Sono determinati ad andare avanti con la loro protesta, per ottenere – o almeno provarci – qualche risposta rispetto alle tante problematiche che il comparto dell’agricoltura registra oggi. Ma sono anche arrabbiati, delusi. “Proprio ieri, mentre stavamo facendo il corteo sulla Statale 16, e con noi migliaia di colleghi di tutta Italia che sono in rivolta in questi giorni, è arrivata la notizia che il prezzo del grano è calato di ulteriori 50 centesimi. Ci sentiamo presi in giro”. L’imprenditore Di Biase, azienda agricola di Bonefro, padre agricoltore e figlio giovane agricoltore (“chissà per quanto tempo ancora…”) scuote la testa. “Così non si potrà andare avanti. Ma se smettiamo di produrre, come ci stanno obbligando a fare, sarà la fine non solo nostra” avverte.
Gli agricoltori molisani vivono prevalentemente di grano, e la decisione – a loro dire imposta dalle multinazionali – è un’altra mazzata che cala su una economia già fragile.
Restano in presidio in Piazza Donatori di Sangue a Termoli e per domani, venerdì 9 febbraio, hanno organizzato un altro corteo di mezzi agricoli, il secondo in tre giorni. Si muoveranno a partire dalle 10 e 30 in direzione nord, percorrendo sempre la Statale 16 Adriatica, ma stavolta nella direzione opposta a quella percorsa ieri, quando una fila di trattori lunga mezzo chilometro è arrivata al confine con la Puglia.
leggi anche
Secondo fonti di polizia potrebbero arrivare alla marina di Petacciato e girarsi. Questo significa che la Statale 16 sarà interdetta al traffico veicolare nella direzione di marcia dei trattori per buona parte della giornata. “Il nostro obiettivo non è quello di creare disagio alle persone – spiegano loro, che stanno resistendo in piazza da tre giorni e si danno il cambio perché ci sono lavori in agricoltura che non possono aspettare – ma siamo però vedendo, e questo ci fa davvero piacere e ci consola, che le persone ci capiscono, supportano la nostra protesta”.
Diversi i cittadini che si fermano chiacchierano con loro: portano un caffè, leggono gli slogan e ascoltano le ragioni della protesta, che va dalle politiche europee a scelte soprattutto relative alla tassazione del Governo arrivando fino a temi più locali, come la proliferazione incontrollata della fauna selvatica.
Le ragioni della protesta – LEGGI
leggi anche
Gli incontri del coordinamento Uniti per l’Agricoltura intanto stanno andando avanti, e si sta valutando un documento unitario da consegnare all’assessorato all’agricoltura della Regione. “Non escludiamo – dicono – di arrivare a Roma se necessario. Siamo in contatto con molti colleghi impegnati in presidi in diverse zone d’Italia, vediamo”.
commenta