Il bilancio del governatore

Donato Toma: “Il mio unico pentimento? Aver accettato la candidatura a occhi chiusi cinque anni fa”

Il governatore uscente traccia un bilancio dei suoi cinque anni alla Regione Molise. Non è deluso dalla politica "che è fatta di molteplici sfaccettature" ma, se tornasse indietro, quella candidatura che gli fu proposta la valuterebbe "con un'attenzione diversa così come diversamente selezionerei i miei compagni di viaggio"

Donato Toma prova a fare una passeggiata con suo figlio lungo Corso Vittorio Emanuele, prova perché “è impossibile, ogni metro c’è qualcuno che ti ferma” ammette sorridendo mentre gli andiamo incontro. E’ il giorno in cui si consegnano le liste e il suo nome non c’è neanche tra i candidati consiglieri: “Perché avrei dovuto candidarmi? – dice e continua – Il presidente uscente o fa il candidato presidente o nulla”.

Affabile e disposto ad una chiacchierata che alterna momenti di analisi politica a momenti di riflessione su scelte personali e vita privata, Donato Toma appare sollevato “da una legislatura che in molte, troppe circostanze, si è consumata a colpi di denunce (di consiglieri regionali) piuttosto che di collaborazione e compartecipazione nella gestione amministrativa”.

Consiglieri regionali chi? Di maggioranza o di opposizione?

“Il consiglio regionale è composto da ambedue le compagini. Quindi tragga lei le conclusioni”.

Questa mattina l’aspettavamo in tribunale!

“Come vede, sono impegnato in una passeggiata con mio figlio anche se purtroppo passeggiare non sempre è un fatto scontato, per esempio adesso mi avete bloccato mentre parlavo con una persona di una ristrutturazione aziendale di cui mi devo occupare”.

E’ tornato a fare il commercialista?

“Non ho mai smesso. Chiaramente in questi cinque anni non ho dato priorità allo studio ma con me lavorano oltre dieci dipendenti a cui adesso non posso chiedere più di quanto abbiano già fatto. E’ il momento di crescere, di espandersi, di ampliare le aspettative e io devo tenere il timone”.

Quindi mai più politica?

“Al momento non sarà la mia priorità, ma nella vita tutto è politica e continuerò ad occuparmene”.

Per esempio: ha partecipato alla composizione delle liste?

“No. Perché avrei dovuto farlo? Sono candidate persone di esperienza, lo sapete meglio di me, quindi meglio ottimizzare le risorse”.

C’è una vena di amarezza nelle sue parole?

“Ma no. Non direi amarezza, forse tristezza ma pensandoci bene neanche questo è il termine adatto”.

Pentimento politico?

“Quello di aver accettato cinque anni fa ad occhi chiusi la candidatura. Quello sì. E poi di non aver valutato con attenzione i miei compagni di viaggio, già all’epoca”.

Compagni di viaggio: una contestazione alla sua giunta?

“No. Alla mia giunta contesto nulla, mi ha sostenuto fino all’ultimo”.

Tutti?

“Tutti”.

Quindi chi voterà?

“Il centrodestra”.

E la preferenza?

“Non posso dirlo. Ma sarà un uomo a me vicino”.

Un uomo, non una donna e se l’unica donna in giunta era la Calenda va da sé che non la sosterrà.

“Ma no (ride) dico uomo per riferirmi al genere umano. Tuttavia esprimerò la doppia preferenza”.

Al di là delle sue conclusioni umane e politiche su questa legislatura, tecnicamente si rimprovera qualcosa?

“Niente. Perché ho agito rispettando le leggi e i cittadini. Mi contestano, per esempio, la sanità. Ma, quelle risorse destinate al settore privato necessitavano, vista la situazione che viviamo, di un avvallo dei ministeri o di consenso giurisprudenziale. Quando i nulla osta sono arrivati, ho sbloccato i fondi a disposizione. Ed è accaduto proprio nelle ultime ore”.

Molto tecnico ma poco politico.

“La politica è anche tecnica e competenza. Mi spiace”.

Si, però lei ha ecceduto nei tecnicismi. Anche il decreto spalmadebiti sembra una presa in giro: tecnicamente si spalmano debiti (fra l’altro a dieci anni), l’aspettativa invece era quella di azzerare il debito del Molise.

“Allora, lasciate perdere le chiacchiere di queste ultime ore che fra l’altro arrivano da avversari politici che fanno il loro compito in quanto antagonisti nell’ambito di una campagna elettorale. Il decreto spalmadebiti va migliorato e su questo non ci sono dubbi, ma vi anticipo che il senatore Claudio Lotito presenterà un emendamento che consentirà di spalmare i debiti del Molise a 20 anni e non a 10. Azzerare il debito? Al momento non è possibile”.

Sì, ma la legislatura chiude senza l’approvazione del Bilancio e questo potrebbe inficiare anche il destino del prossimo governo regionale.

“Fesserie. Non so se il bilancio arriverà in aula ma intanto attendiamo l’approvazione del decreto spalmadebiti che miglioreremo in queste ore. Fatto questo – al contrario di come dicono – il Molise avrà le mani slegate”.

Quindi lascia una Regione con i conti in ordine?

“Ma guardi che la difficile situazione economica del Molise risale agli anni passati. Chi non è un tecnico di contabilità può facilmente disorientarsi. Eppure i debiti, quelli vecchi, sono fermi lì da tempo. Con la mia amministrazione le entrate e le uscite si sono intersecate perfettamente, trovando il giusto equilibrio ma chiaramente con cinque anni non riesci ad appianare un debito decennale. Ci vuole più tempo”.

Non si è candidato o non l’hanno candidata?

“Non abbiamo trovato la giusta sintonia”.

Sembra che lei abbia molto da dire ma non dice…

“Al momento va bene così”.

E’ vero che sarà investito di un incarico a Roma?

“Mi è stato offerto un Cda, ma ho rifiutato. Sto valutando la possibilità di far parte di un collegio sindacale molto importante ma la conditio sine qua non è restare a Campobasso”.

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