Polemiche sulla riforma

Autonomia differenziata, plauso di Toma. Fanelli: “Strizza l’occhio alla Lega ma la legge inguaia il Molise”

E' bufera dopo l'approvazione del disegno di legge da parte del Consiglio dei Ministri. Il governatore molisano Donato Toma: "Bene l'archiviazione del criterio della spesa storica che ha fortemente condizionato il Mezzogiorno". Ma la posizione del Partito democratico è durissima: "Sancita la retrocessione dei diritti di tutti i cittadini del Sud".

Nemmeno 24 ore dopo l’approvazione del disegno di legge sull’autonomia differenziata in Consiglio dei Ministri, governatori del Sud (e non solo) e sindaci protestano contro la riforma del ministro leghista Roberto Calderoli (lo stesso che propose come legge elettorale il famoso Porcellum). Veementi le reazioni del Partito democratico, a cominciare dal presidente della Regione Campania De Luca (“è una truffa”) al collega della Regione Emilia Romagna Bonaccini (“è irricevibile e noi siamo pronti alla mobilitazione perché non è stata condivisa con la Conferenza delle Regioni” e perché “spaccherà il Paese”). Più entusiasta il commento del capo della Giunta regionale molisana, Donato Toma, che parla di “un passo avanti” per il disegno di legge Calderoli. “Bene l’archiviazione del criterio della spesa storica, che ha fortemente condizionato il Mezzogiorno”, le parole del presidente della Regione Molise. “Il gap tra i territori può e deve essere colmato in un quadro che vede l’unità nazionale e il decentramento amministrativo convivere senza traumi al fine di non accentuare i divari in diversi comparti essenziali”.

Non la pensa così il capogruppo del Partito democratico in Consiglio regionale Micaela Fanelli, secondo cui “il disegno di Legge Calderoli mette a rischio l’unità del Paese, sancendo la retrocessione dei diritti di tutti i cittadini del Sud e di quelli del Molise”. La consigliera dem non nasconde la “rabbia” rispetto alle dichiarazioni del governatore Toma: “Aver eliminato – all’interno del Ddl – la dicitura relativa al criterio della “spesa storica” di certo non basta per una definizione dei Livelli essenziali di prestazioni che, senza opportuni finanziamenti, non solo non andranno a colmare ritardo alcuno, ma sanciranno definitivamente la differenza tra cittadini di serie A E cittadini di serie B. Basti pensare infatti, come per garantire i Lep in tutto il Paese, solo per trasporti, scuola e sanità servirebbero come minimo 80 miliardi di euro. Toma ne è consapevole quando rilascia dichiarazioni entusiaste ai giornalisti?

È consapevole di come la questione Sud sia stata semplicemente bypassata dal Governo di centrodestra che ha messo su carta una definizione di Livelli essenziali di prestazioni che non potrà mai trovare attuazione nella realtà?”.

Con la campagna elettorale per le Regionali in corso in Lazio e Lombardia (in quest’ultima la Lega ha candidato l’uscente Fontana ma ha anche perso consensi) e il prossimo voto in Friuli Venezia Giulia e in Molise, l’approvazione del disegno di legge favorisce anche altre interpretazioni.

“Toma è conscio di come il disegno del suo Governo sia semplicemente quello di cancellare il Mezzogiorno e utilizzare l’autonomia come una mera bandierina da piazzare in campagna elettorale nelle regioni del Nord che andranno al voto? O magari Toma vuole semplicemente fare l’occhiolino alla Lega, attualmente contraria a una sua candidatura bis alla guida della Regione Molise?”, insiste Fanelli riferendosi al governatore molisano eletto con Forza Italia e che punta ad essere ricandidato per il secondo mandato. 

“Toma lo dica ai molisani e soprattutto spieghi perché vuole abdicare alla difesa dei diritti di questa terra, nonostante l’impegno preso tre anni fa in Consiglio regionale proprio sul tema dell’autonomia differenziata, quando l’Aula, su mia proposta, votò una mozione che nel merito chiedeva prima di individuare, assicurare e garantire i Lep attraverso una perequazione reale e solidale, soprattutto per le regioni rimaste indietro sulla strada dello sviluppo come il Molise. Ovvero diritti uguali per tutti i territori, soprattutto per sanità, scuola, infrastrutture. Una presa di posizione di cui lo stesso Toma aveva detto di volersi fare portavoce e garante, salvo poi ripensarci”.

Fanelli lancia l’appello alla mobilitazione unendosi alle parole del presidente dell’Emilia Romagna Bonaccini: “Ci saremmo aspettati una levata di scudi anche dal Molise e non solo da parte di presidenti di Regioni più sviluppate che chiedono invece unità nei diritti dei territori”.

“Resto decisamente convinta – conclude – che questo disegno rappresenti un vero e proprio attentato ai diritti dei cittadini, compiuto silenziando il Parlamento. Un colpo che arriva a mano tesa dopo il già terribile blitz ultimato nell’ultima Legge di Bilancio all’interno dell’articolo 143 che molti stessi costituzionalisti non hanno esitato a definire “incostituzionale””.

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