Dopo 6 anni e mezzo

Frana Civitacampomarano, comitato incontra Marone e chiede di sbloccare i lavori

Il Comitato ‘Dissesto Fronte Nord di Civitacampomarano’ ha incontrato ieri l’assessore regionale ai Lavori Pubblici Michele Marone per fare il punto della situazione della difficile ricostruzione in seguito alla frana del marzo 2017.

Ad oltre 6 anni dal disastro e ad un anno da quando il sindaco di Civitacampomarano Paolo Manuele conferiva la cittadinanza onoraria a Fabrizio Curcio, Capo Dipartimento della Protezione Civile – scrive il comitato – nella mattinata di ieri lunedì 16 ottobre l’assessore ai Lavori Pubblici Michele Marone ha ricevuto il coordinamento del Comitato al fine di riprendere il confronto tecnico-procedurale lasciato sospeso e irrisolto dall’ineffabile dottor Toma durante le sue pur animate presenze preelettorali davanti alla popolazione di Civitacampomarano”.

Come ricorda il comitato “l’improvviso dissesto del marzo 2017, come noto, comportò l’evacuazione di oltre 20 nuclei familiari residenti nella parte nord occidentale del paese, con area urbana tuttora delimitata quale zona rossa, dove non esistono edifici abusivi o manomissioni antropiche di sorta, anzi edifici danneggiati e sgomberati che, restando di proprietà, comportano finanche l’aggravio di tasse e tributi. Per non ricordare semmai presenze di immobili di pregio storico e culturale, come la casa comunale (ex Pretura) o la casa natale del patriota risorgimentale civitese Gabriele Pepe (1779-1849), il cui pregevole monumento decora la principale piazza del capoluogo molisano. L’assessore Marone è stato informato sulle lungaggini relative al progetto di 8 milioni di euro commissionato da Invitalia nell’aprile 2021 e a tutt’oggi ancor privo di una sua forma definitiva.

Il coordinamento rimarca quindi alcune delle domande fondamentali su una questione che in sei anni e mezzo. “Come si può da un lato lamentare lo spopolamento delle aree interne e dall’altro impedire ai proprietari residenti di rientrare in possesso utile delle rispettive abitazioni? Come accettare che il primo contributo di cui al DPCM 2018 (testualmente intorno al 26% delle perizie di danno), possa permettere dopo anni di perdurante sistemazione d’emergenza, il recupero d’immobili o infrastrutture che continuano a permanere in stato di abbandono e dissesto? Come legittimare l’uso (o lo sperpero) degli otto milioni di euro se il suo impiego non fosse finalizzato al logico ed atteso ritorno alla vita di quella parte del borgo consolidato?”

Per tutti questi motivi il Comitato “in attesa di risposte, continua a coltivare la fiducia nelle istituzioni, nella nuova Giunta regionale guidata dal presidente Roberti e nell’amichevole e costruttiva accoglienza ricevuta dall’assessore Marone”.

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