Dopo il ritrovamento di quello che sembra – con tutta probabilità – un mezzo militare, forse un residuato bellico della Seconda guerra mondiale, sul fondale del mare di Termoli, testimoniato ieri in esclusiva da Primonumero.it mediante un video girato da un bagnante con una telecamera subacquea, la Capitaneria di Porto non ha fatto attendere i consequenziali provvedimenti.
Con ordinanza n. 41 emessa oggi 27 giugno la Guardia Costiera termolese vieta a chiunque – per un raggio di 20 metri dal punto indicato – la balneazione, l’immersione o l’ancoraggio di unità navali nel tratto di mare interessato dallo straordinario ritrovamento. (Il testo della Ordinanza 41 2021 del 27.06.2021).
Il tratto di mare è quello antistante lo stabilimento balneare La Perla (litorale Nord) nel punto individuato dalle coordinate GPS: Lat. 42°.00.529′ N Long. 14°.59.310′ E. Questo lo stralcio cartografico allegato all’ordinanza.
Un’ordinanza che ha decorrenza immediata e che è volta a tutelare l’incolumità delle persone, la sicurezza della balneazione e a prevenire il verificarsi di possibili danni a persone o cose.
Il relitto, come si legge anche nella ordinanza della Guardia Costiera, si trova a una distanza di circa 300 metri dalla riva e a una profondità (così come inizialmente stimato dall’autore della incredibile scoperta) di circa 5 metri.
La Capitaneria conferma che il relitto presumibilmente è riconducibile a un mezzo anfibio utilizzato nel corso della Seconda Guerra Mondiale. Nella nostra ricostruzione, il mezzo sembra essere un anfibio Dukw, passato alla storia come Anatra. Un autocarro utilizzato dagli Alleati e che potrebbe risalire – nel caso termolese – allo sbarco degli Inglesi avvenuto nell’ottobre 1943. Un autocarro associato indissolubilmente agli sbarchi vittoriosi degli Alleati perchè dotato di caratteristiche del tutto particolari: il mezzo infatti era in grado di ‘nuotare’ ma era altresì di viaggiare a terra.
Come si nota dalla foto di repertorio che vi mostriamo è infatti un autocarro con ruote ma a forma di nave. Un mezzo utilizzato molto anche per trasportare carichi e rifornimenti (oltre che uomini). L’autore della scoperta, che in prima battuta ha visualizzato la carcassa del mezzo (che invero sembra essere quasi integro) a seguito di un giro in canoa (il signor Massimo Marinucci), è riuscito finanche a notare delle cassette di latta sul pianale del mezzo. Chissà che non possano contenere dei proiettili.
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