nuove voci di protesta contro la soppressione del presidio di Polizia Ferroviaria di Campobasso. Questa volta prende posizione la Federazione Silp Cgil – Uil Polizia che contesta il piano del Dipartimento di Pubblica sicurezza.

“Una scelta – spiega il segretari provinciale Roberto Persichilli – che ha origine nella riduzione del numero di appartenenti alla Polizia di Stato – rideterminato al 28 agosto 2015 in 106.242 unità, rispetto alla precedente dotazione di 117.291 operatori, per espressa disposizione della cosiddetta “Legge Madia” –, che impatta negativamente sulla funzionalità della struttura organizzativa delle articolazioni centrali e periferiche dell’Amministrazione della pubblica sicurezza.
Come già detto in altre occasioni, si è trattato di una scelta governativa miope, irragionevole – fermamente contestata dalla scrivente O.S. – che ha comportato l’amara conseguenza, sul piano istituzionale, di privare i cittadini di circa 10.000 operatori a presidio della loro sicurezza”.

Entrando nel merito della soppressione del posto di Polizia Ferroviaria di Campobasso, Persichilli sottolinea: “La sua soppressione determinerebbe gravi conseguenze all’attività di sicurezza delle reti ferroviarie della regione Molise sul percorso Campobasso-Napoli e Campobasso-Roma, con ricadute nei servizi di Polizia Giudiziaria. Senza tralasciare l’aspetto, paradossale, di sguarnire la sede del capoluogo di regione dell’unico ufficio di Polizia Ferroviaria, con effetti negativi anche nei servizi di prevenzione, specie dopo la chiusura del Posto di Polizia Ferroviaria di Isernia.
Basti pensare allo studente, al lavoratore, al semplice viaggiatore che prende il treno a Campobasso oggi si sente sicuro, perché vi è il Posto di Polizia Ferroviaria che effettua i controlli dal posto di partenza, salendo anche sul treno fino ad arrivare a Isernia – Venafro – Cassino dove solo in quest’ultima località, distante da Campobasso circa 100 chilometri, esiste un presidio di Polizia Ferroviaria. Possiamo solo immaginare cosa potrebbe accadere, se dovessimo perdere chi vigila per noi, durante il viaggio, all’interno della stazione, nei locali d’attesa, nel sotto passaggio ferroviario, nel confinante parcheggio, nonché nelle vicinanze del plesso.
La soppressione del presidio di polizia sicuramente non porterà del bene alla cittadinanza, anzi molto probabilmente potrebbe favorire la nascita della microcriminalità con episodi di furto, asportazione di rame, delinquenza, spaccio, prostituzione, violenza”. 

Il sindacalista evidenzia anche le conseguenze per gli agenti in servizio: “Nonostante l’attuale forza organica in servizio presso il Posto della Polizia Ferroviaria di Campobasso sia di circa 9 unità, ha incessantemente svolto il proprio lavoro, attività esercitata su più quadranti, in particolare nelle fasce interessate all’orario di partenza e arrivi treni, riportando dati statistici ottimali, rendendo la stazione ferroviaria di Campobasso un posto sicuro. La chiusura del posto Polfer comporta la ricollocazione del personale in altri uffici di Polizia del capoluogo, senza considerare che si tratterebbe di spostare personale “qualificato ed altamente specializzato” abilitato ad attività di controllo preposte sia sui treni che sui binari”.

A dire di Persichilli, infine, la chiusura non determinerà riduzioni della spesa: “Sotto il profilo di un eventuale risparmio di spesa per lo Stato – semmai questa potesse essere una ragione – va detto che i locali dove hanno il Posto di Polizia Ferroviaria sono di proprietà di Ferrovie della Stato, ciò che ruota all’interno della struttura in uso alla Polizia è sempre proprietario l’ente Ferrovie della Stato, quindi economicamente il taglio è uguale allo ZERO. Quindi, se escludiamo il motivo economico, dobbiamo pensare all’ottimazione delle risorse in campo che quotidianamente effettuano la prevenzione e la repressione dei reati, nonché la tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica in ambito ferroviario; appare ininfluente anche quest’ultima considerazione poiché l’attuale quadro in campo prevede personale del Posto di Polizia Ferroviaria attuare tutte le misure previste dalle vigenti normative nel raggio di competenza della Stazione Ferroviaria non considerata tale solo per la via ferrata ma anche per le varie attività annesse all’utilizzo della struttura (parcheggio, attività commerciale) ed altri luoghi pertinenti all’uso comune. Tale incombenza andrebbe notevolmente a gravare sui servizi di controllo già pianificati dalla locale Questura, aumentando il numero delle risorse previste per questo scopo vanificando quelle già acquisite dal personale della Polfer che ha effettuato corsi specifici.
E’ di tutta evidenza come l’eventuale soppressione del Posto di Polizia Ferroviaria di Campobasso sia un errore, che per un verso non determinerà alcun risparmio di spesa, per un altro verso – aspetto ancora più rilevante – si priveranno i cittadini di Campobasso e i viaggiatori di un funzionale dispositivo di sicurezza a garanzia dell’ordine e della sicurezza pubblica”.

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