Il quotidiano economico Il Sole 24 ore ha pubblicato ieri la classifica della perdita regionale del Pil durante la pandemia. Si scopre che la regione più virtuosa, ovvero quella che ha perso meno, è il Friuli-Venezia Giulia che ha contenuto le perdite con un -6,3%, pari a circa 2.055 euro pro capite. A fare peggio sono state invece la Basilicata con un -9,3% seguita dalla Toscana che ha fatto segnare o -8,6%. Il Molise si trova nella top ten di chi ha fatto meglio, ma ha pur sempre perso. Nulla di esaltante perché parliamo comunque di una perdita del -7,3% del Pil regionale, pari a circa meno 1.566 euro pro capite, ma meglio di altri territori.
La spiegazione è presto detta: non deve stupire che le regioni del Sud abbiano sofferto meno, ma questo solo perchè partendo da valori di prodotto interno lordo più bassi la riduzione complessiva percentuale non è così marcata. La classifica di chi ha contenuto meglio i danni vede sul podio, oltre al Friuli, la Provincia autonoma di Trento e il vicino Abruzzo. Poi ci sono regioni del Meridione come Sicilia e Puglia e il Molise è all’ottavo posto. La rielaborazione (di seguito la mappa completa) si basa su dati dell’Istat.
Ma un altro studio, apparso di recente, mette in guardia dalle conseguenze economiche della guerra in Ucraina. Lo ha fatto la Cgia di Mestre su dati Prometeia ed Istat e dice che nel 2022 la perdita del Pil reale della nostra regione sarà pari a 97 milioni di euro. Prima della guerra, a gennaio 2022, la previsione di crescita era del 3,7% ma è crollata ad aprile all’1,9%. La perdita del potere d’acquisto – tradotto in soldoni – è stimata in 743 euro a famiglia. Così la Cgia all’Ansa regionale: “Queste stime sono ovviamente parziali e suscettibili di cambiamento. La situazione che abbiamo vissuto in questi primi 3 mesi di conflitto infatti potrebbe mutare radicalmente. Nella malaugurata ipotesi che, ad esempio, la situazione militare subisce una decisione escalation, è evidente che queste previsioni andrebbero riviste completamente”. (rm)
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