Una volta era la sede di un movimento politico, il quartier generale di una lista civica ispirata al centrodestra che nel 2011 appoggiò Michele Iorio in occasione delle elezioni regionali e che consentì all’allora candidato governatore di vincere quella tornata.
Una sede politica dove candidati e sostenitori si incontravano per riunioni utili a definire strategie elettorali e condividere programmi. Terminata l’avventura politica, il movimento si è sciolto qualche anno fa e l’abitazione è stata data in affitto.
Nulla di strano se non fosse per il fatto che quella casa è diventata improvvisamente ritrovo di transessuali e prostitute che su Campobasso pare trovino mercato fiorente.
A luglio scorso, infatti, il primo intervento della polizia su richiesta dei condomini. Tre donne: due venezuelane e una dominicana vennero denunciate e mandate via.
Festini, schiamazzi, urla avevano indotto gli inquilini a chiedere l’intervento delle forze dell’ordine. Ma all’arrivo di una pattuglia della Volante insieme agli agenti della squadra mobile ci fu la reazione violenta delle tre straniere che costrinse gli agenti a denunciarle.
Quindi l’allontanamento e con esso sembrava anche che finito l’incubo degli inquilini, stanchi di dover assistere senza alcuna forma di tutela ad uno spettacolo sempre più sfacciato.
Invece, poco dopo, la stessa casa è stata affittata ad altre due donne che hanno proseguito con quella stessa attività. Ancora urla, festini notturni, schiamazzi e clienti ad ogni ora del giorno e della notte.
Quindi la scelta di alcuni cittadini di chiedere direttamente “aiuto” alla Procura. Esposti i fatti, l’autorità giudiziaria ha disposto nuovi accertamenti in quella palazzina tra via Monte San Gabriele e via Montegrappa.
Anche in questo caso la nuova conferma: l’attività di prostituzione non sarebbe mai terminata.
Altre due donne, infatti, come avevano già esposto i condomini avevano continuato a mantenere in piedi la precedente “attività”.
Accertate le denunce, il capo della Procura Nicola D’Angelo ha disposto che i locali fossero messi sotto sequestro penale. Verifiche ora sono in corso anche per accertare quanto il proprietario dell’appartamento fosse a conoscenza dell’attività svolta all’interno della sua abitazione. Non sono esclusi risvolti anche in tal senso.
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