Cronache

Il medico ribelle e l’Asrem. Per ora nessuna punizione “ma ci deve delle spiegazioni”

Il 7 marzo alle 15 il dirigente medico Lucio Pastore, appartenente al Forum per la sanità pubblica, dovrà presentarsi dinanzi all’ufficio provvedimenti disciplinari per chiarire sulle sue dichiarazioni rilasciate a dicembre su facebook e successivamente riprese da un quotidiano molisano. L’avvio del procedimento non necessariamente porterà a delle sanzioni: "Per ora la commissione vuole solo dei chiarimenti" ha dichiarato il direttore generale Sosto negando di aver già ratificato il parere "che neppure si trova ancora sulla mia scrivania". Nonostante tutto in questi giorni si sono moltiplicati i comunicati di solidarietà trasformando il medico del Veneziale di Isernia nel simbolo della lotta per la libertà di parola.

È un rebus la questione del provvedimento disciplinare che l’Asrem avrebbe inflitto a un suo dipendente, il dottor Lucio Pastore, considerato tra le voci più autorevoli in regione sulle questioni della sanità. Stando a quanto riferisce il dirigente del pronto soccorso dell’ospedale Veneziale di Isernia, l’azienda di via Ugo Petrella lo avrebbe ‘punito’ per le sue denunce «sul progressivo smantellamento del servizio pubblico, sulla progressiva privatizzazione del sistema e sul disagio e le difficoltà patite dagli operatori» senza tralasciare «le storture contabili» a cui nessuno avrebbe dato ancora una risposta. Stando invece a quanto sostiene il direttore generale dell’Asrem, Gennaro Sosto non c’è ancora alcun provvedimento: mancherebbero, infatti, non solo l’atto deliberativo (che deve firmare lo stesso dg), ma persino il parere dell’ufficio deputato a verificare che i dipendenti dell’azienda non danneggino l’immagine della stessa assumendo condotte contrarie a quanto stabilito dal nuovo Codice comportamentale.

In un clima di iper comunicazione, tra smanie di solidarietà (l’ultimo comunicato è quello del segretario regionale di Rifondazione comunista, Silvio Arcolesse) e frettolosi post sui social, però, Pastore è già stato ‘crocifisso’ dall’Asrem diventando quasi il simbolo della violata libertà di espressione. Tutto questo è avvenuto sebbene «al momento il dottore è stato solo invitato a presentarsi di fronte alla commissione per chiarire la sua posizione rispetto a un comportamento non corretto assunto recentemente» come sostiene Sosto.
Conferma l’avvenuta convocazione lo stesso ex primario del reparto di Emergenza isernino il quale dice: «L’Asrem mi ha comunicato, tramite raccomandata con ricevuta di ritorno, l’inizio dell’azione disciplinare a mio carico convocandomi per il 7 marzo alle 15 per rilasciare eventuali controdeduzioni dinanzi alla commissione composta dai dottori Vitale, Paolozzi e Natale. Cosa che farò alla presenza del mio avvocato. Nella stessa convocazione venivano citati articoli e regolamenti del Codice comportamentale che avrei violato relativamente a un servizio giornalistico comparso su un quotidiano locale. La testata in questione l’ha realizzato riprendendo un mio vecchio post datato 29 dicembre».

Il post che ha dato avvio al procedimento (e non al provvedimento disciplinare di fatto ancora inesistente) è stato riproposto dallo stesso Pastore anche il 5 febbraio. Il tasto dolente potrebbe riguardare la cifra da lui citata e stanziata dalla giunta di Paolo Frattura a novembre 2016 per la sanità privata. Nella delibera 63 si parla di 117 milioni di euro «per prestazioni da privato acquistate dalla Regione Molise». Nei Piano operativi invece la cifra si aggira tra i 165 e i 170 milioni euro «sempre per le stesse prestazioni. Questo dato non è irrilevante – sottolineava già a dicembre il dirigente Asrem – perché nel primo caso avremmo un avanzo di bilancio e non saremmo in piano di rientro, nel secondo caso saremmo in deficit di bilancio ed in piano di rientro con tutti gli aggravi su tasse, accise e ticket». Una bella differenza non c’è che dire. Ma che sia questa la ragione dell’avviato procedimento è ancora soltanto una ipotesi.
Sempre citando i numeri Pastore sosteneva che la Calabria, regione come noi in piano di rientro, «ha destinato il 5 per cento del suo budget per l’acquisto di servizi da privati mentre il Molise tra il 20 e il 30 per cento del fondo sanitario regionale. Inoltre, il 40 per cento dei posti letto sono stati ceduti ai privati che li utilizzano in gran parte per utenze extraregionali. In pratica ci comportiamo come se avessimo un eccesso di posti letto in rapporto ai bisogni. Ma non essendo vero, la cessione dei posti letto provoca liste di attesa infinite ed intasamento dei pronto soccorsi. In questo marasma generale diminuisce costantemente la funzionalità del sistema e si sta per arrivare ad un vero e proprio collasso».

La soluzione proposta dal medico Pastore per uscire dall’impasse? «Affidare la sanità molisana a Emergency». Il che rappresenterebbe un autentico paradosso, considerando che l’associazione umanitaria di Gino Strada è privata e non pubblica.

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