L'inchiesta dei carabinieri

Spacciavano cocaina usando i figli piccoli, patteggiano i boss: pene fino a 4 anni e 8 mesi

Sono comparsi questa mattina davanti al giudice Roberta D'Onofrio i 13 imputati nell’ambito di operazione “Friends” con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata allo spaccio, giustificato dal vincolo familiare e dalla lingua. Si trattava perlopiù di indagati nell’ambito della comunità rom. Uno di loro ha scelto l’abbreviato, in tre invece andranno a processo, patteggiamento per tutti gli altri

Operazione “Friends” è l’inchiesta dei carabinieri terminata a maggio 2023 con l’arresto di 4 persone e la denuncia di altre sedici. Un’indagine antidroga coordinata dalla Procura di Campobasso che ha portato gli inquirenti fino ai comuni del Basso Lazio.

In tredici questa mattina sono comparsi davanti al giudice Roberta D’Onofrio. Tredici – rispetto ai venti iniziali – perché per alcuni la posizione è stata stralciata, per altri ancora è stata archiviata.

L’operazione ha disarticolato un’organizzazione con a capo un uomo di 37 anni che gestiva il traffico di cocaina. Insieme a lui la moglie 42enne. Mentre i loro sodali erano altre due persone di 47 e 55 anni e si tratta della coppia di coniugi che si riforniva a Frosinone.

Le indagini hanno messo in luce la trasversalità dei clienti: per la maggior parte tutti di Campobasso. Intercettazioni telefoniche e ambientali hanno consentito di evidenziare come il mercato di cocaina nel capoluogo è purtroppo fiorente. In operazione “Friends” i carabinieri hanno operato in un contesto particolare, con soggetti legati da vincoli di parentela “che hanno reso complessa la permeabilità investigativa”. Nonostante questo, sono stati raccolti gravi indizi di colpevolezza a “carico di questo gruppo gestito da questo 37enne con base di spaccio in via San Giovanni a Campobasso”.

Accuse riportate in udienza e che questa mattina hanno visto nove indiziati patteggiare la pena, fra loro anche i 4 principali indagati con una condanna (per il capo) che va fino a 4 anni e 8 mesi di reclusione.

Dicevamo, 9 patteggiamenti. In tre invece hanno scelto il rito ordinario (uno difeso dall’avvocato Silvio Tolesino) e uno ha optato per il rito abbreviato.  Quelli che andranno a processo torneranno in aula il 16 settembre prossimo.

Nel corso dell’inchiesta ci sono stati diversi arresti. “La droga – avevano riferito in conferenza stampa i carabinieri – per la prima volta arrivava dal Lazio”. Ma la cosa che destò particolare preoccupazione è stata quella di aver accertato che “spesso le cessioni avvenivano alla presenza di figli minori, anzi in alcuni casi la cocaina veniva nascosta addosso ai figli”. Un aspetto preoccupante, successivamente sottolineato anche dal Giudice per le indagini preliminari.

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