Convenzione con napoli e roma

Non solo la Calabria, anche il Molise non può curare i piccoli col Covid. In un anno 6 minori trasferiti fuori regione

Da febbraio 2021 a gennaio 2022 sono stati 6 - dati Asrem - i bambini Covid trasferiti fuori regione perchè da noi (proprio come in Calabria e come ha tristemente ricordato il caso della piccola Ginevra, morta a 2 anni) non esiste un reparto pediatrico ad hoc tantomeno una terapia intensiva specializzata per i minori con l'infezione. Sono state stipulate convenzioni con ospedali di Napoli e Roma

Tutta Italia ha appreso con sgomento la notizia della morte di Ginevra, bambina calabrese di appena due anni affetta da Covid. Non è morta nella sua terra, che una Terapia intensiva Covid pediatrica non ce l’ha, proprio come il Molise.

Nel caso della piccola bimba originaria di Mesoraca, provincia di Crotone, è stato disposto il trasferimento d’urgenza, con un aereo militare, all’ospedale Bambino Gesù di Roma. Purtroppo è stato tutto inutile, la piccola è deceduta poche ore dopo l’arrivo in ospedale. Per fortuna casi drammatici come questi sono un numero microscopico, anche se questo non può certo sollevare il dolore di una famiglia, inconsolabile, e altresì di una comunità intera che infatti ha vissuto una giornata di lutto cittadino.

Ma il caso-Calabria non è l’unico in Italia. Il Molise è nelle stesse condizioni: non è mai stato attivato un reparto pediatrico per bambini e bambine col Covid-19. In passato vi abbiamo raccontato il trasferimento fuori regione di bambini con alcune complicanze legate all’infezione, per fortuna non gravi e che si sono risolte nel giro di pochi giorni.

I trasferimenti in questione sono dunque la norma – per fortuna sono pochi casi – qualora un minore abbia necessità di cure nel caso la malattia infettiva si manifesti. Sappiamo che molti minori restano asintomatici o paucisintomaci ma esistono anche casi in cui non è così e, come ci ha ricordato il caso di Ginevra, esiste anche la possibilità che un minore possa morire di Covid.

Ma un bambino o una bambina molisana col Covid non possono essere curati nelle strutture sanitarie della regione, neanche nell’hub del Cardarelli. Perchè il protocollo sanitario nel caso dei bambini è (giustamente) stringente: esiste un documento redatto dalla Società italiana di Infettivologia Pediatrica su come curare i vari casi (da caso lieve a caso grave oltre a caso critico) ma soprattutto è necessario un reparto ad hoc (la regola è che un minore non possa essere assistito in un reparto per adulti, come evidenzia anche il Codice del diritto del minore alla salute). Fondamentale la presenza di uno o più pediatri, e questa è una conditio sine qua non.

Ma in Molise, nell’hub Covid del capoluogo, non solo non è stato mai attivato un reparto Covid pediatrico, non solo non esiste una Terapia intensiva pediatrica (c’è quella neonatale ma si tratta di altra cosa e che non può essere certo convertita a terapia intensiva covid all’uopo) ma per giunta la penuria di pediatri mette a rischio finanche le attività del reparto di Pediatria e Neonatologia, figurarsi se c’è margine per la trattazione dei casi Covid.

È per questo che l’Azienda sanitaria regionale del Molise – così come quella della Calabria – ha attivato delle convenzioni con ospedali pediatrici di altre regioni. Sempre l’Asrem riferisce che da febbraio a giugno 2021 sono stati in totale 2 i trasferimenti di altrettanti bambini: uno è andato al Santobono di Napoli mentre l’altro al Bambino Gesù di Roma (come la piccola Ginevra). Più di recente, o meglio da novembre 2021 a gennaio 2022 e dunque negli ultimi 3 mesi, i trasferimenti pediatrici sono stati in realtà già 4, di cui 2 al Federico II di Napoli e 2 all’ospedale Gemelli di Roma.

In quasi un anno, dunque, 6 piccoli molisani hanno avuto bisogno di cure ospedaliere per il Covid-19 e per tale regione, stante l’impossibilità di riceverle qui, sono stati trasferiti in strutture sanitarie del capoluogo campano o nella capitale.

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