Il 'caso'

Il canile di Mirabello sarà smantellato perché non a norma, raccolta firme per salvarlo

Già 4mila firme per salvare ‘L'Oasi del Randagio’: il comune di Mirabello ha ordinato di svuotarlo e demolirlo entro la fine dell’anno.

4mila firme per salvare il rifugio per cani di Mirabello. Il tutto in pochi giorni tramite la la petizione online su Change.org lanciata da Ilaria Siviero per chiedere che il rifugio per cani di Mirabello sia salvato.

‘L’Oasi del Randagio’ non ha autorizzazione sanitaria e sarà smantellato entro la fine dell’anno. “Entro il 1 gennaio il rifugio sotto richiesta del comune di Mirabello Sannitico dovrà essere vuoto, verrà demolito, passerà una ruspa sulle cucce che sono state casa di moltissimi cani da anni a questa parte” spiega Siviero.

“Abbiamo provato a trattare con il Comune e abbiamo presentato un progetto a norma di legge con tutti i requisiti richiesti ma è stato rifiutato, eravamo disposti a cambiare le cose a spese nostre ma evidentemente a qualcuno non andava bene”, si legge nella nota. Il problema attuale è che “ci sono troppi cani ancora perché sia possibile anche solo pensare di svuotare tutti i box entro quella data. Aiutateci a cambiare per il bene dei cani, aiutateci a rimanere lì  per il bene dei cani. Basta una firma”, prosegue la petizione.

Giusy Messina, con l’associazione no-profit Empa (Ente Molisana Protezione Animali), si è impegnata anima e corpo al rifugio per cani e gatti: “Lei non ha un lavoro, non ha una famiglia, non esce a mangiare una pizza o a divertirsi, tutto il tempo e le forze che ha le impiega tra il rifugio, il gattile e le colonie feline”, racconta Ilaria. “Il rifugio però ora dovrebbe chiudere, i cani? Non si sa, verrebbero spostati in altri canili non proprio belli della regione. E i cani disabili, paraplegici e malati? Quelli verranno probabilmente soppressi all’ingresso del nuovo canile o verranno lasciati morire lentamente”, si legge.

Bisogna dire che, come si spiega nella petizione, “il rifugio L’Oasi del Randagio è stato costruito a mano, sono state issate reti e lamiere, cucce e materassini. Il rifugio è servito sempre a tutti, anche ai Comuni, ha sempre raccolto dalla strada poveri cani e gatti che nessuno avrebbe mai nemmeno guardato. Si occupa di animali disabili e feriti nell’anima le cui storie fanno rabbrividire”, spiega l’autrice della promozione.

“Per alcuni cani il rifugio è diventato ormai una casa, per altri un centro medico, per altri ancora un luogo di passaggio dove intanto trovano pace. Giusy, sua madre Maria Rosaria ed io chiediamo solo pace. Il nostro lavoro silenzioso, i nostri sacrifici quotidiani vorremmo venissero pagati con il benessere dei cani e dei gatti presenti al rifugio ed in gattile”.

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