Il giorno dopo la proclamazione degli eletti in Tribunale, invece di certezze granitiche ci sono dubbi, che con il trascorrere delle ore – e delle tabelle e dei calcoli matematici che si accumulano sui Pc, sugli smartphone e anche sulle scrivanie di candidati ed esperti – diventano sempre più grandi. Roberto Di Pardo, sindaco di Petacciato, in corsa con la lista Noi Moderati (la lista del presidente eletto Francesco Roberti) è, secondo avvocati, ingegneri ed esperti di leggi elettorali, il candidato eletto, colui al quale spetta il tredicesimo seggio della maggioranza. Tutti d’accordo – compresi i diversi esperti contatti da Primonumero per chiarire l’interpretazione della legge dopo la sorpresa di ieri sera, nell’assegnare il 13esimo seggio della maggioranza a Di Pardo e non ad Aida Romagnuolo, proclamata invece eletta dalla Corte d’Appello.
I conti non tornano, e nessuno sulla base dei numeri pubblicati e delle divisioni fatte ha compreso perchè i giudici molisani hanno, al contrario, assegnato 5 seggi a Fratelli d’Italia e uno solo a Noi Moderati. Una vistosa divergenza di numeri presi dai verbali che ha restituito un quoziente differente? Ipotesi improbabile secondo i più, anche perchè a distanza di 10 giorni i numeri riferiti dal sito Molise Dati sono quelli effettivi provenienti dalle singole sezioni.
Una differenza di interpretazione della legge di riferimento, in questo caso la n. 20 del 5 dicembre 2017? Ipotesi – anche questa – poco gettonata, considerando che proprio i magistrati sono i più avvezzi a padroneggiare le norme anche nelle parti di testo maggiormente complesse e ingarbugliate.
Dunque, un errore commesso dalla Corte d’Appello? Non è una possibilità da escludere, e d’altronde non sarebbe la prima volta. Oppure, in questo meccanismo di ripartizioni propedeutiche all’assegnazione dei seggi c’è qualcosa che è sfuggito ai vari esperti che da decenni calcolano con massima precisione percentuali, seggi da attribuire, quozienti interi e corretti, voti residuali?
Nessuno, al momento, è in grado di spiegare il “giallo” che si è creato attorno alla mancata proclamazione di Di Pardo in favore di un quinto seggio a FdI e all’elezione di Aida Romagnuolo, detta Aida, già consigliera del governo Toma.
Qui sotto pubblichiamo una simulazione di calcolo elaborata in queste ore da uno dei tanti esperti di sistemi elettori, fatta sulla base dei numeri reali e dei voti di lista, che riproduce l’interpretazione della legge attraverso la calcolatrice e che alla fine attribuisce sulla base dei resti un secondo seggio a Noi Moderati piuttosto che il quinto seggio a Fratelli d’Italia, come ha invece fatto la Corte d’Appello.
A regolamentare l’assegnazione, va precisato per i non addetti ai lavori, non è infatti il numero di singole preferenze riportate dai candidati, ma un quoziente elettorale di lista che si ricava sommando i voti delle liste che concorrono perché hanno ottenuto il quorum (il 5%) e quindi sono ammesse alla ripartizione, e dividendolo per il numero di seggi da attribuire aumentato di una unità. I seggi del Consiglio regionale vengono assegnati prima sulla base dei quozienti interi e poi in corrispondenza dei più alti numeri di voti residuali.
Il calcolo fatto da tutti, in maniera omogenea, assegna – senza sorprese – un voto residuale più alto a Noi Moderati per il secondo posto in consiglio piuttosto che a Fratelli d’Italia per il quinto posto in consiglio. Qualcosa è andato storto, e ora si tratterà di capire cosa sia successo e chi ha ragione.
Intanto Roberto Di Pardo ha presentato oggi in Tribunale una richiesta di accesso agli atti e già domani sarà in possesso del fascicolo, quello usato dai magistrati per la elaborazione degli eletti proclamati ieri sera.
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Non è escluso, se l’errore dovesse essere riconosciuto, che si possa procedere a una revoca in autotutela e ha una correzione dei nominativi. Non è nemmeno escluso che invece la Corte d’Appello persista nel proprio calcolo e che di conseguenza si possa arrivare a un ricorso.
Questa mattina il neopresidente della Regione Francesco Roberti si è insediato a Palazzo Vitale prendendo il posto che fino ad alcuni giorni fa, prima del trasloco, era di Donato Toma, al quinto piano di via Genova. Roberti ha annunciato discontinuità con il passato e ha fatto un breve riferimento alla “necessaria valutazione sulla base di quella che è stata la proclamazione degli eletti, vedremo se non ci sono errori e altro”. Per quanto riguarda le deleghe, ha aggiunto: “Faremo in modo che ci sia un rinnovamento perché cambiando solo l’ordine dei fattori il risultato non cambia”. Anche in questo caso c’entra la matematica, ma d’altronde Francesco Roberti è un ingegnere.
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