Campobasso e termoli

La strategia del centrodestra: aspettare per i nomi dei sindaci, mentre gli avversari fanno a botte

Il centrodestra non ha ancora ufficializzato i nomi dei candidati sindaci per Termoli e Campobasso, dove però sono in risalita le quotazioni di Salvatore Colagiovanni (Popolari) e Francesco Pilone (FdI). Il centrosinistra nel frattempo si mostra diviso (è il caso del capoluogo) o litigioso anche quando sta assieme.

Sarà il risultato dell’Abruzzo a sbloccare l’impasse nel quale sembra essere piombato il centrodestra molisano per le Amministrative di Campobasso e Termoli? Probabile. Di sicuro si aspetta il risultato delle Provinciali di Campobasso e solo “da martedì prossimo – giurano i bene informati – si ricomincerà a parlare di elezioni comunali”. 

E’ chiaro che la sfida a Palazzo Magno, l’ente presieduto da Pino Puchetti (dettaglio attorno al quale non sembra esserci un grande interesse) serva più ‘per contarsi’ e incassare – la speranza dei partiti è questa – una ulteriore conferma numerica in vista delle sfide ben più rilevanti che li attendono: la corsa alla fascia tricolore del capoluogo di regione molisano e della città di Termoli, il cui massimo scranno non è mai stato tanto appetibile come in questo momento storico.

Oltre ai soldi del Pnrr, infatti, su Termoli piomberà una miniera d’oro con l’investimento (2 miliardi) della Gigafactory di ACC, il cui cantiere è stato già delimitato. Tra pochi giorni inoltre l’ufficializzazione di Termoli Capitale della Mobilità sostenibile, che vale – in termini strettamente finanziari – un milione di euro.

Il terreno per ufficializzare il nome dell’attuale assessore all’Urbanistica, l’avvocato Nico Balice, è pronto. Ma non è pronto a Campobasso, dove invece la trattativa sul nome dell’aspirante sindaco è ancora in alto mare.

Quintino Pallante, presidente del Consiglio regionale, è considerato un candidato papabile per Palazzo San Giorgio. Ma è bastato evocarlo per rimettere in discussione i già precari equilibri tra i partiti di centrodestra. Addirittura c’è già chi è pronto a scommettere che Pallante abbia già ritirato la sua disponibilità, un po’ perché senza adeguato paracadute (dimissioni da presidente del Consiglio regionale già durante la campagna elettorale con conseguente ingresso della prima dei non eletti Aida Romagnuolo) non vuole correre il rischio di trovarsi a mani vuote. Un po’ per una maretta indigesta dentro Fratelli D’Italia. I soliti bene informati giurano che più che rumors sono trapelate urla di rabbia contro la sua persona. Né l’assessore Michele Iorio, né Salvatore Micone avrebbero gradito l’idea minacciando di lasciare FdI. La faida “che sta tutta dentro il loro partito, non certo nella coalizione” dicono fonti di Forza Italia potrebbe essere sbrogliata dal governatore in persona.

Aida Romagnuolo e Quintino Pallante

Francesco Roberti qualche nome in mente per Campobasso ce l’ha. E in più occasioni, tavolo del centrodestra compreso, ha detto che “i consiglieri uscenti saranno tenuti in debita considerazione”. L’ipotesi che se Fratelli D’Italia non dovesse riuscire a fare sintesi e convincere la coalizione la casella la esprimerebbe Forza Italia sembra più plausibile alla luce della ‘perdita’ di Aldo Patriciello. L’europarlamentare azzurro è recentemente passato con la Lega di Salvini. Va considerato però che FI ha già espresso il governatore del Molise e pure il candidato presidente per la Provincia di Campobasso, Orazio Civetta (sconfitto da Pino Puchetti del centrosinistra).

Eppure, nonostante le lungaggini della trattativa (“Prima di 10 giorni qua non succede niente” è una frase ricorrente negli ambienti della politica) nessuno sembra infastidito. Anzi, in attesa di benedire l’uomo (o la donna?) giusto, sembrano tutti molto indaffarati a riempire le liste. “Si può perdere col candidato sindaco sbagliato, ma si perde anche se le liste non sono forti” dice il consigliere Mimmo Esposito, uno dei più vicini a Roberti. Quella dell’esercito di aspiranti consiglieri comunali è una strategia rodatissima nel centrodestra.

Roberti Esposito

E così, mentre i giorni scorrono, il centrodestra lavora sottotraccia cercando, per quanto possibile, di celare i suoi malumori. Il centrosinistra, invece, si è spaccato a Campobasso (con la doppia corsa di Maria Luisa Forte e Pino Ruta) oppure litiga apertamente anche se sta insieme, è il caso di Joe Mileti a Termoli.

E’ in modo particolare quest’ultimo ad agitare in profondità le acque della coalizione progressista. Voluto da Pd, M5S, Costruire Democrazia, Italia Viva, VotaXTe e Socialisti, è stato inchiodato da uno stato di whatsapp finito all’attenzione di Elly Schlein nel quale ‘sponsorizzava’ alle Regionali l’amico Antonacci di Fratelli d’Italia.

“Era uno scherzo” ha spiegato il diretto interessato, nel silenzio del Pd che però ormai è spaccato, con Laura Venittelli e la sua ‘corrente’ determinati a dare battaglia. Antonio Federico, il coordinatore regionale dl M5S, ha difeso la scelta e la persona, ma qualcun altro nel partito – Angelo Primiani – ha sollevato obiezioni. E intanto la sinistra, i civici, l’area cattolica e i Verdi hanno pubblicamente preso le distanze avvertendo che “prima i programmi e poi il candidato sindaco”. A rincarare la dose, inoltre, il segretario di Azione, Luigi Valente che ha bollato l’attuale ‘campo largo’ creatosi in Molise per il voto alle Amministrative come un campetto da pallone formato ragazzi e poco più. L’atmosfera è incandescente, e l’arena sulla quale il centrosinistra gioca la partita ha tutta l’aria di un ring. Non è a questi livelli la situazione di Campobasso dove però Costruire Democrazia va da sola con Pino Ruta, e il movimento non ha certo peli sulla lingua quando dice che “l’alleanza tra Pd e M5S è una specie di Festival dell’incoerenza”.

Lo stesso soggetto di Costruire Democrazia, però, a Termoli gioca con il campo largo, e mentre l’elettore è disorientato – anche comprensibilmente – il centrodestra gongola. E aspetta, prima di fare i nomi, che l’avversario stramazzi, annichilito di lotte fratricide e scontri interni.

Teoricamente la matita in mano sulla casella di Campobasso, acquisito che quella di Termoli sarà appannaggio di Forza Italia, spetterebbe a Fratelli D’Italia. Oltre a Pallante sul tavolo permangono i nomi di Francesco Pilone, Stefano Maggiani e Fausto Parente. Sorprese escluse. Chiunque sarà verrà subito investito del compito di scontrarsi contro Ruta e Forte, con il preciso mandato di vincere al primo turno (“Al ballottaggio è molto, molto difficile” ammettono dal centrodestra) sbaragliando la litigiosità degli avversari. L’identikit: moderato, conciliante, con un curriculum da politico e amministratore di esperienza, e un credito il più largo possibile presso i cittadini. E risalgono le quotazioni di Salvatore Colagiovanni, attuale consiglere di minoranza dei Popolari.

Salvatore Colagiovanni
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