Lutto nella cgil

E’ morto a 94 anni il sindacalista Andrea Gianfagna, collaborò con Giuseppe Di Vittorio

Ha trascorso 70 anni a difendere i diritti dei lavoratori. “Un sindacalista vero deve sapere cos’è un contratto, una busta paga e come si organizzano le vertenze”, diceva Andrea Gianfagna, sindacalista della Cgil e che si è spento oggi, 29 luglio. Era nato a Campobasso nel 1926, sin da ragazzo si è fatto notare per l’impegno antifascista già dal 1944 all’interno del Comitato di Liberazione Nazionale del capoluogo. Poi, sempre giovanissimo, entra nella Segreteria della Camera del Lavoro, distinguendosi per passione, competenza e rigore. Guida le lotte contadine e viene arrestato nel 1953 per l’occupazione delle terre in Basso Molise. Dopo qualche mese  su ricorso curato da  Lelio Basso esce dal carcere.

“La scomparsa di Andrea Gianfagna priva il movimento sindacale italiano di uno dei più dinamici protagonisti delle lotte sociali e politiche del nostro Mezzogiorno”, il ricordo di Michele Petraroia, ex consigliere regionale e attuale coordinatore della Camera del Lavoro di Melfi, che ricorda il suo impegno per il Molise.

Vicinissimo a Giuseppe Di Vittorio – le parole di Petraroia – lo accoglie nel 1954 a Salcito per l’inaugurazione della Casa del Popolo e successivamente a Campobasso per averlo ospite al matrimonio del fratello, dove Di Vittorio fu uno dei testimoni”. Nel 1959 Gianfagna viene chiamato a Roma alla Federterra per poi passare alla Federazione degli Alimentaristi e quindi alla guida della Federbraccianti, acquisendo stima e autorevolezza, tant’è vero che nel 1980 è nella delegazione ufficiale della CGIL ai funerali di Pio La Torre insieme a Lama e Marianetti. Dopo l’esperienza nel PSIUP (Partito socialista italiano di unità proletaria) entra nel PCI adoperandosi attivamente in ogni campagna elettorale con generosità esemplare, umiltà e spirito di servizio.

Rientrava sistematicamente a Campobasso – continua il ricordo di Petraroia – e in Sezione insieme alla moglie affrancava buste, telefonava, spronava i militanti e incoraggiava tutti. Per più generazioni di lavoratori, Andrea Gianfagna, è stato un riferimento prezioso sia per la sua attività sindacale improntata allo studio meticoloso, alla predisposizione di importanti piattaforme rivendicative e al miglioramento delle condizioni di vita dei lavoratori attraverso la stipula di Contratti e Accordi, e sia per il suo impegno politico e culturale antifascista che mirava a garantire rapporti di forza più equilibrati nelle istituzioni a tutela della parte più debole della società italiana. Andrea era parte di quella generazione temprata dalla lotta al fascismo che ha dedicato la propria vita per far attuare la Costituzione, liberare gli ultimi dai lacci dello sfruttamento e affermare il principio di una dignità non negoziabile del valore del lavoro. La CGIL è stata la sua vita. L’ANPI la sua stella polare. Il Mezzogiorno è stato il suo cruccio. Campobasso la sua casa. Custodiamo il suo esempio”.

Nel 2014 Gianfagna partecipò anche all’incontro sulla figura di Giuseppe Di Vittorio promosso dal centro studi “Amici di Gramsci” fondato da Angelo di Toro.

Gramsciani e sindacalisti ricordano Giuseppe Di Vittorio

Alla vita di Andrea Gianfagna è stato dedicato un libro pubblicato nel 2018 e scritto da Elisabetta Scavo. Il volume è stato presentato anche all’Università del Molise e il sindacalista lasciò il segno con un discorso appassionato. 

(foto pagina Fb Cgil)

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