Il rapporto 2018 della banca d'italia

Più turismo ed export in Molise, ma la crescita “è apparente” a causa dello spopolamento record

Il pil della nostra regione è aumentato dello 0,2%: cresciuti i posti di lavoro (+2,3%) e i contratti a tempo indeterminato, scende la disoccupazione giovanile. L'automotive, la chimica e l'alimentare si confermano tra i settori trainanti dell'economia regionale, riparte il turismo, mentre continuano a scendere il commercio e l'edilizia. Luci e ombre nel rapporto presentato dalla Banca d'Italia. Sullo sfondo lo spopolamento che impedisce di vedere il bicchiere mezzo pieno: "L'andamento è inferiore rispetto alle altre regioni del Mezzogiorno".

L’elettrocardiogramma del ‘malato Molise’ non è poi così piatto. Segnali di una ripresa ci sono, ma “è una crescita apparente”. Tutta colpa dello spopolamento, il peccato ‘originale’ di una terra tradizionalmente caratterizzata da ondate migratorie come la nostra. “La differenza tra il passato e l’attualità consiste nel fatto che prima emigrava chi aveva più di 40 anni, ora vanno via i ragazzi”. A certificarlo sono gli esperti della Banca d’Italia che ieri (20 giugno) hanno presentato il rapporto sull’economia molisana 2018. Prima l’incontro con i giornalisti, poi con il mondo della politica alla presenza della reggente della filiale di Campobasso Angela Parrella, Pietro De Matteis e Marco Manile.

Snocciolati i dati che dimostrano “il lieve miglioramento dopo la flessione del 2017. Ma i segnali di recupero sono moderati” e soprattutto “il Molise “resta al di sotto dell’andamento registrato nelle altre regioni del Sud Italia”. In generale il Paese cresce dello 0,9%. Ma il 2018 conferma la due velocità con cui si muove la ‘locomotiva italiana’: al Nord la crescita è superiore all’1%, nel Mezzogiorno si attesta sullo 0,5%. Il Molise si ferma allo 0,2%.

“L’attività del settore industriale è in crescita dal punto di vista degli ordini e della produzione, come riferisce l’Istat, seppure in rallentamento nella seconda parte dell’anno”, ha spiegato de Matteis. “Secondo la nostra indagine, le imprese che hanno un fatturato in aumento sono prevalse rispetto a quelle che hanno un fatturato in calo. E queste ultime sono le imprese che operano sul mercato interno”.

La nostra economia sconta anche il ritardo con cui sono partite le misure per l’area di crisi complessa perchè “solo a maggio siamo arrivati alla graduatoria definitiva e dunque allo sblocco di finanziamenti per 11 milioni di euro e investimenti per circa 20 milioni di euro. Di recente sono stati pubblicati anche i quattro bandi della Regione per le piccole e medie imprese”

IL CALO DELLE COSTRUZIONI E DEL COMMERCIO

Cala il comparto delle costruzioni, uno dei segmenti più importanti dell’economia molisana. Nel dettaglio, “nell’edilizia residenziale si continua a scontare la presenza di immobili invenduti che continuano a pesare sull’attività produttiva”. Invece relativamente alle opere pubbliche “è aumentata la spesa degli enti per la progettazione”. Un dato che probabilmente dipende dal fatto che per tale mansione i Comuni non utilizzano il personale interno, ma preferiscono affidarla a progettisti esterni.

Note negative pure dal terziario, frenato dal commercio: i consumi delle famiglie molisane, sempre piuttosto prudenti, restano stagnanti. Si acquistano meno auto (-7,6%), ma anche meno elettrodomestici (acquisti cresciuti solo dello 0,4%). Piuttosto si preferisce investire sulla casa: “Il mercato immobiliare dimostra una certa vivacità” grazie al calo del prezzo degli immobili e a tassi di interesse vantaggiosi.

Male inoltre l’attività del porto di Termoli: “Il movimento di merci per via marittima ha continuato a calare (-10,2%)”. E le speranze riposte nel catamarano che avrebbe dovuto collegare alla Croazia sono naufragate: non entrerà in funzione nemmeno quest’anno.

BUONE NOTIZIE DA EXPORT, TURISMO E INDUSTRIA

Finalmente, dopo un paio di anni di flessione, torna il segno “più” davanti al turismo balneare: gli arrivi e le presenze sono aumentati rispettivamente del 5,3 e del 7,5%. A Termoli, certificano dalla Banca d’Italia, il calo era dovuto alla pessima qualità dell’acqua. Bene pure il turismo montano e le cosiddette ‘settimane verdi’. Inoltre, le presenze turistiche non sono più legate alla stagionalità.

Ad alimentare l’ottimismo in tale settore è anche la crescita del turismo culturale. “Il potenziale turistico della regione è ancora inesplorato”, osservano dalla Banca d’Italia. E forse il ‘Molise che non esiste’ probabilmente è uno stereotipo che si può riporre in soffitta.

Positivi gli scambi con l’estero, aumentati di oltre il 40%. Export legato in particolare all’automotive e alla Fiat di Termoli: i gruppi motopropulsori prodotti nell’azienda di Rivolta del re prima arrivavano in Turchia e in Polonia, ora in Cina e in Usa. “Con questo boom l’automotive ha preso il posto del settore moda che ha azzerato le esportazioni. Anzi, fino al 2009 era il settore che esportava di più”.

Rilevanti pure le esportazioni per le aziende che operano nei comparti di chimica e alimentare. Dimostrano poi una certa vitalità le piccole e medie imprese.

IL MERCATO DEL LAVORO

Più posti di lavoro e più contratti a tempo indeterminato: queste le principali notizie positive che arrivano dal mercato del lavoro. “L’occupazione è aumentata del 2,3%” assorbita soprattutto da servizi e industrie. In quest’ultimo caso crescono i lavoratori e “per la prima volta dopo anni diminuiscono i contratti a tempo determinato, aumentano quelli a tempo indeterminato”. Fatturato in aumento soprattutto per le aziende con almeno 20 addetti.

Inoltre si sono dimezzate le ore di cassa integrazione: un dato che non deve trarre in inganno. In alcuni casi si parla di imprese che hanno chiuso e non sono state sostituite da altre. Diminuito il tasso di disoccupazione (dal 14 % al 13%) e in particolare il tasso di disoccupazione giovanile (dal 31 al 27%). Anche in questo caso non bisogna festeggiare: “In Molise i livelli occupazionali restano al di sotto di quelli pre crisi”.

Infine, le famiglie. E’ vero, il reddito è cresciuto ma non i consumi. Quelle molisane sono famiglie prudenti: l’indebitamento resta infatti contenuto. Si preferisce risparmiare, come dimostra l’aumento dei depositi bancari.

Purtroppo se il bicchiere non si può vedere mezzo pieno è colpa dello spopolamento: “In questo campo il Molise ha un primato in Italia”. Certo, non proprio una medaglia d’oro da apporre sul petto.

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