Venafro

Pasti per anziani lasciati sulla finestra dell’ospedale: la foto che indigna. Asrem: “Ci attiveremo, la paura non deve prevalere sull’umanità”

L’immagine dei pasti precotti lasciati sul davanzale di una finestra dell’ospedale Santissimo Rosario, con accanto un sacco di pane appoggiato a terra, ha fatto il giro del web e dei social nelle ultime ore. Compassione, rabbia, indignazione: sono i sentimenti per quella fotografia scattata ieri 7 aprile, all’indomani del trasferimento all’ospedale di Venafro dei 17 anziani provenienti 13 dalla casa di riposo di Agnone e 4 da quella di Cercemaggiore.

L’ospedale, riaperto in fretta perchè nella situazione di emergenza è stato ritenuto l’unico adatto – per ragioni di spazio – a ospitare gli anziani asintomatici che in una condizione normale sarebbero stati isolati a domicilio, non dispone di una mensa e il servizio catering ha ritenuto, per paura, di lasciare i pasti all’esterno.

“Capisco le regole di distanziamento sociale – afferma il direttore Asrem Oreste Florenzano, anche lui provato da quella immagine rilanciata sui social – ma la paura e il timore non dovrebbe far perdere l’umanità. Ci attiveremo subito per capire ed evitare che si possano ripetere simili situazioni”.

Florenzano ha aggiunto: “Mi scuso con le famiglie degli ospiti, da oggi doteremo anziani e personale di un telefonino per mettere in contatto diretto con le famiglie”. Alcuni parenti hanno manifestato tutto il loro disappunto e la loro rabbia a Rai Tre Molise, come riferisce un servizio dell’emittente. “Non ci hanno nemmeno avvisato, i nostri genitori sono rimasti soli per ore sulle barelle e portati in un ospedale (quello di Venafro, ndr) che non è minimanente attrezzato per questa tipologia di assistenza”.

Anche su questo la replica Asrem ha inteso chiarire ancora una volta che “era la migliore soluzione possibile, non c’erano alternative perchè il Ss. Rosario è abbastanza grande da permettere camere isolate e percorsi separati. Nella immediatezza del trasferimento, con la necessità di operare il prima possibile perchè gli anziani erano stati abbandonati dalla struttura privata che ha riconsegnato a noi le chiavi, abbiamo rinviato il contatto con i familiari. Non c’era tempo. Ma possiamo garantire che la condizione attuale è migliore di quella in cui si trovavano prima gli anziani”.

Intanto sugli ultimi giorni trascorsi dagli anziani (13 positivi al Covid 19) nella residenza Tavola Osca di Agnone e sul loro trasporto al Ss Rosario, il procuratore della Repubblica di Isernia Carlo Fucci ha aperto una inchiesta.

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