Dopo la direzione

Scontro nel Pd Molise. Fanelli: “Sbagliato rinviare il congresso, serve aria fresca e noi siamo blindati”

La ex segretaria regionale che ha votato contro il rinvio del congresso locale a dopo le elezioni regionali chiede a Facciolla di convocare l'assemblea per discutere e approvare un documento in cui lei, Durante e Buono chiedono un coordinamento unitario del partito che li traghetti alla primavera del 2023.

A 24 ore dall’annuncio dato dal segretario del Pd Molise, Vittorino Facciolla, di non celebrare il prossimo congresso locale prima delle elezioni regionali del 2023, Micaela Fanelli spiega le ragioni del suo dissenso espresso durante la votazione della direzione il 31 ottobre scorso.
La ex segretaria dem, attuale consigliera regionale nel gruppo Pd con Facciolla, ha bollato come “sbagliato” il differimento precisando anche, a scanso di equivoci, la sua volontà a non volersi ricandidare per la futura segreteria. E ha invitato il segretario a convocare l’assemblea “per discutere e approvare il documento proposto da me, Stefano Buono e Michele Durante (questi ultimi due grandi assenti alla direzione del 31 ottobre scorso, ndr) per un coordinamento unitario del partito”.
In un lungo post pubblicato questa mattina, 2 novembre, su facebook Fanelli ha spiegato che “un congresso serve per rinnovare la linea di azione di un partito che è uscito pesantemente sconfitto dalle ultime elezioni, per rinvigorire l’entusiasmo. Serve per elaborare proposte precise da offrire agli elettori e dimostrare di possedere una classe dirigente capace di rinnovarsi per affrontare le sfide dell’oggi e del domani. A Roma e Campobasso penso serva spiegare ai cittadini quali sono le nostre battaglie e aprire a un radicale rinnovamento. Ai giovani, al futuro, a chi ha davvero voglia di impegnarsi, come chiedono in tanti militanti anche in queste ore.
Per questo ho suggerito a Letta di accelerare il congresso nazionale e locale. Soprattutto nelle regioni dove si vota serve far entrare aria fresca”.
Micaela Fanelli
L’indicazione di Enrico Letta, come ha evidenziato anche il segretario Facciolla, è andata nella direzione opposta: per Molise, ma anche Lazio, Lombardia e Friuli Venezia Giulia l’auspicio è stato quello di rinviare i congressi a dopo le le elezioni. E questa linea è passata a larga maggioranza (23 favorevoli e appena 3 contrari: Fanelli, Coscia, Marini).
“Nella direzione locale di Halloween – dice oggi Micaela Fanelli – la decisione contraria portata avanti dalle segreterie nazionali e locali era ritenuta scontata da tutti, le minoranze e molti membri non hanno preso parte al voto. Il risultato è il frutto di questo. Ma nella stessa direzione è stato depositato un documento molto importante. Per superare le contrapposizione e le decisioni di una sola parte. Un documento ben strutturato e ottimamente proposto da Stefano Buono, firmato oltre che da me, da Michele Durante. Un documento che chiede un coordinamento unitario del partito, per rafforzare il lavoro comune. Andrà discusso in assemblea.
Parallelamente, a prescindere dal congresso, io chiedo come ci si apre all’esterno, come si rilancia il Pd?. Uno dei modi è dare spazio ai giovani. Il prossimo 12 novembre i ragazzi molisani, come Brando Bonifei a Roma, chiederanno più attenzione. Più possibilità di far sentire la loro voce ed incidere sulle decisioni del partito che, se davvero ha l’intenzione di tornare ad essere il punto di riferimento politico dell’intero centrosinistra, da una parte deve aprirsi alle nuove generazioni, dall’altra non deve cadere nell’errore di diventare sempre più autoreferenziale e chiuso alle esigenze di rinnovamento che arrivano da più fronti. Il Partito Democratico, a Roma così come a Campobasso, deve recuperare anche tutta la sua capacità di proposta politica nelle sedi istituzionali, dando risposte concrete ai cittadini. E in Molise oggi la sfida più urgente è sul Pos e sull’impellenza di fermare Donato Toma, prima di tutto nel suo ruolo di Commissario ad acta. Per questo ho presentato una proposta di legge che sancisce, negli ultimi sei mesi della legislatura, l’incompatibilità per i ruoli di Presidente di Regione e Commissario ad acta. Approvarla in Consiglio regionale significherebbe ridare speranza alla sanità molisana e porre la prima, vera pietra angolare per una sfiducia a Donato Toma non solo da Commissario, ma anche da Presidente. Al contrario, restare blindati al nostro interno e immobili all’esterno, nuocerà al partito, alla coalizione, all’intero Molise.
Questo il mio pensiero, che non è sorretto dalla volontà di acuire le divergenze, ma di recuperare la necessaria unità e capacità di mantenere in capo al Partito Democratico non solo la leadership della coalizione, ma la voglia, l’orgoglio, la forza di rappresentare le esigenze dei cittadini e la capacità di trasformare le idee in azioni e risultati concreti”.
Chiaro che il clima nel Pd è più teso del solito, e si acuiscono notevolmente le differenze di vedute dei due maggiori referenti regionali, da un lao il segretario Facciolla e dall’altro la capogruppo in consiglio regionale Fanelli.
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