Sentenza definitiva

Circumlacuale, la sezione centrale della Corte dei Conti assolve i nove tecnici accusati di danno erariale

Si chiude definitivamente la questione legata al progetto della strada che deve collegare la fondovalle Tappino al Cratere sismico. L’avvocato Salvatore Di Pardo: “Non c’è stato alcuno spreco di risorse. L’inutilizzabilità dell’opera è solo contigente e non definitiva”

Definitivamente chiusa la questione del presunto danno erariale, per un danno contestato di 8 milioni, che è stato discusso davanti alla Sezione centrale di Roma della Corte dei conti.

Filone di un processo che si è tenuto a carico dei tecnici citati in giudizio e che si è chiuso con un’assoluzione che quindi non li ritiene  responsabili del paventato spreco di soldi pubblici rispetto alla famosa galleria rimasta incompiuta sì ma a causa delle leggi sulla sicurezza che nel frattempo sono state modificate e dunque hanno richiesto un esborso ulteriore per mettere a norma anche l’opera in questione.

Il caso è quello della Circumlacuale, la strada progettata oltre vent’anni fa per collegare la Fondovalle Tappino e il Cratere sismico. Avrebbe tirato fuori dall’isolamento la zona e facilitato la viabilità interna e verso i grandi centri di Riccia, Colletorto, San Giuliano di Puglia e Santa Croce di Magliano.

A rispondere della mancata realizzazione sulla quale anche la guardia di finanza aprì un’indagine,  diversi esponenti delle giunte regionali guidate dall’ex presidente Michele Iorio, i progettisti, i tecnici anche della Comunità Montana di Riccia, che è stata per un periodo soggetto attuatore.

Poi sempre il governo Iorio l’affidò nelle mani dell’ex Provveditore delle opere pubbliche Donato Carlea in qualità di commissario.

Oggi la sezione centrale della corte dei conti ha messo definitivamente la parola fine alla questione.

Assolti: Mario Consiglio, Nicola Cefaratti, Giovanni La Penna, Mario Giuseppe Martino, Giuseppe Supino, Nicola Selvaggio, Vincenzo Di Grezia, Rosanna Renzi, Giorgio Marone.

“Non è un’opera rimasta a zero – puntualizza infatti l’avvocato Salvatore Di Pardo, il legale di alcuni dei tecnici citati in giudizio – bensì si tratta di un’ opera che è stata soggetta a cambiamenti normativi che hanno richiesto un ulteriore esborso e che potrrà essere terminata non appena saranno disp9nbili nuovi finanziamenti. Certo è che non c’è stato alcuno spreco di denaro pubblico”.

In sostanza come spiega l’avvocato  Di Pardo, sintetizzando la sentenza, l’inutilizzabilità dell’opera è solo contingente e “non definitiva”.

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