L'emergenza tocca anche il lavoro

Il Coronavirus colpisce anche le industrie. Ma ci sono trattative per nuovi insediamenti dal 2021

Il drastico calo di produzione industriale in Cina a causa dell’emergenza sanitaria mondiale interessa anche le aziende del Nucleo industriale di Termoli e dintorni che importano o vendono a Pechino e dintorni. Il rovescio della medaglia è dato dalle chance per l’anno prossimo. Fra fondi strutturali dovuti al ritorno del Molise nell’Obiettivo 1 della Ue e possibile Zes diverse aziende stanno valutando di ampliare o spostare le proprie fabbriche a Termoli

Ci sono una buona e una cattiva notizia a proposito di produzione industriale e prospettive di occupazione sul territorio molisano e in particolar modo al Nucleo industriale di Termoli. La notizia negativa è che il Nuovo Coronavirus non sta creando solo morti, infetti e paura del contagio in tutto il mondo, ma sta rallentando la produzione industriale della Cina e di conseguenza di tutte quelle aziende che comprano materie prime e rivendono prodotti finiti a Pechino e dintorni.

Fra queste ci sono chiaramente anche alcune aziende del Nucleo industriale termolese. “C’è difficoltà di importazione delle materie prime per via del blocco di molte aziende in Cina – afferma Enrico Miele, avvocato d’impresa e consulente di diverse società sulla dorsale adriatica nel centrosud e chiaramente anche in Molise -. Ma ci sono anche difficoltà nel vendere i prodotti, per la stessa ragione. Il 2020 si prevede un anno difficilissimo, di difesa. Per alcuni c’è già uno shock, una recessione. Il blocco delle importazioni sta avendo pesanti conseguenze”.

In particolare i settori più in difficoltà sembrano essere quelli dell’arredamento, della meccanica e tutti quelli che utilizzano materiali in Pvc, per la produzione ad esempio di guaine e tubi, ma anche di giocattoli. Si capisce bene che la gamma di produzioni di questo tipo è molto ampia.

Ma in attesa di capire come si evolverà la pandemia del Coronavirus e che riflessi avrà sull’economia mondiale, all’orizzonte ci sono fattori che fanno ben sperare. “Paradossalmente la crisi della Cina potrebbe dare slancio alla produzione industriale interna. So che c’è interesse per l’area Cosib di Termoli da parte di alcuni imprenditori extra regionali, specie per i benefici dell’Obiettivo 1”.

In fuga dal Consorzio industriale

E qui entra in scena un altro aspetto da non sottovalutare. Un anno e mezzo fa l’Unione Europea comunicò che il Molise e la Sardegna erano stati retrocessi da regioni ‘in transizione’ (Obiettivo 2) a ‘meno sviluppate’ (Obiettivo 1), in virtù del fatto che il Pil pro capite è minore del 75 per cento della media europea.

Una notizia negativa, perché indicava chiaramente i passi indietro compiuti negli ultimi anni dall’economia molisana, che però si traduce in notizia positiva poiché essendo regione arretrata il Molise usufruirà di un cospicuo aumento dei cosiddetti fondi strutturali, quelli che l’Ue metterà a disposizione nel settennato 2021-2027 per favorire la crescita economica, l’occupazione e gli investimenti. Non si conosce ancora la cifra, ma si calcola possano essere cinque o sei volte maggiori rispetto ai fondi avuti nei sette anni che vanno a chiudersi.

Ora, questi fondi strutturali potrebbero fare gola a diverse aziende che stanno pensando di spostare o ampliare la propria produzione. “Già nel 1995 in virtù di tali incentivi nacquero diverse imprese nel Cosib – dichiara Enrico Miele, consigliere comunale di Termoli -. Con questa congiuntura economica che si sta verificando, cioè la Cina bloccata, i fondi strutturali e la possibile concessione della Zes, la zona economica speciale, molte aziende potrebbero spostare le produzioni dalla Cina e magari insediarsi in Molise. I Paesi balcanici non sono più attrattivi come un tempo e per le aziende sarebbe meglio il Molise che la Puglia, proprio per questi fattori”.

Enrico Miele, Forza Italia

Non sembrano voci senza fondamento, dato che ci sarebbero trattative ben avviate per insediamenti non solo a Termoli ma anche nei dintorni. “Società del Nord Italia, ma anche delle Marche, che già hanno contatti in Molise tramite aziende terziere del campo manifatturiero. Sono imprese locali con ottime produzioni ma senza una propria commercializzazione e scarse capacità di marketing. Facendo leva su un’azienda terzista, qualche imprenditore potrebbe decidere di investire qui. So che ci sono interessi su capannoni con trattative in corso” rivela il legale e consulente d’impresa.

Senza dimenticare la Zes, di cui aveva parlato di recente anche il ministro Giuseppe Provenzano. “Per quel tipo di discorso si potrebbero muovere gruppi industriali di dimensioni maggiori”. Ma c’è da attendere ancora perché dal Governo non sono arrivate certezze sulla concessione della Zona economica speciale che andrebbe a portare incentivi e sgravi fiscali ai possibili investimenti. “Nonostante un periodo difficile le prospettive sono buone – conclude Miele -. Abbiamo una posizione geografica favorevole e una buona rete di infrastrutture. Si potrebbero ricreare condizioni simili a quelle degli anni Novanta, quando avevamo in Molise notevoli gruppi industriali, molti dei quali poi hanno scelto di investire all’estero”.

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